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Spiritualità

Coincidenze: Gli Eventi che Accadono non Avvengono per Puro Caso

Di Laura De Rosa - 10 Maggio 2017

Caso o coincidenze significative? Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di coincidenze e sincronicità, termine coniato da Carl Gustav Jung, e in definitiva della possibilità che gli eventi che ci accadono non avvengano per puro caso. Io sono del parere che ognuno di noi debba seguire la propria strada e che sia inutile sforzarsi di trovare misteriose corrispondenze, sebbene ogni cosa possa essere guardata con occhi diversi.

Ci sono fasi in cui la razionalità si rivela utile, altre in cui possiamo aprirci a modi nuovi di intendere la vita. Non c’è tuttavia un solo modo valido per tutti perché ogni individuo ha la propria storia e si trova qui, probabilmente, per motivi, vocazioni, scopi che non corrispondono necessariamente a quelli altrui. Questo per dire che le coincidenze potrebbero avere un significato per alcuni di noi e non averne affatto per altri. Non solo perché alcune persone sono pronte e altre no, ma perché i percorsi sono diversi.

Se per me è di fondamentale importanza accorgermi delle coincidenze, per un’altra persona potrebbe essere insignificante, perché il suo percorso esistenziale è di altro genere. Purtroppo in ambito “spirituale” si tende a pensare in termini evolutivi ma non è affatto detto che un individuo che non coglie le coincidenze sia meno evoluto, potrebbe non averne bisogno. Penso sia una questione di percorsi, necessità, desideri diversi.

La sincronicità secondo Carl Gustav Jung

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Carl Gustav Jung affronta il tema delle coincidenze significative parlando di sincronicità, principio di nessi acasuali, ovvero legame che sussiste tra due eventi che avvengono contemporaneamente e che appartengono a un contesto comune, connessi tra loro in modo che l’uno influenzi l’altro. Il concetto probabilmente appare per la prima volta nella sua opera nel 1928.

La casualità che è diventata principio assoluto con le scienze naturali, non ha sempre avuto un tale successo. Si ritiene infatti che la concezione primitiva e antica della natura le affiancasse l’esistenza di un principio simile a quello della sincronicità. Pensiamo per esempio a Plotino e alla sua Anima del mondo, “principio unificante della natura regolato da intime connessioni tra le sue parti, come un organismo da cui prendono forma i singoli esseri viventi” (wikipedia), i quali pur essendo differenziati, sono comunque legati tra loro dall’Anima universale. Questa prospettiva presuppone l’idea dell’Uno che include tutto e che quindi, pur nelle sue diverse forme, collega tutto: ogni parte dell’universo sarebbe quindi interdipendente.

Il filosofo Arthur Schopenhauer a sua volta affronta l’argomento della casualità affermando: “La tendenza dell’uomo a prendere gli auspici, […] il suo aprir la Bibbia, i suoi giochi di carte, le sue colate di piombo e il suo contemplare il sentimento del caffè, eccetera, testimoniano la sua convinzione, contrastante a ogni fondamento razionale, che sia in qualche modo possibile riconoscere da quanto è presente e sta dinanzi agli occhi ciò che è nascosto nello spazio o nel tempo, ossia ciò che è lontano o futuro, che si possa da quello dedurre questo, se soltanto si possiede la vera chiave del cifrario.”

Marie-Louise Von Franz: le sincronicità avvengono in momenti di grande eccitazione psichica

Marie-Louise Von Franz porta avanti il lavoro di Jung affermando che i fenomeni cosiddetti sincronici, si presentano specialmente in momenti di grande eccitazione psichica. E’ il caso di una persona che si innamora perdutamente e che, in quella particolare condizione, tende a vivere più facilmente coincidenze significative. Questo perché in circostanze così particolari, di solito si attivano archetipi o strati archetipici dell’incontro. Le sincronicità in tale ottica permettono di vedere un aspetto dell’unità che la Von Franz definisce “Unus Mundus”, un’unità di energia psichica e fisica: “Poiché psiche e materia sono contenuti in un unico mondo, ma sono anche in costante contatto con l’altro… non è solamente possibile, ma, in una certa misura probabile che questioni e la psiche siano due aspetti diversi di una stessa cosa. I fenomeni di sincronicità indicano, a me sembra, tale direzione, poiché senza connessione causale, il non-psichico può comportarsi come lo psichico e viceversa.”

Coincidenze tra veglia e sonno

Siamo abituati a pensare alle coincidenze solo in relazione alla veglia ma le corrispondenze a volte si muovono in bilico tra sogno e realtà quotidiana. Ovvero capita di sognare qualcosa, ricordarsene e rivivere l’esperienza o di incontrare la persona/animale/oggetto visti nella dimensione onirica, durante il giorno. Di solito non ci facciamo caso perché il sogno, oggi come oggi, è considerato quasi esclusivamente nella sua accezione psicologica e tutto ciò che sfugge a questa logica, viene tacciato come superstizione. L’interpretazione psicologica non è errata ma a mio parere limitata perché il territorio del Sogno è molto più vasto. Le coincidenze sospese tra giorno e notte come possono essere spiegate? Sono segnali dell’inconscio o appartengono a dimensioni trascendentali cui l’individuo, a volte, ha accesso tramite il sogno? Comunque sia, solo se l’argomento vi stuzzica, provate a farci caso!

Laura De Rosa





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