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La sacralità di un parto avvenuto in un bosco: il significato profondo del parto nativo

Di Elena Bernabè - 28 Ottobre 2016

Prem Antonino e mama Alessia sono i fondatori di Love Shaman Way.

Sulla pagina Facebook di Love Shaman Way si legge che questo progetto “nasce con l’intento di contribuire alla divulgazione, allo sviluppo, allo studio, alla ricerca delle tecniche sciamaniche attraverso la condivisione di esperienze riconducibili alle principali tradizioni tuttora viventi o a pratiche olistiche finalizzate all’espansione della coscienza e della consapevolezza. Ha inoltre lo scopo di promuovere e diffondere uno stile di vita naturale e in armonia con l’ambiente e di sviluppare una coscienza ecologica attraverso eventi mirati a tali obiettivi. Si propone altre sì lo sviluppo dell’espressione del potenziale umano, della consapevolezza e dell’auto-guarigione.”

Antonino e Alessia sono due sciamani moderni che grazie ad incontri, rituali, soggiorni esperienziali e molto altro ancora diffondono e fanno vivere i principi dello sciamanesimo.

Ma sono anche compagni nella vita e questa loro spiritualità ha contraddistinto la gravidanza ed il parto di Alessia.

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Un ritorno alla natura, all’essenzialità, all’istinto più puro e magico li hanno portati a voler far nascere la piccola vita che cresceva in Alessia in un bosco. Non in un bosco qualunque ma a Monte di Malo (VI), luogo che ospita un altrettanto progetto colmo di sacralità, l’associazione Mamastè formata da “professioniste unite da ideali comuni di rispetto della persona considerata tale in senso olistico”. Ed Elena Cecchetto, ostetrica specializzata in parti in casa, come il custode e la guida di questo bosco incantato, ha assistito Alessia e Antonino durante questa loro profonda esperienza di vita.

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Partorire nella natura è ciò che accade ogni giorno nel mondo animale, ciò che accadeva in un passato antico. Partorire in un bosco è qualcosa di profondamente sacro e divino, è un richiamo all’amore, è un vero e proprio inno alla vita.

Ecco le parole di Antonino che gentilmente ha aperto il suo cuore a Eticamente per raccontarci una parte della sua vita così intima e significativa.

1- Cosa s’intende per “parto nativo”? Perchè avete deciso di far nascere vostro figlio così?

Lo sciamanesimo è la prima pratica spirituale dell’umanità e risale a decine di migliaia di anni fa, ed è essenzialmente un’antica forma di connessione con il proprio Sè superiore, con ciò che per noi rappresenta il divino, la natura, la terra, gli animali e tutto ciò che ci circonda. Percepito o non percepito dai nostri sensi conosciuti.

Lo sciamano è “colui che vede al buio” o colui che conosce “il lato energetico della vita” e possiede la capacità di entrare facilmente in uno stato di trance per viaggiare nel “mondo della realtà non ordinaria” in modo da guarire sè stesso e le persone che necessitano di aiuto.

Noi studiamo, insegniamo e viviamo la nostra forma di essere sciamani moderni.

Celebriamo i riti di passaggio della nostra vita con il nostro sentire. Tornare a vivere il parto come facevano una volta i nativi, in modo più naturale possibile e a stretto contatto con madre terra ci è sembrato la cosa più coerente e vicina al nostro modo di essere e di vivere tutto quello che siamo e facciamo oggi.

Il rito di passaggio della nascita vissuto in modo naturale, nativo appunto, è tra quelli più importanti.

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Tutto viene vissuto in modo magico, sacro, semplice, fluido e armonioso dalla coppia e da chi li accompagna in questo percorso.

Non deve essere dunque un rituale nascosto, segregato, come una cosa impura e fastidiosa o peggio ancora peccaminosa. No anzi la nuova vita deve essere celebrata.

E quale migliore celebrazione può esserci se non nascere in un bosco, dentro una Tenda Rossa, luogo sacro femminile che rappresenta l’utero rosso che accoglie e cura?

2- Come si è svolto il parto?

Il parto nel bosco nasce dal desiderio di ritornare alla natura. Niente a che fare con l’incoscienza. Avevamo organizzato tutto, con l’ospedale a 10 minuti di distanza in caso di bisogno e tutto è stato fatto in piena legalità.

E’ andato tutto bene, grazie anche alla presenza di un’ostetrica ‘speciale’, Elena Cecchetto dell’associazione Mamastè, lei è specializzata in parti in casa e ne ha seguiti più di ottanta. Era la prima volta però che assisteva ad un parto in un bosco.

Il parto è durato un’ora e mezza, oltre le più rosee aspettative e il piccolo Michelangelo appena nato pesava 3 chili e mezzo. Noi eravamo preparati ad un’attesa ben più lunga, al punto che molti dei nostri amici sciamani, in arrivo per l’occasione da tutto il mondo, non sono arrivati in tempo. Michelangelo è nato il 27 agosto ed eravamo convinti tutto si concludesse di notte, invece è stato molto più veloce. Alessia ha partorito in piedi, all’interno della Tenda rossa a Monte di Malo (VI).

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Durante la gravidanza abbiamo scelto di effettuare gli esami e i controlli indispensabili: un’ecografia al mese e pochi esami del sangue. Le visite hanno sempre mostrato un quadro molto tranquillo della situazione di Alessia. Andava tutto bene, per questo abbiamo fatto una scelta del genere. Vorremmo passasse il messaggio giusto, e cioè che si tratta di una scelta che possono fare molte donne, ma non tutte. È chiaro che in presenza di problemi non è possibile.

Abbiamo concluso la celebrazione del parto con un antico rituale celtico. Dopo il parto il cordone ombelicale è stato lasciato attaccato alla placenta. Quando si è staccato abbiamo portato la placenta nel luogo in cui il bimbo è nato per sotterrarla e sopra abbiamo piantato un pino, albero del giorno della nascita di Michelangelo secondo le tradizioni celtiche.

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3- Quali sono state le sue emozioni durante questo evento speciale?

Mamma Alessia racconta:

“Ho vissuto una gravidanza molto serena, tranquilla. Ho sempre fatto ciò che facevo prima, anzi ho avuto esperienze nuove e la gravidanza mi ha fatto vivere ancora con più magia.

Cerco sempre, grazie al lavoro che ho fatto su di me di affidarmi alla vita e vivere nella gioia e nell’amore ogni giorno.

Quando ho incontrato Elena ho sentito un feeling molto forte e anche se potevo scegliere di partorire più vicino a casa io mi sarei affidata solo a lei e lo sentivo dentro.

Man mano che arrivava la data presunta sentivo l’emozione salire. Quell’emozione che sentono i bimbi quando fanno una cosa nuova e sono elettrizzati, emozionati, e non vedono l’ora che arrivi il momento.

Quando ho sentito la prima contrazione ho pensato: ci siamo. Ora voglio trovare il modo di vivere questa esperienza senza quei condizionamenti che la società impone, senza paure nè ansie.

Alla prima contrazione ho sentito male ma sapevo che potevo scegliere come vivere questo momento.

Potevo viverla nel dolore, con ansia, oppure decidere di entrare in un altra “porta”: quella della magia e ascoltare oltre tutto questo.

Così fin dalle prime contrazioni ho capito come poter connettermi alla “porta magica” e quando sono entrata in quello stato è diventato uno spazio dove poter godere il momento.

Quando sono arrivata alla tenda rossa avere il supporto di Elena è stato meraviglioso.

La sua centratura è ammirevole e sono onorata di aver potuto condividere questo momento con lei.

Vedere i suoi occhi mi ha permesso di entrare ancora più in profondità per esprimere con i vocalizzi le spinte per far nascere Michelangelo.

Ho preso forza e mi sono alzata aggrappandomi alla fascia appesa in alto che mi ha aiutato a rimanere in piedi così da poter far nascere questo bimbo della terra in questa posizione.

E in poco tempo Michelangelo è nato. Appena l’ho preso in braccio ho ringraziato la vita più volte, tante volte. Grata di aver avuto un dono così grande. Ho promesso di mettermi al servizio di questa anima che ci ha scelto perché possa fare il percorso che da lassù ha scelto di fare.

Poi vedere il papà e mio compagno, sentirlo vicino, sentire che mi aiutava con il suo amore e vedere che ha iniziato a piangere e ridere contemporaneamente, osservare che aveva il viso estasiato e stupito anche per il mio modo di essere è stato magico. È stato magico anche vedere i miei due amori e sentire questa bolla che si formava intorno a noi. La nostra famiglia che si stava creando sulla terra.

Ringrazio ancora con tanta gratitudine Elena perché è una donna meravigliosa, centrata, professionale, sensibile e piena di energia. Aiuta tante donne non solo nel momento del parto ma in tutto il percorso, dando informazioni preziose che nessuno conosce e ti fa capire che il parto è più semplice di ciò che ci dicono sia se vissuto nel modo giusto.”

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Per me la gravidanza è trascorsa serena, Alessia ha vissuto questo periodo lavorando sulle dinamiche della mente che ostacolo e non favoriscono i vari passaggi della maternità. Io mi sono affidato molto a Elena e alla vita. Ero tranquillo. Il momento del parto è arrivato però molto in fretta, eravamo a casa e il travaglio non me l’aspettavo così veloce e la mia mente ha cercato di prendere il sopravvento, perchè una parte di me ci teneva a donare a Michelangelo un parto bellissimo di tradizione nativa nella natura e la fretta mi ha stravolto un po’.

Arrivati in Tenda Rossa però è tornato tutto come doveva essere. Elena era sicura, Alessia era centrata, concentrata, sentiva il dolore e lo faceva fluire con vocalizzazioni e in quel momento mi sono molto emozionato. Ho sentito che stava per nascere. Una parte di me si è messa in ascolto ed è stato come se avesse iniziato a curarsi. Alessia poi si è alzata in piedi, aggrappata alla stoffa appesa per aiutarla a stare in posizione eretta e ho visto la testa di Michelangelo. E’ arrivata la gioia! Per noi, per i presenti, per tutto quello che li c’era!

La mia anima si è espansa all’infinito.

Una connessione di una profondità incredibile. Un modo, anche, per guarire il passato, guarire cose che ho detto che non avrei voluto e cose fatte non per portare luce. Sono diventato genitore e ho capito cosa significa essere padre. Ho sentito il calore di un figlio, della placenta, e la gioia che mi ha fatto ridere e piangere. Una gioia infinita che non si può descrivere.

Forse avere un figlio a 51 anni è sicuramente diverso che a 20 o 30. Inoltre il percorso fatto mi ha permesso di accogliere tutto questo come un vero regalo. Posso finalmente crescere un figlio mio, che è stato voluto, cercato e che vogliamo cresca libero. Sono veramente grato. Per il divino, per tutto. E ringrazio tutti, anche i miei genitori che mi hanno dato la vita, che mi hanno fatto crescere. E mio figlio, che diventerà un maestro, per noi sicuramente e forse per gli altri.

Aho!

Ecco il video del parto:

Per seguire tutte le attività di Love Shaman Way visitate il sito www.loveshamanway.com

Elena Bernabè





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