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Rassegna Etica

Damanhur, ecovillaggio italiano: un viaggio iniziatico nei pressi di Torino

Di Redazione - 30 Novembre 2021

Damanhur, “città della luce”, è una Federazione di comunità ubicata a nord di Torino, nella Valchiusella, fondata da Oberto Airaudi nel 1975. Il nome deriva dall’omonima città egiziana, un tempo sede del tempio di Horo. Avviato come esperimento sociale teso a dimostrare che l’umanità può salvarsi dal disastro morale ed ecologico attraverso una vita di comunità impregnata di misticismo, oggigiorno conta moltissimi abitanti e simpatizzanti.

Si tratta di una microsocietà autosufficiente, un ecovillaggio italiano con una Costituzione autonoma, ministeri del commercio, della cultura, delle finanze, una moneta interna, il cosiddetto credito, una bandiera, servizi sanitari e scolastici. All’interno della comunità esistono quattro tipi di cittadinanza: i cittadini residenti di livello A, di livello B, i non residenti di livello C, i non residenti di livello D. I livelli dipendono dal grado di presenza a Damanhur, dal rispetto per i principi e le leggi costituzionali. Ma Damanhur in realtà è aperta anche a semplici curiosi tant’è vero che organizza abitualmente corsi e stage per visitatori e simpatizzanti. Ha anche un’Università, la Damanhur University, che promuove corsi nelle diverse sedi tutto l’anno. Fra le tematiche più gettonate spiritualità, crescita personale, sostenibilità, arte, guarigione. Damanhur ha instaurato rapporti di vario genere con numerosi gruppi simili: essa aderisce per esempio alla Rete Italiana Villaggi Ecologici e al Gen-Europe, Global Ecovillage Network.

Sebbene nel corso del tempo la filosofia spirituale di Damanhur si sia parzialmente modificata, alcuni principi base sono rimasti immutati. Innanzitutto l’idea che la vita sia un cammino di tipo evolutivo e che sia necessario individuare logiche alternative per percepire la realtà. E ancora si parla di necessità di integrare maschile e femminile, del bisogno di trasformazione continua, della capacità di affrontare le incertezze, dell’apertura verso gli altri e della scoperta della propria natura divina. I rituali piccoli e grandi, così come i simboli, sono parte integrante della vita dei damanhuriani. Ed ecco che gli alimenti, per esempio, vengono sottoposti ad apposite purificazioni rituali prima di essere consumati, le case a loro volta vengono purificate, si praticano rituali tesi a salutare e ringraziare gli spiriti.

Credit foto
ph. Damanhur Foundation
per gentile concessione di Damanhur Foundation

I Templi dell’Umanità di Damanhur

I Templi dell’Umanità sono un autentico gioiello artistico. Un complesso ipogeo interamente scavato in una collina della Valchiusella, intriso di simbologie sotto forma di mosaici, pitture, decorazioni, sculture, vetrate. La costruzione è stata realizzata dai damanhuriani nel corso del tempo e si caratterizza per il susseguirsi di diverse sale, scale, corridoi per un totale di 8500 metri cubi distribuiti su 5 livelli. I templi, realizzati con scavo manuale e strumenti elementari, sono collocati a 600 metri sul mare, riconosciuti addirittura come l’opera ipogea più grande del mondo. Le numerose sale sono dedicate a diversi elementi: la Terra, i Metalli, il Labirinto, l’azzurro, l’acqua, l’aria, le sfere. I templi sono aperti a tutti i visitatori che, in questo paradiso architettonico, possono dedicarsi a pratiche meditative sia individuali che di gruppo, celebrare ricorrenze importanti e cerimonie.

Ma i Templi dell’Umanità, a parte l’aspetto puramente estetico, sono un concentrato di conoscenza, dedicati alla spiritualità universale. I simboli dell’ipogeo non sono stati scelti a caso, il loro scopo è favorire una progressiva scoperta della sacralità insita in ogni uomo. E anche la posizione dei Templi non è casuale: come suggerisce il sito ufficiale di Damanhur essi sono stati realizzati in un punto di incontro di Linee sincroniche, “i fiumi di energia che collegano la Terra al cosmo.” Ed ecco perché meditare in questo luogo, assicurano i damanhuriani, è particolarmente efficace rivelandosi un’esperienza che permette di contattare il proprio sé autentico.

Le sette sale del Tempio simboleggiano le stanze interiori di ogni uomo ed è proprio per questo che percorrerle permetterebbe di fare un viaggio metaforico all’interno di se stessi. Nulla è lasciato al caso nei Templi: persino i dettagli apparentemente più insignificanti, le forme e le proporzioni dei dipinti, hanno un loro perché. Per non parlare della risonanza specifica di ogni sala, ciascuna delle quali si caratterizza per un suono.
Se la Sala dell’Acqua, guarda un po’, ha la forma di un calice, oggetto accogliente simbolo della ricettività femminile, all’opposto la Sala della Terra simboleggia il principio maschile. Il Tempio Azzurro è la stanza ideale per meditare su tematiche sociali mentre la Sala dei Metalli rappresenta gli stadi evolutivi dell’umanità così come le ombre della nostra psiche. La Sala delle Sfere simboleggia l’armonia ed è infatti la stanza ideale per i contatti planetari e la trasmissione di idee e messaggi. Il Labirinto riunisce tutte le divinità, la Sala degli Specchi è dedicata ai principali elementi: aria, terra, acqua e fuoco. Ma anche al cielo, all’energia del sole, alla forza, alla luce, alla vita. La cosa bella, a mio parere, è che la visita ai Templi non implica necessariamente l’adesione ai valori di Damanhur o l’ingresso nella comunità, ma è un’esperienza accessibile a tutti, che merita almeno un breve tour.

Credit foto
ph. Damanhur Foundation
per gentile concessione di Damanhur Foundation

Oberto Airaudi: chi era il fondatore di Damanhur

Oberto Airaudi, chiamato dai damanhuriani Falco Tarassaco, è stato il fondatore della Federazione ispirata al dio Horus. “E’ nata per realizzare un sogno, il sogno di una società basata sull’ottimismo e sul fatto che l’essere umano possa essere padrone del proprio destino senza dover dipendere da altre forze esterne a sé”, così Airaudi descrisse Damanhur, un sogno divenuto realtà nel 1975, quando insieme a un gruppo di amici-ricercatori, diede vita alla comunità. Oberto, nato a Balangero, era scrittore, filosofo, pittore, guaritore particolarmente attivo nel mondo della spiritualità e della ricerca terapeutica alternativa. Osannato da alcuni, criticato da altri, è morto a Cuceglio nel 2013.

Abbiamo chiesto ad un appartenente alla federazione di Damanhur alcune domande per approfondire meglio la vita in questa comunità spirituale.

1- Che cos’è Damanhur e come è nato?

Damanhur è nata a Torino nel 1975 da un’attività associativa che prevedeva anche la realizzazione di una comunità intenzionale dedicata alla ricerca e alla crescita spirituale.

Oggi è una “federazione di comunità” con sede a nord di Torino, nell’alto Canavese, ed è abitata da circa 500 persone che animano una società multilingue impegnata su più fronti: cultura, lavoro, arte, sostenibilità ambientale, socialità, ricerca nel campo delle energie sottili che permeano l’universo, autosufficienza energetica e alimentare.

L’organizzazione comunitaria è stata modificata più volte per essere sempre adeguata al periodo storico e alle crescenti adesioni: da una prima comunità con quindici fondatori italiani, a Baldissero Canavese, all’attuale dimensione internazionale.

E’ un modello sociale che prevede sistemi elettivi a vari livelli, basato sulla partecipazione diretta dei suoi “cittadini” e sul senso di responsabilità individuale e collettiva.

Damanhur rispetta la legislazione europea e italiana alla quale aggiunge un proprio corpo di leggi che si fondano sui principi enunciati in una Costituzione aggiornata più volte negli anni.

La federazione è formata da quattro comunità che hanno loro autonomia rispetto all’ordinamento federativo, con case e terreni dislocati in sei Comuni della zona, in un raggio di 25 chilometri rispetto al nucleo originario; le comunità hanno caratteristiche e progetti locali e hanno un nome che deriva da un’antica lingua sacra: Damjl, la prima comunità, Terre di Oropan, dedicata all’autosufficienza alimentare, Etulte, collegata alla ricerca in ambienti sacrali come i Templi dell’Umanità e il Bosco Sacro e Arca Tentyris, con un forte rapporto con l’acqua e la sperimentazione di energie rinnovabili.

Altre comunità in formazione sono attualmente in Norvegia, Germania, Spagna, Croazia, USA e Giappone.

Gli appartenenti alla federazione frequentano una Scuola di Meditazione che oggi ha 45 anni di esperienza e possono scegliere se, e in quale misura, aderire ai progetti federali e comunitari.

La Scuola esplora e propone ricerche, sperimentazioni e approfondimenti su molti temi: energie sottili, contatto con il mondo vegetale, alchimia, contatto con l’Oltre, reincarnazione, fisica spirituale e tanto altro ancora.

Nell’alto Canavese vivono circa 500 persone che partecipano con modalità differenti alle comunità storiche e abitano in una trentina di case, mentre più di 600 persone vivono in altri Paesi.

La Federazione utilizza diversi strumenti operativi: Fondazione, Holding, impresa sociale, associazioni di promozione sociale e gestisce direttamente visite, corsi e attività formative.

I “cittadini” damanhuriani vivono nell’alto Canavese ma anche in altre città italiane: Milano, Verona, Modena, Bologna e Firenze, mentre altri vivono in Croazia, Slovenia, Norvegia, Spagna, Australia, Austria, Giappone, USA, Israele, Germania, Svizzera e Ungheria.

La Federazione partecipa alla socialità del territorio con iniziative culturali e con il suo movimento politico, l’associazione “Con Te, per il Paese”, che oggi conta 18 consiglieri comunali e un sindaco (del Comune di Vidracco).

L’associazione “Liber School, Scuola Familiare di Damanhur” si occupa dell’istruzione dei figli da 0 a 14 anni, non solo di genitori damanhuriani; la scuola si trova in un’area verde di due ettari, parzialmente inseriti nella “Riserva Naturale dei Monti Pelati” (Baldissero Canavese) e attualmente ospita 50 alunni, un terzo dei quali ha almeno un genitore non italiano.

Il suo obiettivo è risvegliare il potenziale dei figli, aiutandoli a diventare adulti sicuri di sé e liberi nelle loro scelte: il percorso formativo è basato su una pedagogia esperienziale, ad esempio con itineranze che prevedono esplorazioni giornaliere del territorio circostante e viaggi in Italia e all’estero; infine sono parte integrante dell’insegnamento corsi di teatro, arte, musica, manualità, educazione alla tecnologia e la relazione con il mondo vegetale.

2- Ci può descrivere una giornata tipo di un abitante della vostra comunità?

Non esiste una “giornata tipo” del cittadino damanhuriano, perché ciascuno segue le proprie attività lavorative e fa parte di gruppi di ricerca indipendenti tra loro.

Le “famiglie” dei damanhuriani che formano le comunità sono generalmente aggregazioni di un numero variabile da cinque a venti persone, in base agli spazi abitativi disponibili: sono “cittadini” di tutte le età e provenienze, accomunati dall’interesse per i progetti locali o dalle caratteristiche del territorio che essi stessi hanno scelto.

Di solito ogni famiglia dedica due o tre ore ogni settimana a un momento di scambio, condivisione e confronto su esigenze o interessi dei singoli e del gruppo.

3- E’ possibile far parte della vostra comunità per brevi o prolungati periodi?

Per fare parte della vita comunitaria occorre conoscere bene il pensiero filosofico e spirituale e la socialità; di solito sono necessari da sei mesi a un anno per approfondire la reciproca conoscenza e questo può avvenire soprattutto grazie a brevi periodi di permanenza nelle comunità.

Nel tempo sono stati organizzati inoltre periodi di permanenza da uno a tre mesi; dal 2019 è proposto il progetto “Lab of Life”, un programma di esperienze nelle Comunità damanhuriane gestito in collaborazione con l’associazione “Damanhur Education n.g.o”: consiste in un mese di vita comunitaria con esperienze nei settori di ricerca e nella spiritualità damanhuriana.

La Federazione è sempre aperta ai visitatori provenienti da tutto il mondo, ai quali sono rivolti programmi della durata di poche ore o di qualche giorno, gestiti dall’associazione “Welcome office” (che accoglie in media circa 15mila presenze annue, dato riferito al periodo pre Covid-19).

L’interesse dei visitatori è rivolto in gran parte ai Templi dell’Umanità, struttura ipogea di oltre 8mila metri cubi caratterizzata da sale utilizzate per meditazione e ricerca, decorate con pitture, mosaici, vetrate e sculture.

Molto frequentati sono anche corsi e stage, in presenza oppure on line e webinar, che “Damanhur University” propone con l’obiettivo di condividere le conoscenze e le esperienze nell’ambito della crescita personale e della ricerca spirituale che da oltre quarant’anni caratterizza la federazione.

https://damanhur.org

Welcome office: www.welcome.damanhur.orgwelcome@damanhur.org – +39 124 512226

Damanhur University: info@damanhuruniversity.org





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