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Talidomide: Le scuse non sono sufficienti

Di Valeria Bonora - 4 Settembre 2012

Il Talidomide fu sviluppato negli anni ’50 dalla Grünenthal, un’azienda farmaceutica fondata (nel 1946) e controllata dalla famiglia tedesca Wirtz. Si trattava del principio attivo contenuto nella pillola Contergan, commercializzata a partire dal 1957 come un farmaco dalle grandi potenzialità. Secondo l’azienda, il Contergan poteva curare mal di testa, insonnia, nausea e fare da anestetico. In particolare, era raccomandato per combattere la nausea mattutina e per questo motivo fu acquistato da moltissime donne incinte. La pillola Contergan e il suo principio attivo Talidomide ebbero un notevole successo, tanto che negli Stati Uniti, dove la sua vendita non fu mai concessa, diverse persone ne entrarono in possesso comprandolo all’estero. Gli effetti del farmaco furono chiari dopo pochi anni. I figli di madri che avevano assunto Contergan avevano un’alta probabilità di contrarre la focomelia, una malattia che causa gravi deformazioni agli arti, agli occhi, alle orecchie, al naso e al volto. Le deformazioni erano così gravi da causare nella metà dei casi il decesso del neonato. Si calcola che tra i 10 e i 20 mila neonati abbiano subito malformazioni permanenti a causa del Talidomide. Circa 3 mila sono sopravvissuti fino ad oggi.

E questa è la storia…

HaraldStock, direttore esecutivo del Grünenthal Group, compagnia farmaceutica che commercializzò il farmaco, ha chiesto scusa pubblicamente ai pazienti e alle famiglie. L’annuncio è avvenuto proprio nel corso di una cerimonia di commemorazione per i bambini che hanno subito gli effetti collaterali del talidomide che si è tenuta a Stolberg nella regione della Renania Settentrionale-Vestfaliain Germania. Stock si è rivolto alle vittime e alle loro famiglie, precisando anche di essere consapevole che le scuse arrivano con troppo ritardo. “Ci scusiamo per il fatto che non abbiamo trovato modo di venire a scusarci con voi, uno per uno, per quasi cinquanta anni. Siamo stati in silenzio, e ci scusiamo per questo. In parte questo silenzio è dovuto allo shock che tutta la questione ha causato anche in noi”, ha commentato, aggiungendo poi che prima di mettere in commercio la sostanza erano stati fatti tutti i test possibili, date le conoscenze scientifiche degli anni Cinquanta.

E queste sono le scuse…

E questo quel che rimane in ricordo delle vittime del farmaco passato alla storia per aver ucciso milioni di bambini.
L’associazione che riunisce le vittime del Talidomide in Italia accetta le scuse… «Le scuse sono sempre importanti anche se a 50 anni di distanza – afferma Vincenzo Tomasso, presidente dell’Associazione Thalidomidici Italiani – ma siamo rammaricati del fatto che nè noi nè le altre associazioni internazionali di vittime siamo stati invitati alla cerimonia di inaugurazione del memoriale durante la quale sono state pronunciate le scuse. Inoltre le vittime italiane, così come quelle di molti altri Paesi, non hanno ricevuto un centesimo dalla Grunenthal. Sarebbe bello se alle parole corrispondesse anche qualche fatto concreto». In Italia, spiega Tomasso, le vittime ancora in vita del farmaco sono circa 300: «In tutto saranno state circa 6-700 – sottolinea – ma molti sono morti proprio a causa del Talidomide. Solo negli ultimi anni siamo riusciti a vederci riconosciuto un indennizzo da parte dello Stato, visto che anche le aziende italiane a cui è stato venduto il brevetto sono fallite o scomparse». La vicenda della Talidomide ha avuto almeno un risvolto positivo: «È stato grazie all’azione di noi vittime – spiega Tomasso – che è stata inventata la farmacovigilanza e sono stati istituiti test rigorosi sui farmaci prima della messa in commercio».

Mentre per le associazioni britanniche, australiane e svedesi a sostegno delle vittime di Talidomide le scuse non sono sufficienti e anzi sono piene di inganni. Per esempio l’accordo raggiunto in Germania negli anni Settanta ha portato alla creazione di un fondo di 150 milioni di euro per circa 3mila vittime tedesche, ma visto che le aspettative di vita normali sono di circa 85 anni, la somma non è sufficiente. In molti altri Paesi le vittime aspettano ancora di ottenere un risarcimento da Gruenenthal o dai distributori del farmaco, visto anche che le aziende a cui era stato venduto il brevetto sono fallite o scomparse.
Ma davvero non si poteva evitare tutto questo??
Forse… Nessuno spiega come è nato questo farmaco… nessuno fa riferimento alla sperimentazione animale. Come riportato dalla LAV, il primo caso registrato di focomelia causata dal Talidomide risale al 25 dicembre 1956, ma nel 1957 il farmaco fu comunque messo trionfalmente in commercio. Seguirono altri casi di nati focomelici a cui seguirono nuove sperimentazioni SEMPRE sugli animali. I test eseguiti dai ricercatori cercavano negli animali la prova di ciò che già era noto nell’uomo, ma nessuna delle specie trattate in laboratorio con il Talidomide produsse feti focomelici. Un massacro di moltissimi animali che non servì a nulla e ritardò il ritiro del pericoloso farmaco dal mercato.
L’assunzione del Dr. Lenz, basata su un riscontro epidemiologico con centinaia di casi focomelici, fu ignorata per ben cinque anni e gli studi sugli animali svolsero un ruolo cruciale nell’ampliare questa tragedia.
E’ vergognoso che nessuno riporti l’oggettiva storicità dello scandalo del Talidomide. Molte persone ancora giustificano la vivisezione perché passivamente inculcata come un “male necessario”, ma è fondamentale fornire una corretta e completa informazione diffondendo ai cittadini la verità sul paravento giuridico e scientifico su cui fonda le basi il fenomeno della sperimentazione animale.

 





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