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Toro Jubilo: il fuoco dell'ignoranza brucia ancora

Di Gaia Di Giovanni - 13 Ottobre 2014

Toro Jubilo

È risaputo che in Spagna i tori non hanno vita facile; considerati fenomeni da baraccone da troppo tempo, non riescono a scrollarsi di dosso questi rituali che ogni anno li vedono protagonisti in svariate occasioni, festival e spettacoli.

Conosciamo la corrida e ci battiamo giorno dopo giorno perché questa rimanga solo un grande ricordo che è parte di una grande cultura; poi abbiamo scoperto il toro de la vega, sanguinosa festa non poco inquietante; ma adesso sta per arrivare novembre e a Soria si parla già allegramente dei preparativi per il Toro Jubilo, altro festival, altro toro, altro sangue.

Tutto si svolge in una piazza, un toro è legato ad un palo e circondato dai partecipanti alla festa; sulle corna del toro sono incastrate due sfere di catrame, queste vengono bruciate e nel giro di pochi secondi le fiamme sulla testa del toro diventano sempre più ampie.

Liberato, l’animale comincia a correre all’impazzata, le fiamme lo stanno uccidendo, si lancia contro le mura della piazza e non è chiaro se il tentativo è quello di spegnere quel fuoco o di togliersi la vita facendo violenza su se stesso.

Intanto, come possiamo vedere da questo video sul Toro Jubilo la gente corre e urla stupidamente, come se non si rendesse conto che il toro non ha nessuna intenzione di seguirli e giocare con loro, vuole solo essere liberato da quelle torture e andare via in pace.

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Alcune domande sorgono spontanee, cosa c’è di divertente? Quelle grasse risate, di preciso, a cosa sarebbero dovute? Che genere di usanza culturale è mai questa? Se la tortura era stata abolita per la sua disumanità, perché pensiamo sia umano usarla invece sugli animali?

Intanto il fuoco sta facendo il suo effetto, il toro non ha più un volto, è bruciato, la sua pelle cade a pezzi, la vista è quasi totalmente perduta e, correndo, sbatte ovunque confuso e disperato, e il dolore, non immaginiamolo nemmeno, non potremmo mai comprenderlo davvero.

Serve ancora un po’ di tempo perché il calore consumi completamente il toro ormai distrutto e senza forze; poi finalmente cade e, morto, o quasi, forse ancora agonizzante, è diventato un pezzo di carne bruciata.

Ecco adesso la parte più significativa della festa: il toro deve essere scannato e mangiato perché se un animale ha subito tortura e violenza prima di morire, chi ne mangerà la carne, secondo una credenza senza senso tanto quanto questa festa, diventerà forte e invincibile.

Diciamo allora a questi invincibili e, a dir poco, fanatici spagnoli che forse è arrivato il momento di fermare le insensate pratiche che ancora portano avanti con incomprensibile fierezza; chiediamolo direttamente ai funzionari che si occupano di questo barbaro intrattenimento firmando questa PETIZIONE DELLA PETA per fermare la manifestazione del Toro Jubilo.

E non perdiamo mai la convinzione che a questo mondo esiste chi, per sentirsi invincibile, decide di imporsi non con la violenza ma con grande umanità.

A tal proposito leggete l’articolo La storia d’amore di un toro e del suo salvatore

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