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Pomodori contaminati da E.Coli: Ma l'Italia Tace

Di Valeria Bonora - 3 Giugno 2014

L’allerta alimentare è arrivata dalla Repubblica Ceca che, attraverso due notifiche al Sistema di Allerta Rapido Europeo e precisamente il 18 e il 19 maggio 2014, rendeva noto che in un lotto di pomodorini ciliegini, provenienti dal Marocco, sarebbe stata ritrovata la tossina del batterio E. Coli.

Ancora prima dell’allerta della Repubblica Ceca, anche la Francia aveva reso nota un’intossicazione alimentare legata ai pomodori marocchini, verificatasi dal gennaio 2014 allo scorso 10 aprile, registrando ben “26 casi di intossicazione alimentare con una grave sintomatologia con “sintomi digestivi” ascrivibile al consumo di pomodori ciliegini”.

Pomodorini contaminati: in Italia l’allarme non è arrivato.

Il Ministero della Salute ancora una volta non fa sentire la sua voce in merito a casi di allerta alimentare di prodotti provenienti dall’estero.

L’Escherichia Coli è un batterio molto pericoloso per la salute umana. Ma come può il cittadino italiano proteggersi da questo rischioso batterio se il Ministero della salute non allerta la popolazione?

Per ora non ci sono certezze sui lotti provenienti dal Marocco, quindi l’unica cosa che il consumatore può fare è mantenere un livello elevato di igiene ed evitare di acquistare pomodori provenienti dal Marocco.

Inoltre va ricordato che la cottura degli alimenti elimina il rischio di contagio per il batterio di E. coli e se la frutta e verdura la volete mangiare cruda, meglio lavarla molto bene magari lasciandola a bagno con il bicarbonato o avvalendosi di soluzione tipo Amuchina©.

Un lavaggio in lavastoviglie dovrebbe scongiurare la contaminazione degli utensili e dei taglieri della cucina.

Il batterio di E. Coli viene trasmesso dalle feci dei ruminanti, è letale solo negli anziani e nei bambini, e in persone deboli. Per gli adulti in buona salute l’infezione provoca una brutta gastroenterite con coliche addominali e diarrea accompagnata, a volte, da sangue nel qual caso rivolgersi immediatamente ad un medico perché si potrebbe verificare una sindrome emolitico-uremica, che può finire con un blocco renale.





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