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L'abbraccio di una mamma che salva la vita. Uno spot che fa battere il cuore!

Di Valeria Bonora - 25 Aprile 2014

Questo video che voglio condividere con voi, è uno spot pubblicitario “pro istinto materno“, ma la cosa che lo rende tanto emozionante, oltre ad esserlo già di suo, è che è tratto da una storia vera.

Una madre che riesce a resuscitare il proprio figlio a dispetto di quello che dicevano i medici, sembra forse più una favola, ma a volte le favole si avverano. E’ accaduto a Sidney in Australia il 27 Agosto del 2011.

Kate Ogg ha partorito due gemelli prematuri, di 27 settimane, la femminuccia stava bene, mentre il maschietto era stato dichiarato morto dai medici, dopo i vani sforzi per cercare di rianimarlo.

Kate Ogg e il piccolo Jamie

La notizia fu riporta dal DailyMail e creò piuttosto scalpore, tanto che la madre fu anche intervistata durante la trasmissione Today Tonight, queste furono le sue parole:

“Il medico mi chiese, dopo il parto, se avevamo già dato un nome a nostro figlio. Io gli dissi che si chiamava Jamie, e lui tornò da me con il bimbo in braccio dicendomi: ‘Abbiamo perso Jamie, non ce l’ha fatta. Mi dispiace’. E’ stata la peggior sensazione che abbia mai provato, presi Jamie in braccio, lo strinsi a me. Le sue braccia e le sue gambe penzolavano dal suo corpo, non si muoveva. Io e David abbiamo iniziato a parlargli, gli abbiamo detto il suo nome e che aveva una sorella, gli abbiamo detto ciò che avremmo voluto che facesse nella sua vita. Dopo un po’, ha iniziato a muoversi, a respirare ancora. Ho pensato ‘Mio Dio, cosa succede?’, e dopo pochi secondi ha riaperto gli occhi. E’ stato un miracolo. Siamo i genitori più fortunati del mondo”.

L’istinto materno, l’amore di una madre, un miracolo… di qualunque cosa si tratti è una cosa potentissima, tanto da salvare un bambino da una presunta morte. Ma scientificamente è possibile dare un senso a questo evento tanto straordinario?
Si, l’incredibile resurrezione del bimbo, non è poi così incredibile. Quando la mamma lo ha preso, e se lo è appoggiato sul seno, il contatto del corpo nudo del bimbo con il corpo nudo della madre ha fornito il calore necessario a “risvegliare” il neonato.
Questa tecnica viene utilizzata da anni per i bambini prematuri, si chiama terapia del canguro e si tratta di un metodo nato nel 1979 in un ospedale di Bogotá, in Colombia, che viene adottato con i neonati molto piccoli e consiste nel mettere il neonato nudo sul seno materno, a diretto contatto con la cute calda della madre, per un tempo prestabilito e sotto costante controllo. Questo metodo facilita la regolazione della temperatura e del respiro del bambino. In secondo luogo ha effetti positivi sul piano psicologico e comportamentale. Uno studio condotto da un team di ricercatori della Bar – Ilan University di Israele e pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry ha dimostrato che i neonati trattati con la terapia del canguro avevano avuto uno sviluppo migliore rispetto agli altri.
A volte i miracoli sono più vicini di quanto pensiamo, e spesso affidarci essenzialmente alle macchine (come le incubatrici in questo caso) non è sempre la scelta migliore, ma il contatto umano, l’abbraccio di una mamma, spesso fa meglio, e può addirittura riportare in vita il proprio figlio.

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