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La LAV contro le corse illegali di cavalli

Di Valeria Bonora - 12 Gennaio 2012

Finalmente una bella notizia. Andando a sbirciare nel sito della LAV ho letto che stanno lottando per bloccare le corse clandestine di cavalli e le loro macellazioni illegali. La LAV (Lega Anti Vivisezione) si rivolge ai Ministri dell’Interno, delle Politiche Agricole, dell’Economia, della Salute e agli Assessorati regionali alla Sanità, e rivolge un appello nel timore che la criminalità organizzata possa approfittare della crisi del settore Ippico, il quale ha ricevuto un contributo statale ridotto di quasi la metà.

Secondo l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV le corse illegali di cavalli hanno un giro d’affari – tra truffe nell’Ippica e corse clandestine di cavalli – che raggiunge circa 1 miliardo di euro l’anno.
“La criminalità organizzata potrebbe approfittare della crisi che investe il settore dell’Ippica ufficiale per speculare sulla pelle dei cavalli – afferma Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV – Basti pensare che in tredici anni (dal 1998 al 2010) in Italia sono state denunciate 2997 persone, sequestrati 1032 cavalli e bloccate 92 corse clandestine.”

Per fronteggiare il rischio di illegalità la LAV chiede l’adozione urgente dei seguenti provvedimenti:
– controlli anche di natura fiscale sulla compravendita dei cavalli “dismessi” dall’ippica ufficiale per prevenire il loro riutilizzo in attività criminali quali le corse clandestine o le macellazioni abusive.
– Il divieto di circolazione su strada di mezzi trainati da animali.
– L’approvazione di una sanzione delittuosa per chi organizza o partecipa a corse clandestine (attualmente il Codice della strada prevede una mera sanzione amministrativa, di fatto la sola corsa non costituisce reato; la censura penale può arrivare solo se viene violato l’articolo del Codice penale che punisce l’organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica, sanzione peraltro finora scarsamente applicata).
– Il divieto di possedere cavalli, scuderie o attività inerenti l’ippica per i pregiudicati per reati a danno di animali, scommesse clandestine e gioco d’azzardo, anche attraverso l’adozione di misure di polizia, personali e reali, nei confronti di coloro che si ritiene, sulla base di elementi di fatto, siano abitualmente dediti alle corse clandestine e ai traffici delittuosi connessi, e di coloro che per la condotta e il tenore di vita, si ritiene, sulla base di elementi di fatto, che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose connesse alla corse clandestine.
“I cavalli devono però anche essere tutelati da ogni rischio di strumentalizzazione da parte del settore Ippico che, a causa delle minori risorse statali, minaccia la macellazione di almeno 15 mila cavalli anziché prendere atto della riduzione del 25% delle scommesse solo nell’ultimo anno e dunque della disaffezione del pubblico verso queste discutibili competizioni che, benché legali, ormai interessano solo chi le fa – afferma la LAV – A meno che lo Stato non obblighi tutti noi a scommettere sui cavalli per mantenere in piedi questa industria, è necessaria una riconversione totale e davvero coscienziosa del settore, fino alla sua inevitabile scomparsa”.

“Tutto questo è una dichiarazione di totale fallimento dell’intero meccanismo di tracciabilità dei cavalli – conclude la LAV – Eppure di strumenti ce ne sarebbero, per non permettere ai cavalli sportivi di finire chissà dove, se davvero si avesse maggiore considerazione e tutela per questi animali che noi chiediamo possano essere equiparati, per legge, agli animali d’affezione”.
 
Sicuramente una bella cosa ma sarebbe ancora migliore se la gente smettesse di scommettere sulle corse, che siano esse clandestine o legali, i cavalli che vivono per le corse hanno una vita media di 20 anni… contro i 40 di quelli che vivono in libertà. Che diritto abbiamo noi di dimezzare la vita di un animale solo per il nostro piacere ludico?
Inoltre volevo ricordare una cosa che vale per tutti gli animali non solo per i cavalli…
L’eutanasia di un animale sano, o la sua uccisione con altri mezzi, integra la fattispecie di reato di cui all’art. 544 bis del codice penale, che punisce con la reclusione da quattro a ventiquattro mesi chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale.
(fonte LAV.it)





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