Animalismo
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Il rispettoso saluto degli elefanti dinnanzi alle ossa di un antenato [Video]

Di Gaia Di Giovanni - 22 Gennaio 2015

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Gli animali hanno il senso della storia?

Sanno che il tempo è stato artefice di un’evoluzione e che alle loro spalle si presenta un passato fatto di antenati, vite vissute, cambiamenti fisici e mentali?

Che conoscano certi fatti è davvero improbabile, ma esiste forse un’intuizione, un sapere che si trova in loro, messo lì da chissà chi e grazie al quale sono consapevoli del fatto che ogni specie ha da raccontare una storia meravigliosa.

Sembra un argomento inconsistente perché è evidente che se noi abbiamo appreso di essere esistiti nel tempo in modi vari e complessi è grazie a studi e ricerche lunghe e approfondite.

È possibile però che prima che qualcuno ci desse conferma della nostra evoluzione, eravamo comunque consapevoli, anche se inconsciamente, che il presente fosse il risultato di un lungo cammino.

Questo video toccante ci conferma la legittimità del dubbio.

La curiosità di questi elefanti alla vista di quello scheletro è meravigliosa; è palese soprattutto che in quel oggetto riconoscono una forma simile alla loro, sembra si stiano chiedendo dove hanno già visto qualcosa del genere, come se lo conoscessero già e lo accarezzano, lo annusano, ne sentono la consistenza e lo guardano con enorme interesse.

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Ovviamente sono solo ipotesi, potrebbe non essere così, forse non stanno pensando nulla del genere, forse proprio niente gli sembra familiare, ma è più bello pensare il contrario e, soprattutto, è difficile non credere che ci sia qualcosa di profondo nei loro occhi.

Sono sguardi troppo attenti, troppo interessati a quello scheletro e il fatto che non mostrino paura o disinteresse o perplessità ma qualcosa che ricorda la malinconia potrebbe farci pensare che in realtà percepiscono nel loro presente il risultato di un percorso attraversato da specie antiche che nel tempo hanno trovato un equilibrio imperfetto su questa terra.

L’elefante che rimane lì qualche secondo in più, mentre tutti gli altri riprendono il cammino, per toccare ancora una volta il suo simile ormai lontano, è toccante come toccanti sono gli addii.

E questo non sembra proprio un addio?

Un essere vivente che veglia un compagno defunto e poi, salutandolo con una carezza, va via lungo la sua strada.

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Ci emoziona perché è la storia della nostra vita, perché noi, tanto evoluti e pieni di sapere siamo troppo simili alle specie che vivono intorno a noi.

Viviamo una vita che immaginiamo come una strada e, mentre la calpestiamo, con fatica e mille difficoltà, incontriamo altri come noi, decidiamo se camminare con loro per rendere tutto più semplice, come facevano quegli elefanti, qualcuno possiamo abbandonarlo perché la strada non è una sola e spesso ci costringe a separarci da chi ci sta accanto, e spesso, come in questo caso, incontriamo chi ha già percorso la propria strada e rivive in noi grazie alla nostra memoria.

Sarebbe incredibile se questa memoria appartenesse in realtà ad ogni essere che popola questa terra e, se davvero così fosse, allora i nostri elefanti sapevano benissimo cosa si trovava di fronte a loro.

Gaia Di Giovanni





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