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Psicologia

Procrastinazione: quando la forza di volontà non basta

Di Sandra Saporito - 28 Gennaio 2018

“Per riuscire nel mondo, prendete bene in considerazione queste tre massime: vedere, è sapere; volere, è potere; osare, è avere.”
— Alfred de Musset

Procrastinazione e forza di volontà

senza forza di volontà
Abbiamo mille impegni, mille cose da fare, la nostra agenda esplode ma malgrado ciò, ci viene l’impulso di rimettere a domani ciò che potremo fare oggi. È un problema? Se lo è, il 95% della popolazione mondiale dovrebbe mettersi la mano sulla coscienza.
Perché rimandiamo a domani? Per diversi motivi; dal perfezionista che teme il fallimento a chi ha una paura inconscia del termine, come simbolo inconscio di morte, dall’ansioso all’adulto cresciuto in una famiglia dove veniva continuamente denigrato,… Siamo in molti a gonfiare i ranghi dei procrastinatori anonimi. Di fronte al procrastinatore cronico, pensiamo che il famoso detto “volere è potere” di Alfred de Musset, sarà l’antidoto al suo eterno rimettere a domani, ma è davvero così?

Perché procrastiniamo?

Procrastiniamo solo per mancanza di volontà? Basta davvero volere per potere? Se la maggioranza annuisce a tale affermazione, altri ‒ psicologi e ricercatori ‒ affermano di no. La forza di volontà influisce su di noi come un vento che spinge la parte visibile di un iceberg mentre una forte corrente marina trascina la parte sommersa nella direzione opposta; ecco perché a volte non basta volere. Il “colpevole” in questo caso è l’inconscio che può portarci nella direzione opposta.
iceberg
“La volontà non può superare i limiti della sfera psichica; non è in grado di costringere l’istinto, e non ha potere sullo spirito.”
—Aldo Carotenuto
Appena ci mettiamo a dieta, passiamo ore ed ore a guardare ricette e serie culinarie oppure decidiamo di rivoluzionare la nostra vita smettendo di fumare, andando a correre e promettendosi di fare 1001 cose. In quelle condizioni, è ovvio che si mollerà. Perché? Abbiamo dimenticato una cosa importante: ciò che siamo influisce su ciò che ‒non‒ facciamo. Sarebbe quindi utile fare un buon lavoro di introspezione per essere consapevoli dei blocchi inconsci che ci spingono sulla strada del auto-sabotaggio, per capire come far sì che il nostro inconscio lavori a nostro favore. Ecco cosa diceva C. G. Jung a riguardo:
“All’uomo piace credere di essere padrone della propria anima. Ma nella misura in cui egli si dimostra incapace di controllare i propri stati d’animo e le proprie emozioni, o di prendere coscienza degli infiniti modi segreti in cui i fattori inconsci arrivano a insinuarsi nei suoi propositi e nelle sue decisioni, egli non è affatto padrone di se stesso.”
procrastinare
Ma prima di gridare al complotto di fronte ad un inconscio testardo che vorrebbe metterci i bastoni tra le ruote, dobbiamo prima di tutto capire in che stato fisico siamo perché il nostro livello di energia può influire negativamente sulla nostra forza di volontà. Se siamo reduci da una giornata lavorativa molto faticosa e stressante, nessun trainer, nessun coach al mondo potrà farci alzare dal divano, per un semplice motivo: abbiamo già esaurito le nostre batterie. In questo caso, la linea di confine tra procrastinazione e vera necessità di riposo è labile ed è importante capire cosa ci fa buttare la spugna prima di auto-flagellarsi inutilmente affibbiandosi l’appellativo poco decoroso di fannullone e facendo decadere la propria autostima.

Quando la forza di volontà ha bisogno di ricaricare le batterie

Capita spesso di ritrovarci a rimandare i nostri impegni quando siamo stanchi. È umano. Alcuni studi scientifici condotti dall’università di Standford hanno dimostrato, durante un esperimento condotto su due gruppi di persone che dovevano memorizzare sequenza diverse di numeri ‒ una sequenza lunga e complicata e l’altra corta ‒ e al termine del quale dovevano scegliere tra torta al cioccolato e frutta, che una condizione di lavoro intenso, a carico della corteccia cerebrale prefrontale, spingeva le persone a scegliere ciò che per loro rappresentava una ricompensa: chi aveva dovuto memorizzare la sequenza più lunga sceglieva la torta mentre chi aveva ricevuto la sequenza più corta e quindi più facile da memorizzare, sceglieva la frutta.
cervello
La corteccia prefrontale governa prevalentemente la memoria a corto termine, la concentrazione e la risoluzione di problemi. Un’attività che richiede di fare appello a tale facoltà in maniera da esaurire le nostre riserve di glucosio ‒ indispensabile per il cervello ‒ provocherebbe quindi un calo considerevole della nostra forza di volontà e di riflesso, un aumento del nostro impulso a procrastinare.

Quando il famoso “volere è potere” influisce negativamente sulla nostra autostima

Come abbiamo già visto, possiamo lasciarci andare al rimandare a domani per motivi ben diversi dalla semplice mancanza di volontà, ma dobbiamo considerare anche il circolo vizioso nel quale rischiamo di cacciarci pensando che,protraendo sempre i nostri impegni, in realtà siamo degli esseri senza volontà. Infatti, questo continuo rimandare, quando siamo convinti che basta volere per farcela, provocherebbe una spaccatura tra noi e l’immagine ideale che abbiamo di noi.
A furia di rimandare, il gap tra l’immagine reale e quella idealizzata si ingrandirebbe a tal punto da farci sentire profondamente in colpa e a minare la nostra autostima, andando ad alimentare quelle correnti contrarie che ci spingono inconsciamente nella direzione opposta rispetto ai nostri obiettivi. Così ci ritroviamo dopo una settimana di dieta col naso nel frigo a mangiare le peggiori schifezze, passiamo da un estremo all’altro senza renderci conto che abbiamo messo il piede in un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscire.
sensi di colpa

Come si allena la volontà?

Per riuscire a portare a termine i nostri obiettivi, ci sono alcuni consigli che possono venirci in aiuto. Il primo di tutti è di riuscire a ridere di se stessi; questo ci eviterà di irrigidirci mentalmente su un immagine fuorviante e idealizzata di quello che avremmo potuto essere se non fossimo caduti in tentazione, col vantaggio di evitarci inutili sensi di colpa, portone d’entrata del circolo vizioso al quale abbiamo accennato prima.

“Sappi che le volontà troppo rigide più facilmente crollano.”
— Sofocle

Un secondo accorgimento, condiviso dagli uomini e dalle donne d’affari, è di fare di prima mattina ciò che si rischierebbe di rimandare al giorno dopo, approfittando del fatto che la motivazione è più alta di mattina perché il lobo prefrontale è più riposato dopo una notte di sonno.
Un terzo accorgimento, è di mangiare in maniera sana per fornire al cervello le scorte di glucosio che gli servono per far fronte ad un certo tipo di impegno; meglio mangiare un frutto anche subito dopo uno sforzo cerebrale per evitare di cedere alle tentazioni o a cibi che potrebbero peggiorare le nostre condizioni.
Concludiamo con un detto della saggezza popolare, che riassume bene ciò che abbiamo detto finora:

“Non basta andare al fiume con la volontà di pigliar pesci, bisogna andarvi con la rete e con l’amo.”

 

Sandra “Eshewa” Saporito
www.risorsedellanima.it





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