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Curiosità

Guida per l'orto sinergico: come realizzare l'orto più naturale in assoluto!

Di Marco Grilli - 29 Marzo 2015

Sulla base dei principi dell’agricoltura naturale stilati dall’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka, a partire dagli anni ’80 del ‘900 la coltivatrice spagnola Emilia Hazelip ha elaborato un metodo di coltivazione innovativo, adattando tali insegnamenti al clima mediterraneo.

Così è nata l’agricoltura sinergica, la forma di coltivazione più naturale in assoluto, che riconosce l’utilità della sola pacciamatura e ripudia l’utilizzo di qualsiasi tipo di ammendante, perché considera che il suolo migliora la sua fertilità se coltivato con la massima densità di piante e trattato correttamente.

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Dall’osservazione di quanto avviene spontaneamente in natura, Fukuoka ha elaborato quattro principi per realizzare la forma di agricoltura più in armonia con la natura e non inquinante. Vediamo quali sono:

1) Nessuna lavorazione del suolo, poiché la terra si lavora da sola attraverso la penetrazione delle radici e l’attività di microrganismi, insetti, lombrichi e altri piccoli animali

2) Nessun concime chimico né composto preparato, poiché il suolo lasciato a se stesso conserva e aumenta la propria fertilità

2) Nessun diserbo, perché le erbe indesiderate vanno solamente controllate ma non eliminate

4) Nessuna dipendenza dai prodotti chimici, poiché se la natura viene lasciata a se stessa resta in perfetto equilibrio.

Sin dagli anni ’30 del ‘900 Fukuoka ha cercato di dimostrare che si può praticare l’agricoltura semplicemente rispettando la dinamica degli organismi viventi che si trovano naturalmente nel suolo, ripudiando il principio dell’agricoltura tradizionale secondo il quale le piante sottraggono fertilità a quest’ultimo, che deve esser quindi reintegrato di quegli elementi utili persi con la raccolta. Al contrario, l’agronomo giapponese ha sempre sostenuto che mentre la terra fa crescere le piante, esse creano suolo fertile attraverso i propri essudati radicali, i residui organici rilasciati e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi.

La prima preparazione per l’orto sinergico prevede la realizzazione dei bancali, ossia delle aiuole rialzate con terreno scavato in loco, che non deve esser mai più schiacciato e compattato. I bancali aiutano ad aerare il suolo compattato e possono esser realizzati in diverse forme e dimensioni. Per accedere ad essi si utilizzeranno degli appositi passaggi. La forma dei bancali può essere rettilinea, curva o a mandala. La larghezza ottimale è di 120 centimetri, per la lunghezza non ci sono limiti ma conviene lasciare dei passaggi ogni quattro-otto metri, l’altezza ottimale è di 30-40 centimetri, mentre la larghezza delle zone di passaggio deve essere di almeno 50-60 centimetri, per consentire il passaggio di una carriola.

bancali

bancali

Per realizzare i bancali basta una semplice lavorazione a mano con vanghe e badili, mentre per sagomare lo strato superficiale conviene utilizzare un rastrello. Se per il nostro orto sinergico interveniamo su terreni fortemente sfruttati e erosi, è consigliabile ricorrere ad un apporto dall’esterno di terra e di compost o letame già decomposto, avendo l’accortezza di coltivare nel primo anno piante non commestibili o poco esigenti (cicoria, bietola), per accelerare l’evoluzione del terreno.

Se invece la superficie in questione era stata precedentemente trattata con prodotti chimici, è bene iniziare con la coltivazione di una o più piante (trifoglio, cicoria, senape), che metabolizzeranno i residui tossici contenuti nel terreno e gli forniranno il primo apporto di sostanza organica. Nel caso di suoli fortemente compattati o colonizzati da rovi, prima delle lavorazioni superficiali bisogna intervenire con un accurato lavoro di scasso e rimozione delle radici.

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Qualora invece la superficie prescelta fosse soggetta a ristagni d’acqua, è buona norma piantare nelle vicinanze salici, ontani e altre specie con effetto drenante. Infine, se siamo in presenza di un terreno incolto o precedentemente trattato come orto biologico, si potrà procedere subito alla semina e al trapianto. Se l’area del vostro orto non è opportunamente protetta da alberi o arbusti intorno, cercate anche di realizzare una siepe tagliavento con specie autoctone.

Per quanto riguarda l’irrigazione, il metodo consigliato per l’orto sinergico è quello goccia a goccia, che consente un notevole risparmio idrico ed evita di bagnare la parte aerea delle piante. Per realizzarlo basta utilizzare dei tubi di polietilene da 12 a 16 mm di diametro, fissati al suolo con filo di ferro grosso piegato a U, sotto lo strato di pacciamatura. Nel caso di orti di oltre 100 m2 è consigliabile l’inserimento di appositi gocciolatori nei fori, per garantire un’irrigazione più uniforme. A monte del sistema è bene poi collocare un filtro per prevenire l’ostruzione dei fori.

Irrigazione

Irrigazione

Veniamo quindi a un’operazione fondamentale per questo tipo di orticoltura, la pacciamatura dei bancali, che ha la funzione di: proteggere il suolo dal gelo e dal compattamento e dilavamento operato dagli agenti atmosferici; ridurre la perdita di umidità; facilitare la colonizzazione della microfauna e dei microrganismi utili al terreno e, non da ultimo, prevenire lo sviluppo delle erbe infestanti e la diffusione degli agenti patogeni.

Per questo procedimento si possono utilizzare la cellulosa della paglia (proveniente da agricoltura biologica) o altri materiali quali foglie (non gli aghi di conifere), residui vegetali di piante erbacee senza semi, scarti di potatura tritati, segatura, cartone per alimenti ecc. La pacciamatura deve essere sempre biodegradabile – per trasformarsi in compost – e interessare anche i passaggi fra i bancali.

Pacciamatura con paglia

Pacciamatura con paglia

Prima dell’inizio della coltivazione l’orto sinergico richiede anche l’installazione di tutori permanenti per le piante, costituiti da tondini di ferro da edilizia ritorti (lunghi sei metri e del diametro di 10-12 millimetri), che vanno a formare archi dell’altezza di circa due metri, uniti tra di loro con del fil di ferro. I tutori forniscono supporto alle specie rampicanti, danno sostegno a quelle ad alta densità di fogliame e impediscono alle varietà che si sviluppano in altezza di ingombrare i passaggi, consentendo alla luce e all’aria di filtrare tra le piante. Per il fissaggio di quest’ultime ai tutori si utilizzano cordicelle in materiale biodegradabile (canapa, sisal, ecc.).

Tutori

Tutori

Eccoci quindi alla semina e ai trapianti, che devono essere ben programmati per assicurare la costante copertura dei bancali in ogni periodo dell’anno, con piante destinate all’alimentazione, aromatiche, ornamentali e officinali. Per la sinergia ottimale devono esser presenti almeno tre differenti specie di piante, comprendenti minimo una varietà di leguminose (fagioli, fave, piselli, ceci ecc.), che fissano l’azoto atmosferico al suolo, e una di liliacee (aglio, cipolla, porro ecc.), ottime in funzione antibatterica, da posizionare nelle fasce perimetrali dei bancali.

Nello stesso posto vanno collocate le piante aromatiche (salvia, rosmarino, origano, timo ecc.), mentre quelle ornamentali possono esser collocate ovunque, rendendo l’orto più piacevole e profumato. Le erbe spontanee, invece, vanno rimosse a mano e sfoltite solo quando tendono a soffocare le specie coltivate, perché in genere contribuiscono ad assicurare la copertura costante dei bancali, e in alcuni casi possono essere anche commestibili o curative (senape, portulaca, parietaria ecc.).

Sempre in merito alla disposizione degli ortaggi, leguminose, pomodori, basilico, zucchine, zucche e melanzane devono esser collocate preferibilmente nella parte piana dei bancali, le patate vanno bene ovunque, mentre le sponde è consigliabile riservarle a carote, insalate, radicchi, cicorie e bietole.

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Alcune raccomandazioni: disegnate ogni anno il progetto del vostro orto, alternate nel tempo piante che non lasciano radici ad altre che rilasciano nel suolo una biomassa sotterranea dopo la raccolta, e raccogliete solo le foglie esterne di cicorie e bietole, per consentire alle piante di continuare a vegetare. A differenza di tutti gli altri orti, quello sinergico permette la convivenza di piante stagionali e piante perenni, così che lo stesso ortaggio può esser presente contemporaneamente a diversi stadi.

Questa rivoluzionaria forma di orticoltura crede non solo nella successione delle piante, ma anche nell’importanza della loro vicinanza. Assume quindi grande importanza la consociazione, che permette di occupare meglio lo spazio e di sfruttarlo al massimo (per esempio consociando specie a ciclo breve con altre a ciclo lungo come rispettivamente ravanelli e carote), rendere il terreno più coperto, produttivo e meno soggetto allo sviluppo di erbe spontanee, nonché sfruttare l’effetto preventivo verso le patologie o repulsivo nei confronti di insetti fitofagi (es. carota con porro o cipolla). La raccolta nell’orto sinergico prevede poi di non sradicare mai le piante (ad eccezione di carote, cipolle ecc.), al fine di lasciar decomporre le radici nel terreno.

L’agricoltura sinergica si basa sul principio del “vivere senza distruggere” e rifiuta l’utilizzo di erbicidi e pesticidi. Per tenere sotto controllo le specie animali e gli insetti dannosi alle coltivazioni si mettono dunque in pratica strategie di controllo naturale, che cercano di creare condizioni ambientali favorevoli per tutte quelle specie che tengono alla larga quelle nocive.

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Ricci, pipistrelli, molti uccelli, anfibi e rettili svolgono questa positiva funzione: per favorire la loro presenza basta quindi adottare alcuni accorgimenti, quali la conservazione di alberi e arbusti vicino all’orto o la realizzazione di nuove siepi e filari alberati, l’installazione di nidi artificiali per uccelli o bat-box per pipistrelli, la realizzazione di cumuli di pietre, rami e foglie in aree riparate e protette al fine di creare ambienti di rifugio e svernamento per ricci, rospi e rettili, o la creazione di piccoli specchi d’acqua privi di pesci e con vegetazione autoctona per favorire la riproduzione di anfibi e insetti predatori come le libellule.

Infine, vi sono anche alcuni ritrovati naturali che permettono di aumentare la resistenza delle colture alle malattie e all’attacco degli insetti dannosi. Provate ad esempio il decotto di menta come repellente contro le formiche, il decotto di bucce di cipolla per combattere gli acari e prevenire le malattie fungine, o il macerato d’ortica per allontanare gli insetti.

Insomma, se volete sperimentare un orto ancora più naturale di quello biologico, non vi resta che provare col sinergico!

Marco Grilli





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