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Le cicche delle sigarette: il loro devastante impatto sull'ambiente e sulle fonti d'acqua

Di Daniela Bella - 12 Maggio 2014

Tipico degli autisti, di chi cammina per le vie della città, o sulla spiagge per esempio, è quello di gettare le cicche di sigaretta, dopo averla fumata, nella strada.

Un gesto istintivo tavolta, irriflesso. Senza renderci conto dell’enorme danno che facciamo in quel momento.

I mozziconi delle sigarette, infatti, possono essere molto inquinanti per l’ambiente, questo perchè i prodotti di scarto del tabacco continuano a restare presenti. Da essi possono fuoriuscire sostanze chimiche che il filtro ha assorbito durante la combustione della sigaretta e che perdurano fino a 10 anni dopo l’immissione nell’ambiente. Inoltre c’è da aggiungere che i filtri delle sigarette sono di plastica e, dunque, non biodegradabili.

Insomma, tutti rifiuti che contengono identiche sostanze cancerogene, tossine e inquinanti delle sigarette e che possono contaminare ambiente e fonti d’acqua.

A confermare questa teoria è stato uno studio condotto dai ricercatori della San Diego University, in California, diretto da Thomas Novotny e Elli Slaughter, e pubblicato sulla rivista “Current Environmental Health Reports“.

Su un totale di 6 mila miliardi di sigarette vendute ogni anno, ben 4.500 miliardi, vale a dore il 75%, non finisce su una pattumiera o su un posacenere, bensì viene gettata nei marciapiedi, nelle strade o, ancora peggio, nel terreno.

E si stima che solo negli Stati Uniti circa 49,8 milioni di chilogrammi di filtri sono gettati in strada ogni anno.

Questo, probabilmente, è dovuto anche al fatto che molti luoghi chiusi chiedono di non fumare al loro interno.

A fronte di questi risultati, che si sono rivelati più allarmanti di quanto precedentemente stimato, i ricercatori suggeriscono di ritenere l’industria del tabacco legalmente responsabile di questo scempio ambientale, anche alla luce della protezione esercitata dai filtri sulla salute umana messa in discussione da numerose ricerche scientifiche.

Pertanto, chiedono che l’industria del tabacco venga ritenuta legalmente responsabile per i costi di bonifica associati, che ogni anno ammontano a cifre davvero considerevoli e, spesso, senza risultati soddisfacenti.

La raccolta delle cicche, infatti, risulta particolarmente difficile a causa delle loro ridotte dimensioni: rimangono facilmente in trappolate nelle fessure, nelle intercapedini, nei tombini e nei cespugli, dove i mezzi di spazzamento manuali e meccanici non
riescono ad arrivare.

Negli ambienti naturali si rende addirittura necessaria una raccolta manuale, con costi elevati, per rimuoverle dalle rocce, dalla vegetazione e dalle spiagge.

I ricercatori chiedono inoltre che i filtri di sigarette vengano aboliti del tutto, in quanto inutili. E chiedono alle aziende produttrici di tabacco di inserire delle avvertenze sui pacchetti di sigarette circa la tossicità di mozziconi di scarto gettati nell’ambiente.

Un’ulteriore possibilità sarebbe quella di chiedere all’industria del tabacco di pagare una tassa di riciclaggio anticipata o di ritirare tutti i prodotti di scarto.

In ogni caso sarebbe opportuno gettare le cicche della sigaretta in degli appositi contenitori e, ancor meglio, sarebbe un’ottima soluzione portare sempre con sè un posacenere personale.

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