Spiritualità

La leggenda di Azzurrina nel castello di Montebello

Di Sandra Saporito - 3 Febbraio 2025

Esistono in Italia molti luoghi misteriosi: sotterranei e sepolcri che nascondono enigmi, teatri di battaglie ed antichi culti, fortezze che custodiscono ancora molti segreti. Tra questi vi è un piccolo borgo nella provincia di Rimini sormontato da una Rocca, meta prediletta degli appassionati di paranormale: il Castello di Montebello.

Eretto sui resti di un’antica postazione militare romana del III secolo d. C., dalla quale deriva l’origine latina del toponimo: Mons belli, “Monte della guerra”, il castello si presenta in un luogo suggestivo, ricco di fascino, e culla di racconti popolari che si tramandano da secoli, tra cui la famosa leggenda di Azzurrina.

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Nelle sere dei solstizi d’estate, i visitatori affermano di percepire voci misteriose e il passaggio di presenze tra le fredde mura di pietra del castello che suscitano curiosità, fascinazione, disagio, e stupore. In particolare, si sentirebbero le suppliche di una bambina smarrita: Azzurrina, misteriosamente scomparsa il 21 giugno del 1375.

La storia di Azzurrina Malatesta

Guendalina, figlia di Costanza e di Ugolino Malatesta, feudatario di Montebello di Torriana, sarebbe secondo la leggenda nata nel 1370, con una particolarità che la rese diversa da tutte le altre bambine: era nata affetta da albinismo, un’anomalia genetica che altera la pigmentazione del corpo e si traduce in una pelle diafana, occhi azzurri come il cielo e capelli quasi bianchi.

Questo aspetto insolito portò sulla piccola il disprezzo delle persone che la circondavano per effetto della superstizione che dilagava sulle persone albine. All’epoca si pensava che tale fattezze fossero uno scherzo del demonio e che gli albini erano creature stregate portatrici di sciagure, motivo per il quale alla piccola non fu concesso uscire dalle mura del castello, per paura che qualcosa di terribile le capitasse.

I genitori cercarono di proteggere la loro figlia del loro meglio: mentre Ugolino fece scortare Guendalina continuamente da due guardie, sua madre cercò di tingere di nero l’insolita capigliatura della bambina con preparati vegetali. Purtroppo, per effetto della sua condizione genetica, la chioma della bimba non aveva il potere di trattenerne i pigmenti col risultato di assumere una curiosa sfumatura bluastra che le valse l’appellativo di “Azzurrina”.

la leggenda di Azzurrina
Fonte: Pexels.com

La misteriosa scomparsa

Il giorno del solstizio d’estate del 1375, durante un terribile temporale, la piccola Azzurrina stava giocando con una palla di pezza sorvegliata dalle sue guardie quando la palla iniziò a rotolare da sola come spinta da una forza misteriosa. Ignara del pericolo, la bambina iniziò a rincorrere il suo giocatolo attraverso i corridoi del castello, fino alla scalinata che portava al nevaio, dove erano conservati i viveri.

La piccola scese le scale e nel momento in cui scomparve dalla visuale delle guardie, si udì un urlo disperato. Accorsero le guardie e tutta la servitù in soccorso della bambina ma di lei ormai non vi era più traccia.

Quando il Malatesta, allora assente per affari, tornò nel castello, le due guardie non poterono giustificare la sparizione di sua figlia e il padre, che non credette alla loro versione dei fatti, li fece giustiziare. Non fu mai ritrovato il corpo della piccola Azzurrina e il suo fantasma, secondo molti visitatori, erra ancora nel castello, in particolare sarebbe possibile sentire la sua voce nell’occasione della ricorrenza quinquennale della sua misteriosa scomparsa.

Cosa successe veramente? Alcuni affermano che furono le guardie ad assassinare la piccola su ordine del padre che volle sollevare il disonore calato sul suo nome con la nascita della bambina, nata “diversa”. Il suo corpo sarebbe stato murato, buttato nelle fognature del castello, fatto scomparire per ingannare la povera madre.

La leggenda di Azzurrina è vera o inventata?

Vi sono opinioni contrastanti sulla veridicità della leggenda di Azzurrina. Alcuni affermano l’impossibilità di rintracciare riferimenti precedenti alla ristrutturazione del castello da parte degli attuali proprietari ultimata nel 1989. Secondo gli scettici, la storia di Azzurrina sarebbe stata inventata per rendere più accattivante la visita della Rocca.

Il Castello di Montebello
Fonte: Pixabay.com

Tra le fonti di chi invece ne afferma l’autenticità, vi sarebbe un libro intitolato Mons belli et Deline, scritto nel 1620 da una prete della zona assieme ad altre leggende e storie popolari della Val Marecchia. L’opera menzionerebbe la leggenda della misteriosa scomparsa di una bambina, chiamata Adelina e non Guendalina. Malgrado numerose ricerche, il testo non risulta reperibile e non vi sarebbero copie in circolo. Ciononostante, un’altra opera attesta il racconto di alcuni avvistamenti spiritici nel castello di Montebello…

L’opera intitolata Memorie sul Castello di Montebello di Romagna, scritta da Tommaso Molari nei primi anni del novecento, narra la storia del castello tra complotti, fatti di sangue e storie di fantasmi, confermando l’esistenza di leggende sul castello di Montebello.

Eccone un estratto: “La leggenda popolare vi intesse intorno il suo mondo di spiriti e di folletti, tanto che, nella notte per chi vi si attarda, sente salire dai trabocchetti rumori strani, tonfi e vagiti paurosi di anime chiedenti pace. Anche qui, per la ricerca del consueto introvabile tesoro, non vi fu angolo, muro parete, sotterraneo che non fosse tastato, smosso, forato. Fra le tante si narra di una comitiva che una notte, datasi convegno, fece degli scandagli nel trabocchetto. Dopo ore di lavoro avvertirono sotto il piccone un suono cupo; procedettero con cautela ed ecco scoprirsi un volto a foglia di mattone. Lì certamente deve esserci il ripostiglio; prima di aprire la breccia, si fa approssimare il prete, che era del novero, dovendo esso con scongiuri propiziare gli spiriti buoni e scacciare i maligni onde il tesoro non venisse involato ai cercatori; fatto questo, non senza una grande trepidazione in tutti, viene spezzato il volto e in cambio del tesoro vi appare sepolto un guerriero con una spada al fianco, che al contatto d’aria svanì quasi d’un tratto….”.

Per quanto riguardano le prove di presenze spiritiche rinvenute nel castello, la questione è più complessa. Il CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, mandò il 21 giugno del 2010 un team nel castello di Azzurrina con varie attrezzature allo scopo di registrare le voci che così tante persone affermavano di aver sentito. Durante il XII Convegno Nazionale del CICAP furono presentati i risultati delle rilevazioni. Verdetto: nulla da segnalare.

Cosa racconta davvero la leggenda di Azzurrina

Che sia fondata o meno, la suggestiva leggenda di Azzurrina è portatrice, forse a sua insaputa, di un messaggio importante che pone la nostra attenzione su temi cruciali: il peso della diversità e in particolare la condizione delle persone affette da albinismo e l’emarginazione che subiscono ancora oggi.

i pregiudizi sull'albinismo
Fonte: Pexels.com

Nell’Europa medievale, l’albinismo era stigmatizzato, le persone albine erano spesso sospettate di possedere poteri magici e non era raro che venissero condannate al rogo come streghe, torturate ed uccise come avviene tutt’ora nelle zone dell’Africa subsahariana (Tanzania, Gabon,…).

La diversità è raramente accolta positivamente. I pregiudizi e dicerie portarono sin dai tempi più lontani ad atti efferati e purtroppo le persone affette da albinismo hanno spesso pagato con la loro vita il giogo dell’ignoranza e della superstizione. Ahinoi, in molti paesi la situazione non è cambiata.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’ Assemblea generale delle Nazioni Unite ha promosso la Giornata mondiale di sensibilizzazione sull’albinismo che si celebra il 13 giugno, con la speranza che il pregiudizio, il bullismo e la violenza verso le persone affette da questa condizione diventino finalmente una vecchia storia.

Fonti e approfondimenti

Castello di MontebelloMontebello, il castello e i suoi misteri ONU Italia.Giornata internazionale di sensibilizzazione sull’albinismo  

Sandra Saporito





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