Psicologia

Il narcisista che non ti aspetti: i volti nascosti nel narcisismo patologico

Di Cristina Rubano - 28 Aprile 2022

Il narcisismo patologico rappresenta una fonte di grandissima sofferenza, sia per la persona stessa, che per coloro che hanno a  che fare con essa.  

Sotto la scorza apparentemente grandiosa e arrogante di queste persone, dietro l’apparente sicurezza e autostima ipertrofica che esibiscono si nasconde però un’altra faccia.

La “dark side” del narcisismo è composta da insicurezza, paura della vergogna e dell’umiliazione, distacco emotivo e paura di fallire. Mai come in questo caso, nulla è come sembra …

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La motivazione alla riuscita e il narcisismo patologico

David McClelland è stato uno psicologo statunitense che ha molto studiato la natura dei bisogni motivazionali degli esseri umani. Fra questi egli individua quello che nella terminologia inglese viene indicato come “need for achievement” ovvero il bisogno di successo, di riuscita.

McClelland osservò come coltivare questo bisogno motivazionale dipenda molto dalla natura degli obiettivi che ci si pone. E di questo dovrebbero tener conto gli insegnamenti scolastici.

Affinché sia motivato nell’apprendimento, un bambino deve essere confrontato con un obiettivo sufficientemente stimolante e promozionato alle sue capacità. Un obiettivo troppo elevato lo farebbe sentire scoraggiato e inadeguato in partenza. Anche un obiettivo eccessivamente modesto potrebbe avere un effetto paradosso. Non lo stimolerebbe a impegnarsi, a migliorare, a uscire fori dalla propria zona di comfort.

Quando il narcisismo è un elemento di grande vulnerabilità personale si dice che quell’individuo ha una personalità di tipo narcisistico. Siamo abituati più spesso a pensare alla versione arrogante e grandiosa del narcisismo, quella che vive nell’illusione di poter inseguire traguardi oltre la propria portata, come il bambino del primo esempio.

Ma c’è anche una seconda “faccia” del narcisismo. Un narcisismo più “dimesso”, apparentemente umile, che rimane ai margini e che si accontenta di obiettivi sottodimensionati per non incorrere nel rischio del fallimento.

Le due facce del narcisismo

Alcune persone con un funzionamento di tipo narcisistico appaiono prevalentemente grandiose, arroganti, sicure di sé e preda di un’ambizione senza limiti. Questo perché nessun obiettivo raggiunto può renderle veramente soddisfatte. Vivono nell’eterno timore di essere degli impostori di Sé stessi. Inseguono continue conferme esterne per compensare la loro precaria autostima.

Possono andare incontro ad una grossa crisi personale solo in età avanzata, quando si confrontano con il decadimento fisico, il declino lavorativo o il fallimento di alcune relazioni affettive.

Altre invece esprimono la propria vulnerabilità narcisistica prevalentemente in modalità coartate, rimanendo piuttosto ritirate a ai margini, evitando competizioni, ambizioni o realizzazioni di sorta. Si difendono dalla paura dell’umiliazione e del fallimento rinunciando a porsi qualunque obiettivo di riuscita invece di esibire una falsa grandiosità come fanno i primi.

Un’alternanza tra “vette” e “valli”

uomo in giacca e cravatta
Credit foto © Pexels

Più spesso, le persone con un narcisismo patologico, funzionano alternando queste due modalità. Ora si percepiscono, e si mostrano agli altri, come forti e grandiose. Ora tornano nell’ombra al riparo dai riflettori e da possibili colpi alla propria fragile autostima.

Quel che appartiene trasversalmente all’esperienza di queste persone è una dolorosa alternanza fra stati mentali opposti. Ora si percepiscono grandiose e onnipotenti (nella realtà o, come nel narcisista più ritirato, nella fantasia). Ora precipitano nella svalutazione di sé, nella vergogna (che il narcisista arrogante trasformerà in rabbia cieca) e nel senso di umiliazione. Ogni piccolo fallimento e insuccesso può essere pretesto per farle sentire improvvisamente annientate, azzerate nel loro valore personale. Questa è un’esperienza dolorosissima dalla quale la psiche cerca in ogni modo di difendersi. Per questo motivo queste persone possono agire rabbia e aggressività ingiustificate. O percepirsi distaccate emozionalmente dagli altri, incapaci di entrare intimamente in contatto con un’altra persona. Perché ogni sentimento e moto dell’emotività sarà percepito come possibile e imperdonabile debolezza che potrebbe mettere a repentaglio il proprio fragile senso di autostima.

Il narcisismo patologico non è qualcosa da “smascherare”

Mi sorprendo sempre molto quando mi imbatto in rete in qualche articolo che propone strategie per riconoscere, smascherare e quindi difendersi da un possibile narcisista.

Senza dubbio questo tipo di funzionamento personologico può rappresentare un grande ostacolo nelle relazioni interpersonali. Cosa che, per altro, connota in termini più che drammatici, tutti i disturbi della personalità.

Trovo però alquanto sorprendente la pretesa di fornire una sorta di “identikit” del narcisista a uso e consumo di coloro che potrebbero, inavvertitamente e inconsapevolmente, incontrarlo sul proprio cammino. I motivi per i quali mi lascia perplessa questo tipo di operazione sono almeno due.

1. Le persone con narcisismo patologico non sono tutte uguali

Abbiamo appena visto come le modalità con cui può manifestarsi il narcisismo patologico sono varie, spesso opposte fra loro e variamente intersecate l’una all’altra. Anche in base alle specificità individuali, ogni persona è diversa da tutte le altre. Questa pretesa invece di uniformare i narcisisti a caratteristiche “uguali” ne tratteggia identikit alquanto spersonalizzanti. Il che, paradossalmente, va ad avallare uno degli elementi di maggior dolore e criticità di queste persone. Cioè mostrare una facciata “vincente” di sé stesse rinunciando a esprimere la propria autentica individualità.

2. Forse si sta ripetendo uno schema

Se una persona si riconosce ciclicamente “vittima” di partner narcisisti o manipolatori sta attraversando un grande dolore. Sta, suo malgrado, ripetendo uno schema che inconsapevolmente la porta a ripercorrere un “copione” di relazione disfunzionale che appartiene al suo passato. In casi come questi difficilmente dei “buoni consigli” (su come riconoscere le caratteristiche nel narcisista al primo appuntamento ad esempio) saranno di effetto. Perché il problema non è concreto né tanto meno razionale. Il fatto che di un potenziale partner non si riconoscano determinate caratteristiche se non quando è “troppo tardi” fa parte di una modalità altrettanto disfunzionale e dolorosa di mettersi in relazione con l’altro. Un percorso psicologico può essere di grande aiuto, non per imparare qualcosa di più sull’altro, ma per modificare la proprie aspettative relazionali dolorose e disfunzionali.

Riconoscersi narcisisti

Alcune persone, pur soffrendo molto, sono acutamente consapevoli delle proprie vulnerabilità narcisistiche sebbene non riescano a modificarle come vorrebbero. Altre potrebbero non avere idea di cosa le porta a sentirsi perennemente insoddisfatte, incapaci di avvicinarsi affettivamente agli altri, costantemente sotto pressione o disperatamente vuote.

Solitamente nella vita adulta accadono “incidenti” più o meno gravi che possono mettere gravemente a repentaglio l’autostima di queste persone. Fatti più e meno ordinari in cui si scontrano dolorosamente con i propri limiti, le proprie vulnerabilità emotive. O i limiti che il mondo esterno pone ai loro desideri o alle loro pretese.

Alle volte sono questi momenti di “crisi” che possono portare una persona con queste caratteristiche a richiedere una consulenza psicologica. Nella speranza, ci si augura, che possano accedere a un contesto protetto dove iniziare a permettersi di essere più autenticamente sé stesse.

“Che gioia quando il noncurante

armadillo ci rivolge uno sguardo

e non accelera il suo trotto

sul sentiero tra le palme…”

(Denise Levertov)





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