Psicologia

I disturbi della tiroide sono spie di un disagio più profondo

Di Cristina Rubano - 27 Ottobre 2021

Mente e corpo sono due facce di una stessa medaglia, pertanto ogni disturbo fisico avrà ripercussioni sulla psiche così come ogni disturbo psicologico potrà influenzare il funzionamento corporeo, in particolare del sistema endocrino e immunitario. Anche le emozioni possono lasciare una loro impronta sul nostro benessere generale e negli ultimi anni si è diffusa la concezione di sistema psiconeuroimmunoendocrino a sottolineare la stretta interrelazione esistente fra il funzionamento del sistema nervoso, di quello immunitario e di quello endocrino.

Cosa vuol dire questo? Che il modo in cui viviamo gli eventi di vita è in grado di influenzare non solo il nostro benessere emozionale e la nostra resistenza allo stress, ma anche la nostra salute fisica. Chi è cronicamente sotto stress è più vulnerabile ad ammalarsi o a farlo più gravemente e questo vale non solo per i disturbi psicosomatici più noti, ma anche per i disturbi tiroidei. La toroide fra tutte le ghiandole endocrine è quella che regola i nostri ritmi biologici, come il metabolismo ad esempio.

Quando questa ghiandola lavora troppo o troppo poco a risentirne non è solo il corpo, ma anche la psiche, sono noti infatti i legami fra tiroidite e depressione e tiroidite e ansia. Fra gli effetti dell’ipotiroidismo troviamo infatti letargia, rallentamento psicomotorio, apatia. Mentre fra i sintomi dell’ipertiroidismo ci sono agitazione e mancanza di sonno.

Ma è vero anche il contrario: le nostre abitudini di vita e in particolare la nostra gestione dello stress e dei tempi di riposo possono giocare un ruolo importante nel mantenimento della salute della tiroide o, al contrario, nel concorrere alla manifestazione di uno scompenso tiroideo.

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Lo stress: quando è pericoloso per la salute?

Lo stress è quella condizione psicofisica in cui le richieste provenienti dall’esterno ci spingono a raccogliere tutte le nostre risorse e lavorare al massimo per risolvere un problema o raggiungere un obiettivo. Non tutti gli stress sono “cattivi”. Alcune situazioni comportano un’elevata pressione ma di breve durata a seguito della quale la persona ritrova il suo benessere abituale. Altre sono vissute come sfide stimolanti in cui mettersi in gioco e affrontarle è motivante e fonte di soddisfazione.

Quand’è che lo stress diventa un pericolo per la nostra salute?

Anzitutto nessun evento è stressante di per sé: tutto dipende da come ognuno di noi interpreta e codifica gli eventi di vita. Pensiamo alla perdita di un lavoro. Per alcuni può rappresentare una grava menomazione identitaria, per altri la mera necessità di trovare un altro impiego, per altri ancora la prova del proprio fallimento esistenziale o, al contrario, l’occasione che aspettavano per dare una svolta alla propria vita. Siamo noi, con la nostra storia, la nostra personalità e le nostre capacità di reazione che interpretiamo gli eventi come stimolanti, risolvibili, difficili o eccedenti le nostre capacità di fronteggiamento.

Lo stress cronico, quello che erode le risorse di corpo e mente, si instaura quando percepiamo una discrepanza fra le richieste esterne e le risorse che ci riconosciamo a disposizione per affrontarle. Questa sensazione di essere schiacciati, impotenti, privi di mezzi mette in moto la reazione di allarme del nostro organismo prolungando eccessivamente, fra le altre cose, la produzione degli ormoni dello stress. Fra questi c’è il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali, che può influenzare il funzionamento della nostra tiroide. Una prolungata sovrapproduzione di cortisolo provoca a lungo andare una resistenza agli ormoni tiroidei producendo una disfunzione in questa ghiandola.

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Dormire poco fa male (anche) alla tiroide

donna che mostra il collo

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© Pexels

Il cortisolo non viene prodotto in eccesso solo in situazioni di stress cronico, ma anche a causa di una prolungata carenza di sonno: un’insonnia prolungata può interferire col corretto funzionamento endocrino del nostro organismo mimando una situazione simile a quella che si avrebbe in condizioni di prolungato stress con una sovrapproduzione di cortisolo e conseguente disfunzione tiroidea (Serena Missori, nutrizionista e autrice di un libro sull’argomento la definisce disfunzione tiroidea da mancanza di sonno).

Dunque, il nostro stile di vita, la nostra gestione dello stress e la cura dei nostri bisogni di riposo sono importanti anche per il corretto funzionamento dei nostri ritmi biologici. Spesso nella frenesia del quotidiano siamo portati a sacrificare i nostri momenti di riposo o di sonno per cercare di fare più cose, essere più efficienti, stare al passo con le scadenze e le richieste esterne. Questo però rischia di alimentare un circolo vizioso dove più si cerca di rincorrere il tempo e più aumenta la sensazione di non riuscire a far tutto generando sensi di colpa e, come abbiamo visto, non pochi problemi fisici.

Come prenderci cura della nostra tiroide e con essa del benessere del nostro organismo? Ecco alcuni spunti

  1. Il problema non è quanto tempo avete, ma come lo occupate, a cosa date la priorità

La sensazione di non avere abbastanza tempo aumenterà se non avrete dato la priorità alle cose veramente importanti. Quando vi sentite sommersi da impegni ed emergenze del quotidiano provate a fermarvi solo un attimo: a fine giornata, fra un mese o fra un anno, a cosa vorreste aver dedicato il vostro tempo?

  1. Se avete una vita frenetica forse dovreste curarvi dell’igiene del vostro sonno

Il binge watching è quell’abitudine piuttosto diffusa di fare maratone serali di serie tv macinando un episodio dopo l’altro. Se avete problemi a prendere sonno forse dovreste ripiegare su un film (o un buon libro). Le serie tv sono congegnate apposta per alimentare in chi le guarda la curiosità di passare agli episodi successivi per conoscere gli sviluppi della trama. Questo alimenta però, nelle ore serali, un meccanismo che costringe il vostro cervello a rimanere sveglio e in allerta nell’attesa di qualcosa che verrà dopo, esattamente il contrario del rilassamento che prelude il sonno. Guardare un film vi aiuterà mentalmente invece a scaricare questo stato di “adrenalina” perché in quel caso la storia che state seguendo arriverà a una conclusione e con essa anche lo stato di attivazione emozionale e cognitiva che avevate durante la visione. Inoltre, potreste dedicarvi alcune attenzioni per facilitare il passaggio dalla veglia al sonno: che sia una tisana, una luce soffusa, una musica rilassante… Ognuno può trovare i suoi modi per prendersi cura di questa transizione che, specie se provenite da una giornata frenetica, non può essere brusca.

  1. Approfittate dei “tempi morti” per fare delle pause

Spesso quando si è costretti ad un’attesa, in fila, nel traffico, in un ufficio pubblico eccetera, si alimenta uno stato di nervosismo e stress: la sensazione è di essere costretti ad un’imprevista perdita di tempo con tutte le conseguenze sul resto della giornata. Forse è vero, almeno per le lancette dell’orologio, ma il modo in cui potete impiegare questi tempi di attesa dipende solo da voi. Potreste provare a coglierli come opportunità per staccare dalla frenesia del fare, mettere via magari anche lo smartphone, e provare a stare semplicemente senza far niente, lasciando che i vostri pensieri vaghino senza una meta precisa. Alle volte concedersi il lusso di annoiarsi riserva imprevedibili sorprese (forse è in uno di questi momenti che potreste trovare la soluzione ad un problema di cui non eravate riusciti a venire a capo!).

  1. Imparate un metodo di rilassamento

Potete affidarvi a incontri o audiolibri di rilassamento guidato oppure seguire un corso per apprendere un metodo più strutturato, come il Training Autogeno o il Rilassamento Muscolare Progressivo. Alcuni di voi magari saranno incuriositi da alcune tecniche di meditazione. Si tratta di apprendere un modo, quello che va bene per voi, per svuotare la mente, mettere in pausa i pensieri e ritornare di tanto in tanto ad uno stato di tranquilla centratura su voi stessi e sul qui e ora del vostro corpo.

  1. Tenete un diario

Un antidoto ad una vita troppo frenetica, in cui gli eventi si accavallano senza la possibilità di soppesarli a pieno, è quello di provare a tenere un diario. Non necessariamente dev’essere un diario quotidiano, quel che è più benefico per la salute è il fatto di poter mettere per iscritto gli episodi più “traumatici”, difficili o stressanti della vostra vita: un pesante segreto del passato che non avete mai confidato a nessuno, un imminente intervento chirurgico che vi preoccupa, una discussione violenta avuta al lavoro… Scrivete di un argomento, per almeno 15 minuti, senza preoccuparvi di errori o ortografia e fatelo anche per 4 o 5 giorni di fila. Deve essere qualcosa che scrivete solo per voi stessi e nessun altro, non siete costretti a rileggerla e potete tranquillamente stracciarla o bruciarla dopo che avete finito. Può darsi che subito dopo vi sentirete leggermente più tristi o depressi, ma a lungo temine la scrittura potrebbe aiutarvi a mettere ordine, a smorzare l’impatto emotivo di certi eventi e a integrarli più tranquillamente nella vostra memoria autobiografica. A tutto vantaggio anche della salute del vostro corpo (a quanto pare è ormai acclarato che quello di cui non si parla, neanche a sé stessi, può far ammalare) come nel caso del diario alimentare.

Cristina Rubano





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