Psicologia

L’abbraccio è il posto più bello in cui stare

Di Elena Bernabè - 16 Gennaio 2021

Le nostre braccia hanno il potere di creare un cerchio potentissimo. E in questo cerchio si forma un vero e proprio mondo a sé: è il mondo dell’abbraccio!

Nell’abbraccio – ciò che è stato spigolo, linea interrotta, groviglio – diventa di nuovo, come per miracolo, cerchio perfetto.
(Fabrizio Caramagna)

Quando i nostri corpi si uniscono e le nostre braccia s’intersecano, il tempo si ferma. Tutto può accadere in quella fusione di corpi. L’abbraccio è il regno dei silenzi, delle emozioni, del contatto di anime. Lo sanno bene i bambini che ricercano il più possibile quello stato di benessere, di protezione, di contenimento e di amore che solo le braccia umane posso donare.

Da adulti tendiamo ad abbracciare in fretta, con poca attenzione, non riusciamo ad abitare per molto tempo in questo stato particolare se non con persone care e ben conosciute. Perché l’abbraccio è uno dei contatti più intimi che esista: in esso ci spogliamo delle nostre difese, doniamo il battito del nostro cuore, facciamo parlare il corpo, il respiro, la nostra essenza.

Credit foto ©Pixabay

Come scrive Paulo Coelho

“un abbraccio vuol dire “Tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende”. La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita.”

L’abbraccio ci costringe a fermarsi, a respirare profondamente, a chiudere gli occhi e a sentire. Tutte attività così lontane dal nostro modo di vivere quotidiano. E’ un tempo e uno spazio di rifugio, di rilassamento e di amore, un vero e proprio tempio di preghiera edificato solamente grazie alle colonne emotive e corporee di due persone che vogliono perdersi e ritrovarsi l’una nell’altra.

C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età.
Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.
(Alda Merini)

Un ragazzo australiano ha compreso l’immenso potere degli abbracci e ha creato un movimento internazionale chiamato Free Hugs dove le persone regalano abbracci a sconosciuti. Nel 2004 egli ha girato un video mentre camminava attraverso Pitt Street Mall a Sidney mostrando ai passanti un cartello con le parole “FREE HUGS”. Dopo la titubanza iniziale le persone hanno accolto l’invito ad essere abbracciate e ad abbracciare a loro volta. Il video è divenuto virale e nel 2006 ha vinto il YouTube Video Awards – sezione Most Inspirational.

L’abbraccio scioglie tensioni, crea vicinanza, ammorbidisce le rigidità fisiche ed emotive, ha il potere di formare un luogo accogliente e silenzioso anche in mezzo al rumore.

Emily Dickinson ha scritto:

“quando sentiamo il bisogno di un abbraccio, dobbiamo correre il rischio di chiederlo.”

Perché abbracciare e farsi abbracciare richiede il coraggio di lasciarsi andare, di perdere il controllo, di chiedere appoggio. E’ un contatto che ci fa entrare nel mondo dell’autenticità!

Ecco forse perché ci abbracciamo sempre meno: per non correre il rischio di denudarci di fronte agli altri. Dovrebbe invece tornare ad essere uno dei nostri nutrimenti essenziali! Per trovare finalmente i veri noi stessi, nel contatto con l’altro. Senza perdere i nostri confini e senza mescolarci con il mondo altrui ma arricchendoci nell’incontro. La nostra pelle che entra in contatto con la pelle dell’altro crea una pelle universale, ancora più grande e misteriosa che ci fa comprendere di essere una parte piccola ma preziosa di un mondo immenso e meraviglioso.

Dopotutto abbiamo vissuto 9 mesi nella pancia materna abbracciati a noi stessi, avvolti in un abbraccio uterino potente e magico. Una volta nel mondo l’abbraccio deve continuare ad essere una delle nostre coperte emozionali preferite. Altrimenti rischiamo il freddo. Dei nostri cuori.

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno e lui ricambia stringendoti più forte.
(Charles Bukowski)

Elena Bernabè Scrittrice





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