Quando nasce una nuova vita, nasce anche una mamma.
E questa donna che diventa madre viene completamente stravolta da quel minuscolo granello di vita che porta nel grembo: l’incredibile esperienza che è la maternità la obbliga a guardare finalmente in faccia la sua Bambina Interiore, a riconoscerla, a darle ascolto, a riappacificarsi con lei. Se non lo fa subentrano una miriade di problematiche fisiche e psichiche che insorgono solo ed esclusivamente per ricordarle della sua Bambina Interiore abbandonata e inascoltata.
Tutti noi (uomini e donne, genitori e non) abbiamo il dovere di far pace con i nostri Bambini Interiori per poter vivere il nostro presente libero da catene del passato. Questo invito a guardarci dentro avviene soprattutto nei momenti salienti della vita: durante un lutto, una malattia, la nascita dei figli.
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Cosa s’intende con “Bambino Interiore”?
Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).
(Antoine de Saint-Exupéry)
I Bambini Interiori rappresentano il nostro passato e il modo di ricordarlo, di sentirlo sulla nostra pelle, di riviverlo nel presente. Sono i ricordi belli e nostalgici, i profumi dell’infanzia che ancora ci inebriano le giornate, la spensieratezza, la serenità semplice e leggera. Ma anche quelle presenze costanti dentro di noi che vivono ancora in un tempo che ormai non c’è più, quei noi bambini catapultati nel mondo e che hanno dovuto affrontare inermi la vita, quei desideri infantili non realizzati, quei legami con i nostri genitori che ancora oggi tanto ci influenzano.
Ognuno ha dentro di sé il proprio Bambino Interiore, il quale custodisce il “benessere” e il “malessere” dell’infanzia. Questa presenza interna a noi, però, è spesso messa a tacere, a volte anche violentemente. Ma anche se tace, essa c’è. E ci porta ad agire, a pensare, a vivere seguendo il rapporto più o meno sano che abbiamo con essa.
Il nostro Bambino Interiore, quindi si può rivelare un grande Maestro o al contrario un grande Tiranno. Dipende da noi il ruolo che può assumere, siamo noi il regista di questo spettacolo che può diventare, come potete immaginare, una vera e propria tragedia oppure un vero e proprio capolavoro!
Ogni persona può fuggire, anche per sempre, da questa presenza interiore. Può trovare vari stratagemmi per nascondere questa parte di noi.
Una mamma, invece, non lo può fare. Non può fuggire, ignorare, mettere a tacere la sua Bambina Interiore. Perché il solo fatto di essere mamma è un richiamo alla Vita così profondo e grandioso che mette in moto nella donna una miriade di emozioni, vissuti e ricordi consci e inconsci legati a questa preziosa entità interna.
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L’incontro la tra donna e la sua bambina interiore
Oh, se sapessi dov’è la strada che torna indietro, la lunga strada per il paese dei bambini.
(Dietrich Bonhoeffer)
La ricerca della gravidanza è la ricerca di un mistero. La donna è già in cammino verso la scoperta di se stessa e della vita in generale. Con la gravidanza poi non solo il corpo materno si fa contenitore di essenza, ma anche le emozioni più profonde della donna vengono destate e si mescolano con emozioni e vissuti arcaici, legati al proprio passato ma anche al passato dell’intero mondo femminile. Con il parto e il dopo parto tutto ciò che è stato svegliato nei mesi della gravidanza esplode con una potenza immensa.
Se una donna rifiuta il contatto con la sua Bambina Interiore non può essere preparata ad uno sconvolgimento così grande.
Entrare in contatto con la propria Bambina Interiore significa ritornare a quando eravamo bambine, vuol dire ritrovare e rielaborare in modo costruttivo il legame con nostra madre e con il femminile in generale, vuol dire riconoscere le nostre radici per renderle ben salde nel terreno in modo da poterci rivolgere al futuro senza pesi non nostri, ritrovare il nostro sorriso, quello spontaneo infantile che si è perduto per strada ma che scalpita per tornare ad essere nostro.
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Se la nostra Bambina Interiore è ancora molto lontana da noi e non riusciamo a sentirla, il nostro divenire mamma è un’occasione unica per ritrovarla, a patto che seguiamo i messaggi che ci giungono. Messaggi del corpo, del cuore, del mondo che ci circonda.
La stanchezza del nostro essere mamma, la fatica fisica, sintomi particolari del nostro corpo che insorgono senza motivo, la rabbia, la tristezza, le emozioni che ci scatena il nostro bambino… tutto ci sta parlando della nostra Bambina Interiore, tutto ci invita ad ascoltarla e a prendersi cura di lei.
Quel piccolo granello di vita che ospitiamo in noi e che poi liberiamo nel mondo e che tanto ci smuove è un invito dirompente a guardarci dentro, a non procedere senza essere completamente presenti a noi stessi. Se non rispondiamo a questa chiamata di vita tutto si fa più difficile, faticoso e tenebroso. Perché è solo così che riusciamo a fermarci, ad abbassare le difese. È un ulteriore invito – più dirompente e doloroso – a destarci!
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Quando proprio non riuscite a vedere l’uscita del tunnel vuol dire che siete sulla buona strada per scoprire parti di voi che devono venire a galla per mostrarvi la via da seguire.
L’unica cosa che dovete fare è attendere. Non ricercare chissà che cosa e non entrare nel tranello del ragionamento continuo: sono solo energie perse per niente che vi risucchiano linfa vitale preziosa.
Attendete. Fermatevi. Rilassatevi. Dirigete la vostra attenzione ad attività creative che riescono a rilassare la vostra mente, il vostro corpo e il vostro cuore. E quando avete creato spazio in voi, tutto si rivelerà.
La vostra Bambina Interiore si mostrerà e vi guiderà a comprendere.
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Consigli per accudire la propria Bambina Interiore
I consigli che stiamo per darvi riguardano tutti, uomini e donne. In questo articolo parliamo principalmente dell’aspetto della maternità e di come nel delicato momento del parto e del post-parto sia fondamentale prendersi cura anche della neo mamma.
Ognuno di noi, soprattutto nei momenti di difficoltà, dovrebbe ricontattare il proprio Bambino Interiore. Ritornare alla nostra infanzia, instaurare un dialogo con il bambino o la bambina che siamo stati, pensare di abbracciarlo, di guardarlo negli occhi, di farlo sentire protetto, di giocarci. Non sono perdite di tempo ma visualizzazioni importanti in grado di collegarci a questa parte di noi spesso dimenticata.
La teoria del Bambino Interiore è ormai riconosciuta dai più grandi maestri del passato, ricordiamo Jung ma anche Thich Nhat Hanh, Alba Marcoli e via dicendo. Qui potete trovare una ricca lista di libri per poter approfondire questa interessante tematica.
Tutti gli autori sono concordi nel consigliare una riconnessione con il nostro Bambino Interiore, questo collegamento può avvenire in molti modi a seconda delle nostre attitudini: possiamo scrivere una lettera, pensando a lui mentre giochiamo con i nostri figli, danzare per lui, dipingere un quadro pensandolo intensamente, ripescando fotografie del passato, fare una lista dei sogni che avevamo da piccoli e via dicendo.
Tutte le vie sono buone per raggiungerlo e per, finalmente, abbracciarlo e non lasciarlo andare più via da noi.
Ci sono giorni in cui, spuntata dal nulla, la mia infanzia mi sale veloce sulle spalle, mi stringe i capelli brizzolati fra le manine e sorridendo mi dice: “Non è cambiato nulla. Io e te non ci lasceremo mai”.
(Fabrizio Caramagna)
Articolo aggiornato il 6 maggio 2025