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Psicologia

Bambini arcobaleno: chi sono i bambini della speranza?

Di Sandra Saporito - 25 Febbraio 2018

Perché sono chiamati “bambini arcobaleno”?

Come spesso avviene dopo la tempesta e il temporale, giunge l’arcobaleno con i suoi colori che solcano il cielo in segno di vittoria dopo le dure prove della vita. E nella vita di una mamma, ci sono dolori che possono far credere che la luce del sole non risplenderà mai più, come dopo aver perso il proprio figlio, per esempio. Ecco che dopo un aborto, sembra di essere schiacciati sotto le nube più nere finché giunge un piccolo arcobaleno, un sorriso capace di riportare la gioia nei cuori più tristi.
bambini arcobaleno
Sono chiamati bambini arcobaleno, i bimbi che nascono poco dopo un lutto perinatale; sono i bambini della speranza, prove che anche dopo la tempesta più oscura può tornare a brillare il sole.

Mamme arcobaleno: un mondo di emozioni contrastanti

Avere un bambino poco dopo averne perso un altro può portare il suo bel bagaglio di emozioni, e molte mamme arcobaleno potrebbero dire che non tutte sono emozioni positive. Molte madri che hanno resistito alla perdita di un figlio e hanno continuato a sperare, provando di rimanere di nuovo incinte, sentono a volte un tremendo senso di insicurezza, oltre ai sensi di colpa più disparati.
Questi sensi di colpa spesso si riferiscono a ciò che potrebbero pensare gli altri: ci sono mamme che temono che gli altri pensino che il loro lutto non sia stato in fine dei conti così pesante da superare, altre invece che pensino che il parto andato bene sia in realtà un tentativo per sostituire il bambino perso. Alcune sarebbero spinte a pensare che la nascita del bambino arcobaleno dopo un aborto potrebbe in qualche modo disonorare il bambino mai nato, e che la gioia immensa procurata dalla nascita del fratellino o della sorellina costituirebbe in realtà un tentativo inconscio di sfuggire dal dolore e di non metabolizzare completamente il lutto.
Ma oltre a questo, c’è un mondo variegato che non mancherà di costellare la vita della mamme, ecco alcuni sentimenti che molte condividono:

1. L’ansia da allontanamento

Subito dopo il parto, la minima separazione troppo prolungata potrà innescare un sentimento d’ansia perché si pensa al peggio. Se questo, all’inizio, è più che comprensibile, il rischio di diventare iperprotettiva in futuro è reale.

2. La paura che qualcosa vada storto

Alcune mamme riferiscono che all’inizio, il solo fatto di vedere il bimbo con gli occhi chiusi le facevano pensare al peggio ed erano sempre presente a controllare che respirasse correttamente.

3. Gioia pura e stravolgente

Molte mamme confidano che il momento più bello della loro vita è stato quando sono uscite dall’ospedale con il bambino tra le braccia, un momento unico che ha dissipato in un nanosecondo tutti i pensieri più brutti che potevano avere. Era una gioia trionfante. Memorabile.

4. Tendenza ad essere iperprotettiva

Aver perso un bambino fa leva su tutte le insicurezze della mamma e i “Se avessi saputo” piovono a catinelle, spingendola ad essere eccessivamente protettiva nel confronto del neonato, al punto che alcune ammettono di non volerlo mai dare in braccio ai familiari perché “Non si sa mai”.

5. Tutti i “se” che fanno male

Potrà capitare che alcuni momenti della vita del bambino arcobaleno, siano vissuti dalla mamma con un sapore agro-dolce. In effetti, non è raro che in momenti di gioia intensa, si pensi al bambino defunto, chiedendosi come sarebbe stato se fosse stato lì anche lui.

Perché i bambini arcobaleno sono così speciali?

bambino
La nascita di un bambino arcobaleno non implica che il dolore della perdita debba essere dimenticato, semplicemente perché non si può dimenticare un’esperienza così devastante, non si può fare finta che non sia successo nulla, ma si può trasformare il dolore, quello sì . Un bambino non potrà mai rimpiazzare l’altro, piuttosto, il bambino arcobaleno potrà portare la torcia dell’amore che brillerà per sempre e che illuminerà il ricordo di quel angelo che non ha visto la luce.
Le belle storie sui bambini arcobaleno, raccontate dalle mamme arcobaleno, sono storie toccanti di guarigione e di trasformazione del dolore; le emozioni di fondo vanno dalla felicità agrodolce alla gioia travolgente. Ogni storia è unica.

Il ritorno della tempesta: un rischio da prendere in considerazione

Dietro un bambino arcobaleno, c’è una storia di dolore e sofferenza, c’è un’ombra pesante. Se il bambino porta nella vita dei genitori una grande gioia, è importante però che questi non facciano crescere il bimbo all’ombra del lutto del fratellino, perché se è un evento difficile da metabolizzare per un adulto, figuriamoci per un bambino. Sappiamo tutti che i piccoli sono come delle “spugne” – assorbono tutto –, motivo per il quale è importante fare bene la differenza tra il neonato e l’angioletto volato in cielo, evitando per esempio di dargli lo stesso nome, preservando così la sua identità e la sua integrità.
È meglio evitare al bambino arcobaleno di farsi carico, già dalla nascita, di emozioni e aspettative rivolte all’altro, cause di un trauma non indifferente, che potrebbero tormentarlo per tutta la vita. La tentazione, spesso inconscia, di voler far vestire al bambino nato i panni del bimbo scomparso è purtroppo reale e va preso seriamente in considerazione.

Una lezione d’amore

I bambini arcobaleno ci parlano di una lezione preziosa, del valore del presente, dell’importanza della speranza che può farsi paladina di una vita nuova. Ci parlano di una vita intensa, vissuta fino al midollo dove sorrisi, pianti ed emozioni si rivestono di colori mai visti, di sensazioni che sconvolgono la comune ragione e che ci fanno affrontare le ombre più buie che si nascondo in quel passato non così remoto. Loro non sono una seconda possibilità, non lo sono mai. Non sono una possibilità ma un miracolo, sono l’urlo della vita che rivendica il nostro cuore.
arcobaleno

Dove termina l’arcobaleno
Deve esserci un luogo, fratello,
Dove si potrà cantare ogni genere di canzoni,
E noi canteremo insieme, fratello,
Tu ed io, anche se tu sei bianco, e io non lo sono,
Sarà una canzone triste, fratello,
Perché non sappiamo come fa,
Ed è difficile da imparare,
Ma possiamo riuscirci, fratello, tu ed io.
Non esiste una canzone nera.
Non esiste una canzone bianca.
Esiste solo musica, fratello,
Ed è musica quella che canteremo
Dove termina l’arcobaleno.
— Richard Rive

 
 

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice & shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it





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