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"Aiutali a uscirne": la campagna Lav per vietare i test sulle sostanze d'abuso condotti sugli animali

Di Marco Grilli - 9 Marzo 2016

Aiutali a uscirne”: è lo slogan della nuova campagna della Lega antivivisezione (Lav), presente nelle maggiori piazze italiane (weekend del 5-6 e 12-13 marzo) per far sottoscrivere la petizione destinata al ministro della Salute Lorenzin, che chiede la fine dei test sulle sostanze d’abuso (alcol, fumo, droghe) condotti sugli animali.

Non bevono, non fumano né incorrono nei nostri vizi, eppure ratti e topi (in Italia) e perfino scimmie (all’estero), sono ancora oggi sottoposti a esperimenti crudeli che provocano indicibili sofferenze. Costretti a fumare l’equivalente di 266 sigarette al giorno o obbligati a inalare i vapori dell’alcol, spesso senza anestesia, quindi uccisi e sezionati. È il triste destino quotidiano di migliaia di animali, compresi cuccioli e femmine incinte, finiti nel mirino di una ricerca scientifica che molti non considerano tale. Perché topi e scimmie, come sostiene la Lav, sono esseri troppo diversi da noi umani e non possono fornire prove significative riguardo gli effetti di fumo, alcol e droghe sull’uomo, anche in virtù delle complesse varianti fisiche e psichiche che subentrano nella nostra specie in caso di abuso e/o dipendenza. Nessun animale può dunque considerasi un modello di “uomo semplificato”.

«È sconcertante che vizi umani come alcol, fumo e droghe siano ancora testati su animali, che non bevono né fumano e, pertanto, non potrebbero neppure abusare di queste sostanze. Si tratta di un approccio alla ricerca criticabile sul piano scientifico e, prima ancora, sul piano etico: basti pensare all’elevato grado di sofferenza che i test effettuati sugli animali comportano. Considerati i dati epidemiologici a disposizione e le investigazioni con metodi alternativi, la sperimentazione animale è un pretesto per testare presunti rimedi alle dipendenze con il solo risultato di arricchire le tasche di chi le produce, senza tutelare davvero chi abusa di fumo, alcol e droghe, in primo luogo i ragazzi e le categorie più deboli», attacca la Lav.

Durante i banchetti, che si terranno anche nel prossimo weekend in centinaia di piazze italiane, sarà possibile acquistare le uova di Pasqua destinate a finanziare la campagna “Aiutali a uscirne”, per contribuire allo sviluppo di metodi alternativi alla vivisezione. L’organizzazione animalista invita inoltre i cittadini a firmare la petizione che chiede il divieto definitivo di questi test ritenuti crudeli e scientificamente infondati, anche nel rispetto del Decreto legislativo n° 26/2014 sulla sperimentazione animale, che recepisce la Direttiva europea 63/2010 e prevede – a partire dal 1° gennaio 2017 – la proibizione dell’uso degli animali per gli esperimenti sulle sostanze d’abuso e gli xenotrapianti (ossia quelli tra specie diverse in cui si utilizzano organi o tessuti di suini o primati), nonché il loro riutilizzo in alcune sperimentazioni particolarmente dolorose.

La nuova legge sulla sperimentazione animale, considerata dagli animalisti come il punto di partenza verso una ricerca non violenta e davvero utile, introduce alcuni miglioramenti alla Direttiva europea, poiché al di là dei punti già elencati, vieta: l’allevamento di cani, gatti e primati da laboratorio; gli esperimenti su scimmie antropomorfe (scimpanzé, oranghi, gorilla, gibboni, bonobo) e per la produzione e il controllo di materiale bellico; le esercitazioni su animali per la didattica (ad eccezione dei corsi universitari per la medicina veterinaria) e i test su cani e gatti randagi e su animali resi afoni. La stessa norma include inoltre la promozione e adozione di metodi alternativi/sostitutivi alla vivisezione, prevedendo un fondo per il loro sviluppo. Si è così giunti a una legge nazionale più restrittiva rispetto al testo comunitario, ma la Lav chiede il sostegno dei cittadini per convincere il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a non modificare il divieto delle procedure elencate nella petizione, previsto a partire dal 1° gennaio 2017.

Se è vero che lo stop definitivo alla vivisezione è ancora lontano, negli ultimi anni i metodi alternativi stanno suscitando un sempre maggior interesse e hanno sostituito le sperimentazioni cruente in molti settori. La fine degli esperimenti sugli animali potrebbe non esser più una semplice utopia, perché grazie alle battaglie degli animalisti e alla mobilitazione dell’opinione pubblica sono stati già raggiunti numerosi obiettivi, quali il divieto dell’uso degli animali per i crash test sulle automobili, i test di gravidanza, quelli per verificare la contaminazione batterica di farmaci, nonché per svariate verifiche igienico-sanitarie su alimenti, esercitazioni per scopo didattico e test di tossicità su sostanze chimiche.

I modelli informatici, le analisi chimiche, le indagini statistiche, gli organi bioartificiali, i microchip al DNA e i microcircuiti con cellule umane sono solo alcuni dei numerosi metodi alternativi alla sperimentazione animale, che qualora universalmente diffusi potrebbero porre fine alle crudeltà nei laboratori. Il divieto dei test sulle sostanze d’abuso condotti sulle cavie sono solo un’importante tappa verso l’obiettivo finale cui tendono gli animalisti, che si chiama abolizione della vivisezione.

Marco Grilli





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