Educazione
Primo piano

Nomenclature Montessori: 4 materiali per lo sviluppo del linguaggio

Di Manuela Griso - 11 Novembre 2014

Sento molte mamme preoccupate perché il bimbo di magari 2 anni non parla ancora o si esprime in modo primitivo; ho pensato allora che fosse utile parlare del linguaggio, del suo sviluppo e di come possiamo noi genitori o insegnanti agevolare questa fondamentale acquisizione.

“Il linguaggio è l’espressione di un accordo fra un gruppo di uomini, e può essere compreso solo da quelli che hanno convenuto di rappresentare determinate idee mediante determinati suoni. Altri gruppi hanno adottato altri suoni per rappresentare le stesse idee e gli stessi oggetti: e così il linguaggio diviene una barriera che separa un gruppo dall’altro mentre accomuna i membri di uno stesso gruppo. È lo strumento necessario per lo sviluppo di un pensiero comune” (Maria Montessori ne “Educazione per un mondo nuovo“)

Molto chiaramente comprendiamo da queste parole il pensiero di Maria Montessori e possiamo riflettere su quanto esse siano vere. La barriera dell’incomprensione che si crea quando si utilizzano linguaggi diversi è davvero dura da abbattere. Numerosi studi hanno dimostrato che il linguaggio sorge naturalmente, non si impara e la natura, questa incredibile madre, ha fatto sì che il bambino fosse “immune” a tutti i suoni che non sono la voce umana.

Tale circostanza è dimostrata da molti fattori: innanzitutto molto spesso i neonati non reagiscono a suoni molto forti che possono sorgere intorno a loro ma reagiscono alla voce umana; una dimostrazione ancora più incredibile avviene dalla storia del “ragazzo selvaggio” che, cresciuto in mezzo alla giungla, non ha iniziato ad ululare, ad abbaiare o a produrre altri suoni ma è rimasto muto.

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E qui vengo a riprendere le parole di Maria Montessori che richiamano questa tesi:

“I suoni che compongono i vocaboli vengono emessi per mezzo di taluni meccanismi fisici, come la lingua, la gola, il naso, e di certi muscoli facciali. Sembra che la struttura di questi meccanismi sia perfettamente adatta solo per parlare la lingua materna; per quel che riguarda invece le lingue straniere, gli adulti talvolta non riescono neppure a percepirne tutti i suoni, e tanto meno poi a pronunciarli alla perfezione. Solo il bambino sotto i tre anni può costruire il meccanismo del linguaggio, e può parlare qualsiasi numero di lingue, se sono usate nel suo ambiente alla nascita”.

Se pensiamo ad esempio ai bambini ebrei durante la deportazione, essi venivano a contatto con numerosissime altre lingue eppure erano in grado di parlare anche 8 lingue differenti.

La pellicola fotografica, la quale prima registra l’immagine, poi viene sviluppata al buio ed infine, quando l’immagine è stata fissata viene portata alla luce, ha lo stesso meccanismo che avviene nel linguaggio: prima il bambino registra i suoni della sua lingua, poi li sviluppa nel subconscio e solo quando essi vengono fissati li può portare alla luce.

Nel fare questo, ci possono essere tempi diversi, per i motivi più svariati. Magari un bimbo che è in un contesto di privazione di parole, perchè gli adulti non comunicano o magari perchè vive con una madre single che quindi non ha un altro adulto con cui confrontarsi e dialogare, può aver bisogno di più tempo per assimilare le parole e il loro significato prima di provare il suo organo di fonazione; o magari veniva zittito in tempi immaturi e ora crede di non dover azzardare di più; o magari ha un problema fisico, nell’orecchio o nell’apparato fonatorio.

Vediamo ora come aiutare lo sviluppo del linguaggio e i problemi che ci possono essere in tale sviluppo e che cosa comportano.

Un materiale importantissimo e di semplice fattura sono le “nomenclature“.
 

NOMENCLATURE SEMPLICI

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ETA’: dai 14/16 mesi

DESCRIZIONE: immagini di oggetti reali (es. verdure)

PRESENTAZIONE: lezione dei tre tempi.

1 tempo: dare la nomenclatura. Si apre la cartellina e si estrae un’immagine: “Questa è l’immagine di un POMODORO“, “Questa è l’immagine di una PATATA”… E così via fino ad estrarre l’ultima nomenclatura. Se il bimbo è molto piccolo meglio cominciare con tre immagini, poi si aumenta piano piano.

2 tempo: riconoscimento. “Mi passi l’immagine della patata? tocchi l’immagine del pomodoro?”

3 tempo: il bambino nomina, quindi noi chiederemo: “Cos’è questo? come si chiama questo?”

Per il terzo tempo si consiglia di attendere finchè il bambino da solo non comincia a nominare gli oggetti, altrimenti è preferibile fermarsi al secondo tempo per non compromettere il suo meccanismo di fonazione e non metterlo in condizioni di comprendere che “non riesce”.

NOMENCLATURE CON OGGETTO O COPIA REALE IDENTICA

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Immagine by Manuela Griso

ETA‘: dai 14 mesi

OCCORRENTE: un cestino con la cartellina con la nomenclatura e un sacchetto contenente l’oggetto reale o la copia classificata(es. Mela, Noce… per esempio la noce si può tenere sempre pronta in un sacchetto)

Si procede con la lezione dei tre tempi:

Nomino:Questa è l’immagine di…” e dispongo tutte le immagini… poi procedo aprendo il sacchetto e nominando gli oggetti:” Questa è una mela”, però a differenza delle immagini a mano a mano che nomino chiedo al bimbo di collocarli sopra alla loro immagine e quindi compio anche la seconda fase.

Questa attività aiuta anche la capacità di astrazione, ovvero il bambino impara che ciò che può toccare può anche venire rappresentato.

NOMENCLATURE CON COPIA O OGGETTO REALE NON IDENTICO

Immagine by  Manuela Griso

Immagine by Manuela Griso

ETA’: dai 20 mesi

OCCORRENTE: Cartellina con immagini di oggetti reali e un sacchetto con la copia dell’oggetto ma non identiche. (Es. animali: gatto: nell’immagine rosso e seduto, nella copia a quattro zampe e nero.)

Procedo con lo stesso metodo descritto sopra.

Questa nomenclatura aiuta non solo la capacità di astrazione ma anche la capacità di comprendere che un’oggetto che tocco può essere rappresentato anche se non identico: un gatto rappresenta tutti i gatti ecc…

NOMENCLATURE MUTE E PARLATE

Immagine by Manuela Griso

Immagine by Manuela Griso

ETA’: dai 4 anni e mezzo

OCCORRENTE: due cartelline. Una con i disegni (es. Foglia). In ogni disegno viene evidenziata solo una parte di quell’oggetto, per dare la nomenclatura specifica.E’ già materiale di scienze naturali. Il disegno è senza nome scritto sotto. Un’altra invece con i disegni con il nome scritto sotto più dei cartellini con i nomi scritti ma senza disegni.

PRESENTAZIONE: si va a tappeto con entrambe le cartelline. Si estrae la prima immagine muta e la si pone sul tappeto. Si procede così per tutte le immagini mute. Si prende poi la seconda cartellina e si fa l’appaiamento con le immagini parlate dando la nomenclatura, dopodichè si estraggono i cartellini e si mettono in disordine sul tappeto. Si fa poi l’appaiamento tra il cartellino e la scritta nell’immagine parlata dando di nuovo la nomenclatura.

Questa nomenclatura aiuta non solo l’ampliamento del vocabolario e la conoscenza di termini propri degli elementi di scienze naturali, ma anche l’introduzione alla lettura attraverso il riconoscimento e l’appaiamento delle lettere.

Ostacoli nell’acquisizione del linguaggio

Durante l’acquisizione latente del linguaggio, possono avvenire degli ostacoli (in genere sono rappresentati dagli adulti, a meno che non siano limiti fisici), i quali poi comportano dei problemi da adulti , in rapporto alla fase in cui si sviluppano gli stessi.

Mutismo psichico: si presenta quando viene esercitata un certa repressione nella fase della libertà di emissione (Es.quando si zittiscono i primi versetti del bambino)

Balbuzie e difetti di pronuncia: si presentano quando c’è stata repressione nel periodo dell’esplosione di parole (in genere verso i 18 mesi) (es. Quando ripetiamo i suoi balbettii incerti o correggiamo continuamente in modo beffardo una parola non detta correttamente )

Esitazione nella frase: repressione della libertà di espressione nel periodo dell’esplosione della frase (intorno ai 26 mesi) ( es. quando si zittisce un bambino che parla continuamente)

Il nostro aiuto consapevole ai bambini può limitare fortemente i problemi del linguaggio negli adulti che saranno; è bene quindi parlare correttamente ai bambini senza limitare il nostro vocabolario per paura che non comprendano, al massimo spiegheremo il significato della parola sconosciuta; evitare di ripetere le loro parole strane deridendoli, parlare sempre pronunciando bene le parole; non zittire mai i bambini con modi bruschi, piuttosto farlo diventare un gioco di segreti o un momento magico per provare le diverse tonalità di voce, per loro il gioco ha sempre un alone di magia e giocare con la voce insieme alla mamma ha un fascino particolare.

I primi “versetti” dei bambini, non vanno MAI zittiti!

Vivere Montessori vi augura un buon lavoro di preparazione nomenclature per i vostri piccoli grandi costruttori!

Educatrice Manuela Griso

 





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