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Tablet e smartphone, ecco perchè ritardano l'apprendimento nei più piccoli

Di Daniela Bella - 9 Maggio 2014

Ormai ci troviamo nell’era della tecnologia. Oggi, infatti, non ci sorprende vedere bambini molto piccoli che maneggiano smartphone e tablet ancor prima che sappiano parlare.

Persone adulte e mature a volte li guardano con una certa invidia e una certa ammirazione, ma il che non è un bene.

Ormai tutto ruota intorno a touch. Tutto ruota intorno alle app. Ormai basta un semplice tocco con un dito per trovarci catapultati in quello che stiamo cercando o di cui abbiamo bisogno.

I bambini di oggi, già in tenera età, sono sicuramente molto più svegli rispetto a un tempo, e molti genitori pensano che vedere il proprio bambino maneggiare un tablet o uno smarphone sia qualcosa di positivo, pensano che agevoli la sua capacità di apprendimento e che, di conseguenza, porti dei benefici.

E invece a quanto pare non è così. Anzi, i dispositivi con touchscreen non solo non fanno imparare più in fretta, ma rischiano di fare dei danni.

A giungere a questa conclusione sono stati gli esperti del Cohen Children’s Medical Center di New York, il cui studio è stato presentato nel corso del congresso delle Pediatric Academic Societies and Asian Society for Pediatric Research a Vancouver.

Lo studio è stato condotto su 63 coppie, i cui figli hanno avuto il loro primo approccio con un tablet o a uno smartphone a circa 11 mesi di età per un tempo che un tempo che andava dai 17,5 minuti al giorno a picchi di 4 ore.

Le attività principali svolte dai bambini sul dispositivo tattile sono risultate: guardare show educativi (30%), usare app educazionali (26%), premere a caso lo schermo (28%) e fare giochi non educativi (14%).

Anche se il 60% dei genitori si è detto convinto che l’uso di dispositivi produceva un “beneficio nell’educazione” nei piccoli, i test cognitivi hanno dimostrato che non c’era nessuna differenza tra i bambini “tecnologici”e quelli non, e anzi, nei piccoli che giocavano con app non educative, si è notato un ritardo nello sviluppo del linguaggio.

La preoccupazione degli esperti per la sempre maggiore esposizione dei bambini ai dispositivi elettronici è crescente, e ha portato all’emanazione di linee guida sia da parte dell’associazione dei pediatri statunitensi che dell’omologa britannica in cui si consiglia alle famiglie di non far usare i dispositivi fino ai 2 anni di età, e poi di concederli al massimo per un’ora al giorno.

Non solo. Dalla Gran Bretagna è infatti arrivato un altro allarme durante il Congresso dell’associazione insegnanti, secondo cui i bimbi alla materna sanno far scorrere uno schermo ma non hanno le abilità cognitive per usare le costruzioni, oltre ad avere difficoltà nelle relazioni con i compagni e gli insegnanti.

Insomma, smatphone e tablet sono oggi diventati sostituti di libri e di giocattoli tradizionali (come le semplici costruzioni appunto), ma la tecnologia non può e non potrà mai rimpiazzare il contatto diretto con i figli, così come quello con i propri giocattoli, che è e resta la miglior fonte di apprendimento.

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