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Borgo Montello, kiwi e ortaggi avvelenati da arnesico e metalli pesanti: rapporto mai divulgato alla popolazione

Di Daniela Bella - 17 Novembre 2013

L’ignoranza è una brutta bestia“, e quando si parla di “ignoranza” mi riferisco a colui che ignora, che non conosce in modo adeguato un fatto, un dato, qualcosa e, a fronte di questo, non si rende conto delle possibili conseguenze dovute ad un atto specifico della persona stessa.

Succede nelle province di Roma e Latina, nella cosidetta Valle d’oro di Borgo Montello: piantagioni di insalata, pomodori, uva da tavola, ma sopratutto di kiwi. Tutta roba venduta in Italia. Tutta roba tossica. E noi, come sempre, ignari di tutto. E chi di competenza, come sempre, se ne resta nel suo silenzio.

Nelle falde a pochi metri dalle coltivazioni sono stati trovati “veleni” che hanno contaminato le varie piantagioni, in particolar modo quella dei kiwi. Al confine est della Valle d’oro c’è dagli anni ’80 una macchia grigia: inizialmente era piccola, appena visibile, ma, col passare del tempo, si è estesa fino a divenire un mostro da 50 ettari, un tumore che si allarga sulla terra, lambendo i confini del fiume Astura. E ovviamente questa “macchia grigia” contiene le sue tossine, metalli pesanti come piombo, arsenico, ferro, manganese. Tutte sostanze cancerogene, capaci di concentrarsi nei prodotti agricoli e, di conseguenza, nel nostro corpo. In particolar modo l’arsenico. Per non parlare della monnezza, che i camion del comune di Latina gettavano in un terreno adiacente.

La cosa davvero grave e scandalosa è che nessuno, nè la regione ne il comune di Latina, ha avvisato del pericolo la popolazione e i coltivatori.

Sì, perchè loro ne erano già al corrente, e anche da un po’. Già nel 2009, infatti, i tecnici dell’Arpa Lazio hanno iniziato a cercare la traccia dei veleni fuori dagli invasi della discarica cresciuta a dismisura: c’era il timore che le sostanze normalmente presenti nelle falde avessero superato il fiume, confine labile con le coltivazioni.

Dal 2010 l’ente ambientale che dipende dalla Regione Lazio ha iniziato a prelevare i campioni delle falde acquifere sui bordi dei campi, oltre il fiume. Il risultato è stato davvero impressionante. L’arsenico, ad esempio: prendendo come limite di legge i 10 microgrammi per litro, l’Arpa ha trovato valori di arsenico fino a 30 volte superiori.

Per intenderci, e per farvi capire meglio la gravità della situazione, nel Giugno del 2010, ad esempio, un campione conteneva 260 microgrammi di arsenico per litro, mentre nel Gennaio del 2011 (quindi sette mesi dopo) in un altro prelievo il campione conteneva ben 382 microgrammi per litro!

Per non parlare del piombo, il cui valore risultare essere al di sopra dei valori consentiti, e del ferro e del manganese, entrambi con tassi di concentrazione al di sopra della media consentita in quella zona.

Questi dati, partiti dagli uffici dell’Arpa Lazio il 20 Marzo del 2012, sono contenuti in un rapporto mai divulgato alla popolazione. Un secondo rapporto, consegnato invece lo scorso Maggio, risulta essere introvabile, mantenuto sotto riserbo dagli uffici ambientali della Regione Lazio. Perchè è stato tenuto segreto? Perchè i dati sono adesso rassicuranti e quindi era inutile proliferare eventuali allarmismi oppure questo secondo rapporto si è rivelato “catastrofico” e, come sempre, si preferisce il silenzio per non assumersi le proprie responsabilità? Non ci è dato saperlo.

Corrado Carruba, commissario dell’Arpa Lazio, ha spiegato che quei dati non sono stati forniti perchè manca una valutazione finale da parte dell’Ispra, mentre la Regione Lazio ha dichiarato che quei dati non sono ancora disponibili perchè incompleti.

Di avviso diverso l’Ispra, chiamata in causa dalla agenzia regionale diretta da Carruba, che con le sue dichiarazioni ha voluto in un certo senso smentire quanto dichiarato dalla regione e dall’Arpa Lazio:

“Si ritiene che i dati siano pubblici e che siano accessibili presso gli Enti preposti. L’approfondimento tecnico del modello concettuale del sito insistente nell’area delle discariche di Borgo Montello, è del tutto indipendente dal procedimento amministrativo di bonifica e/o messa in sicurezza che resta in capo agli enti preposti…”

Vogliamo ancora continuare a far finta di niente? Vogliamo ancora causare inutili morti dovute a disattenzioni e negligenze di questo tipo? Davvero non ci sono parole.

[fonte:ilmanifesto.it]

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