Curiosità

Perché Indossare la Croce di Ankh Ovvero la Chiave della Vita

Di Valeria Bonora - 17 Febbraio 2019

La croce di Ankh (☥), conosciuta anche con il nome “chiave della vita” oppure “croce ansata”, è un simbolo che si trova raffigurato in numerose opere artistiche dell’Antico Egitto ma il suo vero significato è tutt’oggi un mistero.

L’opinione più accreditata è di stampo religioso, infatti molti dèi egizi sono raffigurati con un Ankh in mano o sul petto e l’ipotesi più probabile è che fosse il simbolo della vita eterna. Molti associano questa croce ansata ad una chiave per l’accesso al regno dei morti, un modo per definire la morte dell’Essere Umano e la conseguente nascita del dio che l’Essere Umano ha costruito nel corso della sua esistenza.

La chiave che apre la porta è anche la metafora dell’ingresso in una visione dell’esistenza che porta a evolvere la propria anima e a renderla consapevole di sé stessa.

Sempre a proposito dei vari significati della croce di Ankh, ne “Il Talismano delle Anime Gemelle” di Stella Demaris si può leggere:

“….l’unione di Osiride ed Iside, il matrimonio fra cielo e terra, la fusione fra il mondo divino ed il mondo umano; la vita eterna , grazie alla quale è possibile superare la morte e giungere alla rinascita;
la struttura dell’Universo, con le due forze maschili e femminili che lo regolano. Antichi testi riportavano che tale simbolo, prerogativa delle divinità egizie, possedeva anche il potere di infondere nella persona qualcosa di nuovo così da innescare un cambiamento”

Spesso si legge di questo simbolo associato ai genitali umani durante l’atto sessuale, l’unione tra il simbolo maschile e quello femminile, in particolare modo degli dèi Iside e Osiride: l’ovale in cima alla croce rappresenterebbe l’utero di Iside mentre il Tau sottostante rappresenterebbe il pene di Osiride.

La chiave della vita può anche avere un significato più “astrologico”, guardando infatti la croce è possibile trovarci la rappresentazione del sorgere del Sole (ansa), dell’orizzonte (la linea orizzontale) e della luce del Sole che si proietta sulla terra, ovvero “il cammino del Sole” (la linea verticale sotto l’orizzonte). Infatti questo simbolo è associato anche all’unione mistica tra il cielo e la terra o meglio al contatto tra il mondo divino e il mondo terreno.

Un’altra teoria che ho letto è quella che la croce di Ankh fosse uno strumento per ampliare il potere della ghiandola pineale, ovvero la principale sede dell’anima. Come si vede fare in molte rappresentazioni grafiche egizie dove il Dio la poneva alla bocca o al naso del faraone per infondergli la vita, ridonandogli il Verbo divino ovvero la parola perduta, possiamo appoggiare la croce sul volto e notare che l’ansa coincide con il terzo occhio, mentre i bracci della croce chiudono gli occhi. Questo è un modo per “vedere” con l’anima, un passaggio necessario per evolversi e crescere, per ampliare il potere dell’organo della visione spirituale.

Athanasio Kircher nel sec. XVII considerava l’Ankh un Tau mistico segno della vita, della forza che tutto permea e che ha origine nella divinità.

I cristiani non riuscirono a estirpare questo simbolo dall’Egitto e così lo assimilarono vista la somiglianza alla croce, che però ben altro significato ha. Infatti se l’Ankh simboleggia ed è legato alla vita, tutti sanno che la croce cattolica è simbolo di morte, usata infatti dai romani come strumento di tortura.

Perché indossare una collana con la croce di Ankh?

La croce di Ankh la si può acquistare in diversi materiali ma è da sapere che gli antichi egizi utilizzavano legno di sicomoro, pietre dure, diaspro, quarzo rosso opaco e che spesso nell’ansa vi si trovava uno specchio.

La croce la si può portare al collo e pare che appoggiandola sulla fronte quando si è particolarmente stanchi o un po’ malinconici o stressati, questa può portare dei benefici. Inoltre i due lati della croce possono essere “caricati” dall’energia del Solo e della Luna, questo fa si che vengano stimolate aree differenti del corpo. Ad esempio la parte esposta alla Luna permette di stimolare l’immaginazione e la fantasia e aiuta a combattere l’ansia e la depressione, mentre la parte esposta all’influenza dal Sole aiuta a rivitalizzare l’organismo.

Sostanzialmente indossare una croce di Ankh è un ottimo modo per infondere forza vitale e proteggere dalle negatività.

Curiosità sulla croce di Ankh

Nella mitologia egizia l’Ogdoade, in egizio “khemeniu”, è l’insieme di otto divinità che esistevano prima della creazione, personificando le forze primordiali del Caos. Queste divinità ebbero origine da una collina di fango che emerse dalle acque, chiamata Isola delle Fiamme (dalla quale ebbe origine il Sole) o Isola dei Coltelli, la loro forma era particolare infatti le quattro divinità maschili avevano la testa di rane mentre le quattro divinità femminili avevano la testa di serpente.
 
Le otto divinità erano create a coppie, maschio e femmina, e precisamente

Amon e Amonet, Dei dell’invisibile;
Nun e Nunet, Dei del caos delle acque primordiali;
Kuk e Keket, Dei dell’oscurità;
Huh e Huhet, Dei dell’illimitatezza.

Ora se si guarda attentamente si può leggere la scritta ANKH nelle iniziali delle divinità… una croce di vita generata dalle divinità del caos…
Articolo scritto da Valeria Bonoravaleria2174.wix.com





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