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"Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakow: un romanzo che ci insegna ad essere liberi

Di Redazione - 29 Novembre 2022

Grottesco, sorprendente, assurdo, “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakow è ad oggi considerato uno dei capolavori della letteratura. La sua travagliata stesura ha inizio nel 1928, ma la prima versione viene bruciata in una stufa. Nel 1931 Bulgakov la riprende in mano e nel 1937 porta a termine la terza redazione. Ma Bulgakov non si accontenta e continua nel corso degli anni a sistemare il romanzo fino alla morte, nel 1940. Sarà la moglie a ultimarlo nel 1941 e la pubblicazione avverrà solo nel 1966.

Mikhail Bulgakov (Kiev, 15 maggio 1891 – Mosca, 10 marzo 1940) è stato uno scrittore e drammaturgo russo famoso in tutto il mondo.

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La trama

Il libro inizia con una scena surreale che vede protagonisti due cittadini russi, Berlioz e Bezdomnyj, e il professore di magia Woland appena giunto a Mosca. I tre discutono sull’esistenza di Gesù e di Dio: se i russi si dichiarano atei, il mago mostra stupore per la loro mancanza di fede. Il dibattito si fa sempre più acceso finché il mago, che in realtà è il diavolo, non presagisce loro un futuro funesto, che immancabilmente si verifica.

Ci credo! Questi occhi non mentono. Quante volte vi ho detto che sottovalutate l’importanza degli occhi umani. Capite, la lingua può nascondere la verità ma gli occhi – mai.

da “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakow

Il romanzo prosegue con altri episodi surreali in cui, spesso, gli esseri umani contrastano o cercano di comprendere senza riuscirci la magia e il mondo soprannaturale, mentre il diavolo in compagnia dei suoi assistenti sconvolge le vite di chiunque incontri, inclusa quella di Margherita, la donna giusta per celebrare il suo sabba. Il Maestro è invece uno scrittore emarginato dalla cultura ufficiale sovietica a causa di un romanzo scomodo sulla figura di Ponzio Pilato, recluso in manicomio e dimenticato da tutti ad eccezione di Margherita, la sua amante. Parallelamente il romanzo racconta la storia di Ponzio Pilato, quella del libro censurato del Maestro, attraverso lo stratagemma del racconto nel racconto.

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Il significato tra le righe sulla consapevolezza dell’uomo

Un romanzo politico ed esoterico, impietoso nei confronti dei russi di cui il diavolo, come un infiltrato, cerca di comprendere la natura e l’evoluzione. Ma anche un romanzo di profonda indagine psicologica riguardante l’integrità dell’essere umano, qualità rarissima.

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Un romanzo tragico e comico al tempo stesso in cui Bulgakov sembra mostrare un grande disprezzo nei confronti dell’essere umano a causa della sua incapacità di “sfruttare” le proprie enormi potenzialità, sprecandole per nulla, come suggeriscono Maura Gancitano e Andrea Colamedici nel video youtube a tema. Ma in questo disprezzo paradossalmente si cela un amore enorme per l’uomo perché l’intento di Bulgakov è, anche, indurlo a risvegliarsi, riscoprirsi, a non sprecare inutilmente l’esistenza.

Il diavolo che tanto spazio ha nel romanzo non è un essere spregevole che ci allontana dalla luce ma è il seduttore, “quella parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente compie il bene“. Il diavolo distoglie l’uomo dalla retta via perché alcune cose si possono capire e incontrare solo sbagliando strada.

Bulgakov evidenzia quindi la pochezza dell’essere umano attraverso la figura del diavolo, Woland, che lo tenta appositamente per metterlo alla prova. Ma il diavolo tentatore in realtà spera di trovare qualcuno di integro fra gli esseri umani, pur sapendo che è una missione difficile.

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Il Maestro e Margherita: i protagonisti che ci aiutano a ritrovare la consapevolezza

libro aperto

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© Pixabay

Gli integri del romanzo sono proprio i protagonisti, Il Maestro e Margherita. Ma se il primo, rinchiuso in un ospedale psichiatrico, è tormentato, disorientato, incapace di reggere il peso del mondo che non lo capisce, Margherita è l’unica che riesce a farsi carico di un percorso evolutivo che salva se stessa, il Maestro, il Diavolo stesso e in generale l’umanità, come suggeriscono i due filosofi Gancitano e Colamedici.

“Seguimi lettore! Chi ha detto che non c’è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore!”

da “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakow

Margherita è integra rispetto al mondo esterno, lei conosce per natura e sa distinguere il giusto dal non giusto dirigendo realmente la propria vita, capace di scegliere e non scegliere, a differenza della maggioranza degli esseri umani che credono di farlo ma in realtà sono ciechi, addormentati, inconsapevoli, meccanici.

Questo è un punto fondamentale del romanzo: gli esseri umani non vedono e non riconoscono i desideri autentici, gli esseri umani sprecano le proprie capacità e potenzialità assoggettati a tanti “Io” che li dominano senza consapevolezza. Chi impara a vedere, chi si accorge di questi meccanismi-trappole, può non reggere il peso della verità rimanendone annientato, come succede al Maestro, oppure imparare a dirigere realmente la propria esistenza, come riesce a fare Margherita, che sa assumersi le proprie responsabilità e così facendo sviluppa potere, imparando anche a perdonare.

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Attraverso la lettura del romanzo, i suoi intrecci assurdi e i colpi di scena, il lettore stesso diventa una novella Margherita in formazione, impara a “vedere” in modo nuovo, purché disposto ad abbandonare la condizione di cecità che è terribile ma comoda. Come farlo? Attraverso lo sviluppo della responsabilità che implica la necessità di scendere dentro di sè e di essere spietati nei confronti di se stessi.

Perché mai la spietatezza al posto dell’amore per se stessi, tanto decantato? Perché senza distruzione dei “falsi io”, non c’è possibilità di vero amore. E questa distruzione dev’essere spietata per fare posto ad altro, altrimenti rischia di essere l’ennesima illusione.

“Qualsiasi potere rappresenta una forma di violenza sugli uomini, e arriverà il giorno in cui non esisterà più né il potere dei cesari, né qualsiasi altra forma di potere. L’uomo entrerà nel regno della verità e della giustizia, dove non sarà più necessario alcun potere”

da “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakow





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