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Il caso Chevron-Texaco: uno dei più terribili disastri ambientali

Di Eleonora - 10 Novembre 2013

La compagnia Chevron-Texaco sarebbe responsabile di un gravissimo disastro ambientale, le cui conseguenze sono tutte a carico degli abitanti dell’Ecuador e della foresta amazzonica.
A partire dal 1964, la Chevron-Texaco si è occupata di estrarre il prezioso oro nero da alcuni territori dell’Ecuador abitati dalle popolazioni amazzoniche. La devastazione operata dalla Chevron-Texaco riguarda un tratto di foresta amazzonica confinante con l’area protetta di Yasuni.
La compagnia, in più di vent’anni di attività, non ha messo in atto i sistemi necessari per tutelare la salute umana e quella della natura, con conseguenze inimmaginabili; in queste terre, come riporta anche il post di PeaceLink tradotto da Beatrice Ruscio, si registra un notevole aumento di casi tumore, di anemia, deformazioni e di altre gravi patologie.
La Chevron-Texaco ha ammesso di aver sversato l’acqua tossica ed il greggio, senza nessuna precauzione, nei fiumi e nel terreno provocando l’inquinamento delle falde acquifere e del suolo. Il disastro ambientale comprende anche l’incendio di grandi quantità di gas nocivi che si sono liberati nell’aria.
La compagnia sarebbe anche responsabile di non aver mai dichiarato, ufficialmente, il numero esatto di pozzi scavati e delle relative piscine. Il comportamento della multinazionale appare ancora più grave perché, pur avendo le competenze e le capacità per evitare il disastro ambientale, si è preferito non attuarle; la situazione appare ancora più paradossale se si pensa che la Chevron-Texaco impiegava questi sistemi protettivi in altri Paesi, come per esempio gli Stati Uniti. In Ecuador le acqua cancerogene non solo non venivano trattate ma andavano ad inquinare il suolo e i fiumi, dai quali le popolazioni amazzoniche hanno continuato a servirsi. I risultati della condotta scorretta della compagnia sono evidenti osservando i dati relativi al numero di persone ammalate di cancro che risiedono nelle province di Sucumbios e di Orellana, qui la percentuale di casi aumenta di circa tre volte rispetto alle altre zone dell’Ecuador. L’inquinamento determina anche altre patologie, come per esempio la leucemia nei bambini, un aumento spropositato di aborti naturali e la leucemia che riguarda circa il 50% degli adulti.
L’inquinamento ha anche determinato problemi respiratori, problemi dermatologici e neurologici.
Le popolazioni locali hanno citato la compagnia americana in giudizio per la bonifica delle aree e peri risarcimenti per la devastazione apportata in territori particolarmente fragili ed importanti. La causa riguarda la Chevron-Texaco anche se, in realtà, l’estrazione del petrolio in Ecuador è stata opera della sola Texaco che, per motivi aziendali, si è fusa con la Chevron.
Il danno complessivo è stato stimato in 27miliardi di dollari ed è stato chiesto durante il processo noto come Aguinda, nel quale le popolazioni amazzoniche hanno rivendicato i loro diritti nei confronti della multinazionale del petrolio. Dopo lunghi anni di battaglie legali, l’Ecuador è finalmente riuscito ad ottenere un parziale risarcimento che, pur non essendo sufficiente per ripristinare la situazione originaria, è un segno tangibile della maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente e delle popolazioni locali.
A carico della multinazionale vi è la responsabilità di aver provocato un ingente danno ambientale e sanitario per il quale è mancata la volontà di risolverlo ed affrontarlo in maniera definitiva.





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