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Come Leggere l'INCI dei Cosmetici e Acquistare Prodotti Sicuri

Di Valeria Bonora - 24 Gennaio 2014

Le donne, ma in questi ultimi anni anche gli uomini, difficilmente rinunciano ad un cosmetico che le faccia sentire più belle e che migliori un po’ la vita in questo periodo di brutture.

Nonostante la crisi, i prodotti di bellezza non hanno subito cali di vendite ma di sicuro quello che vogliamo è un buon prodotto e magari senza dover spendere delle cifre esagerate, che non sempre sono sinonimo di alta qualità.

Library of Congress: Bottles of shampoo and lotions manufactured by the C.L. Hamilton Co. of Washington, D.C.

Per scegliere un buon cosmetico basta fare una cosa, leggere l’INCI ovvero l’International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. L’etichetta di ogni cosmetico contiene tutte le informazioni utili per sapere se un prodotto potrebbe andarci bene oppure no.

L’INCI contiene tutti gli ingredienti o in lingua latina o in lingua inglese e sono nominati in ordine di quantità presente nel prodotto.

Un’altra buona regola è quella di scegliere prodotti dermocompatibili e ecocompatibili cioè che fanno bene alla pelle ed allo stesso tempo non impattano negativamente sull’ambientecome promuove l’Associazione Internazionale di Ecodermatologia Skineco e l’ideatore del Biodizionario, il chimico industriale consulente Ecolabel, Fabrizio Zago.

Ma andiamo nel dettaglio, come va letto l’INCI per determinare che un prodotto sia dermocompatibili e ecocompatibili?

Allora per prima cosa leggiamo i primi 5-6 ingredienti, sono quelli presenti in maggior quantità e in questi non devono esserci i derivati del petrolio come petrolati, definiti nell’INCI come Paraffinum Liquidum, PEG e PPG, Mineral Oil, Petrolatum. Ma anche dobbiamo prestare attenzione ai tensioattivi derivati dalla raffinazione del petrolio come Sodium laureth sulfate, Sodium lauryl sulfate, Ammoniun lauryl sulfate, agli ingredienti allergizzanti come Triclosan, Imidazolidinyl urea, DMDM Hydantoin, Methylisothiazolinone e Methylchloroisothiazolinone senza poi dimenticare i siliconi come Poliquaternium-80, Dimethicone e Amodimethicone.

Comunque per ogni dubbio, sul Biodizionario di Fabrizio Zago potrete trovare quasi 5.000 ingredienti catalogati in ordine alfabetico con accanto un “semaforo” che indica se è un ingrediente che possiamo considerare buono o cattivo.

Inoltre possiamo leggere quello che Skineco ha da dire sulle vaseline e i petrolati:

“La Direttiva sostanze pericolose della CEE n.67/548/CEE e successive modifiche stabilisce una chiara catalogazione tra i derivati del petrolio, tra i cancerogeni e i non. La vaselina (paraffina molle) è classificata come cancerogena cat.2, a meno che non ci sia certezza che l’olio di base dalla cui raffinazione e lavorazione è derivata non lo sia perché non contiene alcuna impurità. I fornitori di paraffina e vaselina per uso cosmetico devono dare garanzia di non fornire vaselina di categoria 2 cancerogena per le impurità contenute, e ottemperando alla direttiva 2003/15/CE settima modifica, devono fare dichiarazioni certificate di produrre con olii base che non contengano più del 3% di impurità pericolose.”

Per legge le sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, di categoria 1A, 1B e 2 sono vietate per la formulazione di cosmetici, una sostanza classificata nella categoria 2 può essere utilizzata nei cosmetici se è stata sottoposta alla valutazione del CSSC (Comitato Scientifico Sicurezza Consumatori) e dichiarata accettabile per l’utilizzo nei prodotti cosmetici.

Sostanze cancerogene a parte, la vaselina ha il potere di ostruire i pori della pelle, non è biodegradabile e potrebbe alterare la pelle visto che non la fanno respirare, senza dare nessun reale nutrimento o idratazione. Quindi da evitare assolutamente.

Anche i siliconi hanno la stessa funzione, rendere la pelle setosa… ma è il silicone ad essere setoso, non la pelle, il silicone è un isolante, idrorepellente… non lascia respirare la pelle, non la lascia idratarsi e a lungo andare la secca ancora di più.

Attenzione agli shampoo, ai balsami e ai cristalli di luce per i capelli, riempiono di siliconi i capelli che non vengono lavati via e che quindi a lungo andare creano una sorta di pellicola unta e pesante regalando ai capelli l’aspetto sporco e non curato, senza parlare del fatto che la cute non respira e si forma la forfora.

Attenzione anche che il cosmetico sia stato testato da test clinici contro le allergie e che non contenga gli allergeni, qui potete scaricare il file in formato .pdf della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea con gli allergeni riconosciuti –> I 26 Allergeni Riconosciuti

Un’altra cosa da sapere quando leggete l’INCI è la differenza tra i nomi in latino e i nomi in inglese:

I nomi in latino si riferiscono ai nomi botanici e a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea ad esempio “prunus amygdalus dulcis oil” sta per “olio di mandorle dolci

Mentre quelli in inglese indicano componenti di sintesi chimica, identificati anche con codici numerici i quali identificano i coloranti artificiali, questi codici sono preceduti da un CI che indica la lista internazionale dei coloranti.

Infine controllate il PAO (period after opening), il simbolino che sta di solito in basso a destra e indica una confezione aperta con un numero al suo interno. Quel numero indica il numero di mesi di conservazione ottimale del prodotto dopo la sua apertura. Più questo numero è alto, più conservanti sono contenuti al suo interno, un buon PAO è di 6-12 mesi, non di più.

In conclusione cercate di acquistare prodotti che non abbiano petrolati, siliconi e allergizzanti, che abbiano un INCI il più possibile in latino e che abbiano una scadenza relativamente breve e ricordate che non è detto che una grande marca sia sinonimo di alta qualità, leggete anche quelle etichette!!!
 
[Fonte dati: Skineco, Biodizionario, Wikipedia]
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