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Curiosità

Onde gravitazionali: una scoperta che rivoluziona la fisica e la nostra vita

Di Laura De Rosa - 15 Febbraio 2016

In questi giorni non si fa che parlare di onde gravitazionali, una delle scoperte scientifiche più importanti della storia. Scoperta che rivoluziona il mondo della fisica ma anche la nostra vita. Perché e in che modo? Ci sono cose a portata di mano che tuttavia ci sfuggono. E quando ce ne accorgiamo sorge spontanea la domanda: perché ci ho messo tanto a capire? Perché evidentemente, prima, non era il momento giusto. E la stessa “logica” vale per qualunque scoperta, grande o piccina che sia. In tale ottica le onde gravitazionali aprono le porte a scenari inimmaginabili, a dir poco fantascientifici, sempre esistiti ma finora difficilmente dimostrabili con gli strumenti a disposizione. Non più.

Cosa sono le onde gravitazionali

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Einstein le aveva teorizzate un centinaio di anni fa, la fisica era consapevole della loro esistenza sebbene le prove dirette tardassero ad arrivare e i falsi allarmi ad accavallarsi nel corso degli anni. Non era il momento giusto. Finché i dati raccolti dall’osservatorio statunitense Ligo non hanno confermato la scoperta, trasmettendola ufficialmente in data 11 febbraio 2016. La registrazione delle onde era stata effettuata il 14 settembre 2015, ore 11:40:45.

A determinare la formazione delle onde è stata la collisione fra due buchi neri a 1,3 miliardi di anni luce di distanza. Cosa significa? Che i buchi neri si sono scontrati/incontrati 1,3 miliardi di anni fa. E i fisici del Ligo, grazie a potenti strumentazioni, hanno registrato questa infinitesimale variazione spaziotemporale. Un segnale davvero difficile da circoscrivere nonostante lo scontro fra buchi neri sia un fenomeno di proporzioni enormi.

Ma cosa sono, quindi, le onde gravitazionali? Increspature infinitesimali dello spazio-tempo che si producono ogni volta che una massa accelera e decelera. Ed ecco la definizione di wired.it: “Quando un corpo che possiede massa si muove (cambiando la sua accelerazione) produce delle variazioni nel suo campo gravitazionale che si traducono in onde che viaggiano alla velocità della luce. Cosa succede quando un’onda gravitazionale incontra un corpo? Lo deforma, anche se molto, molto, molto poco. Si stima, all’incirca, di 10-21 metri per ogni metro. Un effetto veramente piccolo che gli scienziati tentano da decenni di misurare.” E che ora sono finalmente riusciti a registrare. Di fatto questo significa che il tempo e lo spazio non sono uno sfondo immobile e statico ma qualcosa di plastico, in grado di deformarsi al passaggio di corpi dotati di massa che accelerano e decelerano producendo onde e oscillazioni.

I viaggi nel tempo non sono più fantascienza

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Ma c’è di più. La rilevazione delle onde gravitazionali apre le porte a un modo totalmente nuovo di osservare e studiare l’Universo. La conferma dell’esistenza dei buchi neri, conseguita alla scoperta delle onde, potrebbe infatti rappresentare il primo passo verso rivelazioni di portata straordinaria, per esempio la possibilità di effettuare viaggi spazio-temporali attraverso appositi cunicoli/ponti che collegano universi paralleli e tempi diversi.

Salvatore Capozziello dell’Università Federico II di Napoli ha dichiarato: “all’interno del buco nero si forma un cunicolo spaziotemporale, un wormhole. Anche questi oggetti fantascientifici sono previsti dalle equazioni di Einstein, proprio come le onde gravitazionali. Queste ultime aiuteranno a trovarli, per esempio confermando o meno se il buco nero Sagittarius A che si trova al centro della Via Lattea è in realtà un wormhole, come alcuni calcoli indicano… Viaggiare al loro interno potrebbe deformare l’ordine in cui siamo abituati a vivere passato, presente e futuro… Tutto questo è pura fisica teorica, ma se un domani si riuscisse a vedere un wormhole, significherebbe aver trovato il modo di viaggiare non solo nello spazio, ma nel tempo“.

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La teoria dei buchi neri quali “stargate intergalattici” è stata analizzata a fondo dal professore di fisica della Ohio State University, Samir Mathur. Secondo il ricercatore la materia che tocca i buchi neri diventa un ologramma, quindi una copia dell’originale. I buchi neri, in tale ottica, non sarebbero voragini terminanti in una “singolarità” ma portali verso altri universi. Secondo alcune teorie, l’ipotetica caduta di un corpo dotato di massa in un buco nero ne determinerebbe la compressione in una singolarità di densità infinita (nei buchi neri si dice infatti che la materia sia compressa al massimo). Quando il corpo dotato di massa raggiunge il nucleo del buco nero, quasi schiacciato nello stato di singolarità, ecco che la gravità inizierebbe a diminuire e il corpo ad essere spinto sul lato opposto. Quindi il buco nero, in tale ottica, farebbe da portale.

Perché la scoperta delle onde gravitazionali è così importante

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Ora che la scienza conferma l’esistenza dei buchi neri e delle onde gravitazionali, ecco che la “fantascienza” diventa realtà. E prendono sempre più consistenza anche le teorie spirituali riguardanti l’esistenza di mondi altri, dimensioni parallele, addirittura viaggi extracorporei nello spazio-tempo. Non solo.

Quando immagino lo scontro/incontro fra i due buchi neri che ci hanno permesso di registrare le onde penso alla scienza e alla spiritualità che, dopo essere rimaste separate per secoli, si riuniscono in un abbraccio/fusione. Ecco, ora sono un tutt’uno e hanno voluto dichiararlo all’universo. Uno scontro/incontro che simbolicamente sembra invitarci a conciliare gli opposti, trascendendo la dimensione duale cui siamo abituati: unire emisfero destro e sinistro, far collaborare emotività e razionalità, femminile e maschile. Una fusione che ci invita alla completezza, all’unione delle forze, punto di partenza per un cambiamento interiore e per un importante passaggio evolutivo.

Più banalmente questa scoperta dimostra che le cose invisibili alla normale percezione non sono necessariamente frutto della fantasia. D’altronde se non fossimo dotati di olfatto, la mente ci indurrebbe a credere che gli odori non esistono. Ma il limite è in noi, non fuori di noi. Se ci approcciamo al mondo in quest’ottica, anziché escludere le cose non dimostrabili, tutto diventa possibile.

Laura De Rosa

www.yinyangtherapy.it





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