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Frida Kahlo: vita di una donna tra arte e sofferenza

Di Valeria Bonora - 17 Luglio 2014

Frida Kahlo, all’anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, è nata a Coyoacán, Città del Messico, il 6 luglio del 1907. Frida è una ragazzina sfortunata già a 6 anni, quando le viene diagnosticata la poliomielite, alcuni dicono fosse affetta da spina bifida, e che la rende zoppa:

«A sei anni ebbi la poliomielite. A partire da allora ricordo tutto molto chiaramente. Passai nove mesi a letto. Tutto cominciò con un dolore terribile alla gamba destra, dalla coscia in giù. Mi lavavano la gambina in una bacinella con acqua di noce e panni caldi. La gambina rimase molto magra. A sette anni portavo degli stivaletti. All’inizio pensai che le burle non mi avrebbero toccata, ma poi mi fecero male, e sempre più intensamente».

Per questo motivo Frida inizia ad indossare i tipici gonnelloni messicani, per cercare di nascondere la differenza fra le due gambe, cosa che rese una specie di “marchio” della sua vita.

Frida Kahlo: Una grande artista, tormentata nell’anima e nel corpo.

frida

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© Pexels

Moderna per il suo tempo, curiosa e passionale si innamora di Alejandro Gomez Arias durante la scuola, nel periodo in cui si era avvicinata al gruppo Cachuchas, ragazzi sostenitori del nazional-socialismo. Il suo carattere forte indipendente e ribelle verso le convenzioni sociali subisce una frattura d’arresto quando appena diciottenne rimane vittima di un incidente.

Il 17 Settembre del 1925 un tram travolge l’autobus su cui viaggiava l’artista, al ritorno dalla scuola dove sperava di diventare medico.

Le conseguenze di questo incidente segnano la vita di questa donna per sempre. La sua colonna vertebrale si spezza in tre punti nella regione lombare; si frantuma il collo del femore, le costole, la gamba sinistra riporta 11 fratture, il piede destro slogato e schiacciato, nonché la lussazione della spalla sinistra e l’osso pelvico spezzato in tre. Inoltre un corrimano dell’autobus le entra nella coscia sinistra e la trapassa per poi uscire dal ventre:

«Salii sull’autobus – racconta – con Alejandro Go’mez Arias. Io mi sedetti sul bordo, vicino al corrimano, e Alejandro accanto a me. Pochi attimi dopo l’autobus si scontrò con un tram della linea per Xochimilco. Il tram schiacciò l’autobus contro l’angolo della via. Fu un urto strano: non fu violento, ma sordo, e tutti ne uscirono malconci. Io più degli altri. Ricordo che accadde esattamente il 17 settembre del 1925. […] Eravamo saliti da poco sull’autobus quando ci fu lo scontro. Prima avevamo preso un altro autobus, solo che io avevo perso un ombrellino. Scendemmo a cercarlo e fu così che salimmo su quell’autobus che mi rovinò. L’incidente avvenne su un angolo, di fronte al mercato di San Juan, esattamente di fronte. Il tram procedeva con lentezza, ma il nostro autista era un ragazzo giovane, molto nervoso. Il tram, nella curva, trascinò l’autobus contro il muro. Io ero una ragazzina intelligente ma poco pratica, malgrado la libertà che avevo conquistato. Forse per questo non valutai bene la situazione né intuii il genere di ferite che avevo. […] Non è vero che ci si rende conto dell’urto, non è vero che si piange. Io non versai una lacrima. L’urto ci spinse in avanti e il corrimano mi trafisse come la spada trafigge un toro. Un uomo si accorse che avevo una tremenda emorragia, mi sollevò e mi depose su un tavolo da biliardo finché la Croce rossa non venne a prendermi. Persi la verginità, avevo un rene leso, non riuscivo a fare la pipì, e la cosa che più mi faceva male era la colonna vertebrale».

Questo incidente la costringe a letto per mesi, tanto che la madre e il padre le regalano un letto a baldacchino con un uno specchio sul soffitto e cavalletto per dipingere, è qui che inizia veramente a dare vita alla sua dolorosa arte, un’arte surrealista, tragica e profonda.

Frida Kahlo nella sua vita ha dipinto solamente 150 quadri, di cui 53 autoritratti dei quali la maggior parte dipinti nel periodo di fermo, quando era costretta a letto e grazie al fatto di poter osservare solo se stessa sul grosso specchio sopra al letto, per questo lei ama particolarmente gli autoritratti.

Nei suoi quadri rappresenta tutta la sua sofferenza, tutta la sua determinazione, e quando è in grado nuovamente di camminare decide di portare i suoi quadri a Diego Rivera, il quale riconosce immediatamente il talento innovativo della giovane artista. Nel 1927 Frida si iscrive anche al Partito Comunista, sostenendo la lotta di classe armata del popolo messicano.

Da quel momento Frida e Diego si innamorano e nel 1929 si sposano. La situazione politica messicana non è delle migliori per loro, soprattutto dopo che il nuovo governo ha dichiarato fuorilegge il partito comunista. Così Diego e Frida si trasferiscono in America dove lei rimane incinta per bene tre volte ma a causa della sua salute e del terribile incidente, non riesca a portare a termine neppure una gravidanza. Grazie a questa esperienza Frida dipinge un quadro molto significativo intitolato Ospedale Henry Ford” anche conosciuto come “Il letto volante“.

Quest’opera segna la sua vita, è piena di dolore e solitudine tanto che il marito scrive di lei nel 1932 che “Mai nessuna donna prima ha creato su tela una poesia così straziante”.

La vita di Frida e Diego è costellata di tradimenti, tanto che al rientro in Messico i due sposi vivono in case separate, unite solo da un ponticello, per lasciare liberi i propri spazi artistici… Ma Frida sa bene che Diego è propenso al tradimento da sempre, lei è infatti la sua terza moglie e lui non ha mai smesso di tradirla, tanto che poi anche lei ha diversi amanti, si dice anche di entrambi i sessi, ma tra i più famosi possiamo citare il rivoluzionario Russo Leon Trotsky, il poeta André Breton e la fotografa Tina Modotti che le presentò Diego.

André Breton ha dedicato un commento surreale all’artista: “L’arte di Frida Kahlo Rivera è come un nastro attorno a una bomba”.

Per Frida Kahlo però, è sempre stato Diego il suo grande amore, il suo mentore, suo fratello, la sua ansia e la sua felicità, la sua vittoria e il suo fallimento:

«Ho avuto due incidenti gravi nella mia vita. Uno, quando il tram mi ha schiacciato. Il secondo era Diego.»

Anche per questo due anni dopo il divorzio (avvenuto dopo il tradimento di Diego con la sorella di Frida, Cristina Khalo), Frida e Diego si risposano, nel 1940 a San Francisco.

Negli ultimi anni lo stile di Frida è diventato più naif, più vicino a quello di Diego. Inoltre legata alla sua terra, i suoi quadri riprendono lo stile e l’arte popolare precolombiana, il tutto per affermarsi come nativa messicana.

 

Frida perde una gamba, e i suoi busti e la protesi vengono esposti in una delle sue case che condivise con Diego a Città del Messico. La mostra Smoke and Mirror comprendeva anche altri affascinanti reperti, tra cui gioielli, un corsetto decorato con il logo comunista, scialli, fotografie, e un certo numero di coloratissimi abiti, camicie e gonne, che fecero di Frida il suo marchio di riconoscimento.

Frida muore a 47 anni, la causa: un’embolia polmonare. Era il 13 Luglio 1954, Frida e Diego festeggiavano le nozze d’argento e il regalo che Frida diede a Diego la sera prima di morire fu questa pagina del suo diario, la 136esima.

Se soltanto avessi vicino a me la sua carezza
come l’aria accarezza la terra
la realtà della sua persona, mi farebbe
più felice, mi allontanerebbe
dalla sensazione che mi riempie di grigio.
Nulla dentro di me sarebbe più
così profondo, così definitivo.
Ma come gli spiego il mio enorme bisogno di tenerezza!
La mia solitudine di anni.
La mia struttura non conforme per disarmonia, per inadeguatezza.
Io credo che sia meglio andare, andare e non scappare.
Che tutto passi in un momento. Magari.

Le ultime parole scritte sul diario furono:

“Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più.”

Fida Khalo fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella Casa Azul, dove lei nacque e visse con Diego, oggi sede del Museo Frida Kahlo fortemente voluto dal marito e donato allo stato del Messico.





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