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L'azienda che ricava l'oro dai rifiuti

Di Elena Bernabè - 26 Aprile 2013

Andrea Squarcialupi è consigliere delegato e azionista di controllo della Chimet, un’azienda leader nel settore di recupero dei metalli preziosi (www.chimet.com).
L’azienda importa computer vecchi, pezzi di marmitte e rifiuti meccanici di diverso tipo e li fonde ad altissima temperatura per estrarne alcuni grammi di oro o di argento o di altri metalli preziosi per poi esportarli soprattutto in Svizzera ed in Gran Bretagna.
Un lavoro basato sulla pazienza e sulla precisione che ha portato il fatturato dell’azienda ad aumentare da mezzo miliardo a 1,2 miliardi di euro. Cifre da capogiro in quest’epoca di crisi e fallimenti.
Per capire, però, il lavoro minuzioso che quest’azienda deve effettuare pensate che un vecchio computer ormai rotto o in disuso può contenere fra 0,10 e 0,20 grammi d’oro per chilo mentre l’interno di una marmitta catalitica, una volta fuso, può liberare materiali come platino, radio e palladio. Minime quantità che però vengono ben pagate: il costo dell’oro, per esempio, è passato da 750 dollari l’oncia nell’ottobre 2008 a 1.800 nell’agosto 2011.
Mentre tutte le aziende orafe falliscono perchè comprare l’oro sta diventando una possibilità per pochi, la Chimet ha compreso come raggirare il problema. Ed il motto di quest’azienda che trovate anche scritto sul suo sito è “nulla si crea, nulla si distrugge… tutto si recupera”.
Fonte: Corriere.it
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