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Narciso e Boccadoro: 8 preziose lezioni di vita

Di Elena Bernabè - 10 Maggio 2021

Narciso e Boccadoro” è il meraviglioso romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse, già autore del più noto Siddharta. Il romanzo stato pubblicato nel 1930 ma le sue lezioni di vita risultano oggi più attuali che mai. Leggere questo libro è un’occasione preziosa per entrare nella propria interiorità, per riuscire a prendere finalmente quella decisione importante che attende ormai da tempo di essere affrontata, per vedere il mondo con occhi diversi.

Trama di “Narciso e Boccadoro”

Senza entrare troppo nel libro per non rovinarne l’esperienza possiamo riassumerne la storia dicendo che viene raccontata l’esistenza di due amici, Narciso e Boccadoro, che sono il simbolo degli opposti, di due nature diverse. Durante la lettura si comprende che la vita di ognuno di noi è unica e speciale e che siamo chiamati a realizzare la nostra natura e a non “influenzarla” con scelte di vita, caratteri e inclinazioni di altri. E’ altresì importante riuscire però a non irrigidirsi nei propri principi e nelle proprie credenze (principalmente quelle mentali), ma riuscire ad abbracciare tutta la nostra complessità e ad esperirla completamente poiché la nostra natura è vasta, immensa, molteplice.

La storia di questi uomini gira intono a queste riflessioni. Le loro vicissitudini, i loro pensieri e le loro emozioni vengono narrate con lo stile inconfondibile di Hermann Hesse arrivando a toccare l’anima del lettore che si lascia trasportare dal suo racconto.

8 citazioni del libro

Esistono alcune famose citazioni del libro che meritano di essere lette poiché è l’unico modo per poter entrare un po’ di più nelle sue pagine e far comprenderne la natura più autentica. Saranno di certo utili al lettore che vorrà approcciarsi a questa lettura e anche a chi ne ha già fatto esperienza per poterne cogliere i mille significati profondi sparsi tra una frase e l’altra.

1- “Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come non si avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra méta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparar a vedere ed a rispettare nell’altro ciò ch’egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.”

Le nature degli uomini sono diverse, come sono diversi i caratteri, le doti, le inclinazioni. Non siamo chiamati a divenire simili gli uni agli altri ma a realizzare la nostra vera natura. A riconoscere la nostra bellezza e quella degli altri, anche se lontanissima dalla nostra. Perdiamo troppo tempo e troppe energie nel tentativo di uniformarci agli altri quando invece dovremo impiegarle solo nella nostra realizzazione personale.

uomo che legge un libro in riva ad un lago

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2- “C’è la pace, ma non una pace che alberghi durevolmente in noi e non ci abbandoni più. C’è solo una pace che si conquista continuamente con lotte senza tregua, e tale conquista dev’essere rinnovata giorno per giorno.”

La pace è una conquista non una condizione che giunge a caso. Per riuscire a trovarla e a viverla è necessario affrontare ostacoli, temporali interiori, situazioni faticose e difficile. E’ una promessa che facciamo a noi stessi ogni giorno, un appuntamento continuo con la nostra interiorità, un richiamo a tuffarci dentro noi stessi. La pace non si trova in nessun altro luogo, in nessuna cosa, in nessuna persona se non in noi stessi. E non è permanente ma in continuo movimento. Non la si può comprare e nemmeno afferrare: la si può solo conquistare e vivere per tutto il tempo necessario. E’ una pausa tra una lotta e l’altra.

3- “Solo la scissione e il contrasto rendono ricca e fiorente una vita.”

L’abbraccio tra gli opposti è l’unico modo per vivere una vita piena. Decidere invece di seguire una sola via ci rende poveri, ciechi, non consapevoli. Ecco perché è di fondamentale importanza accogliere anche la nostra ombra e cercare di integrarla dentro di noi, sperimentare vie diverse da quelle abitudinarie, non giudicare (il giudizio implica sempre una divisione).

4- “Il richiamo della morte è anche un richiamo d’amore.La morte è dolce se le facciamo buon viso, se la accettiamo come una delle grandi, eterne forme dell’amore e della trasformazione.”

La morte è trasformazione e come ogni cambiamento va accolto con fiducia e ottimismo. In una società dove la morte è solo dolore fine a se stesso risulta davvero difficile viverla in modo costruttivo. La morte è amore perché con la sua presenza ci insegna, ci guida, ci riporta nella nostra interiorità.

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5- “Era proprio così: anche le cose tristi passavano, anche i dolori, le disperazioni, come le gioie, impallidivano, perdevano la loro profondità e il loro valore, fin che veniva un momento in cui non ci si poteva più ricordare cos’era stato a far tanto male.
Anche i dolori sfiorivano ed appassivano.”

Tutto è provvisorio, come le nuvole nel cielo che passano e si dissolvono. Ma l’uomo vuole cambiare questa verità: vuole che la serenità duri in eterno e i momenti difficili passino in fretta. In questo modo non riesce mai a vivere il presente e a trarre da ogni condizione saggezza, ricchezza e bellezza.

6- Conoscere un uomo significa trovare le caratteristiche che lo distinguono dagli alri.

Non siamo più in grado di ascoltare l’altro, di vederlo per quello che è, di non avere aspettative nei suoi confronti e facciamo di tutto per uniformarlo a noi, per screditarlo nelle sue peculiarità, per sminuirlo. Ma il nostro compito in ogni relazione è proprio quello di arricchirci mediante l’unicità altrui, di sostenerla, di non pretendere alcun cambiamento.

7- La meta è questa: mettermi sempre là dove io possa servir meglio, dove la mia indole, la mia qualità, le mie doti trovino il terreno migliore, il più largo campo d’azione. Non c’è altra meta.

Seguire la propria chiamata di vita vuol dire innamorarsi ogni giorno di quello che si fa, dar retta al nostro cuore, abbandonarsi alle nostre doti che vogliono fiorire. Solo in questo modo possiamo trovare pace, ricchezza, amore.

8- “Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire.”

Se non si è nati a se stessi non si può nemmeno morire. Siamo chiamati a far fiorire la nostra essenza, a capire chi siamo, a generarci. E’ l’unica via per poter vivere serenamente e in modo arricchente anche la morte…

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Elena Bernabè Scrittrice





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