Psicologia

Non Date Consigli! E' L'Unico Modo Per Aiutare Davvero Chi E' In Difficoltà

Di Sandra Saporito - 12 Marzo 2019

Può capitarci di dare dei consigli senza che nessuno ce li abbia richiesti e di fare del male, senza volerlo. Chi si ritrova a vivere un periodo di crisi può dimostrare una certa fragilità interiore e a volte basta una domanda o un’osservazione formulata nel modo sbagliato o proferita senza sapere realmente come stanno le cose per peggiorare la situazione; in questi casi è meglio tenerci questi consigli non richiesti per noi e frenare la lingua, per il bene dell’altro e il nostro.

“Che peccato che gli esseri umani non possano scambiarsi i problemi. Tutti sembrano sapere esattamente come risolvere quelli degli altri.”
(Olin Miller)

I consigli non richiesti possono metterti in crisi

Quando una persona vive un periodo delicato della sua vita, è importante approcciarsi a lei con rispetto e tatto. Non bisogna aggiungere rumore inutile alla sua confusione interiore; ecco perché in quei momenti l’aiuto migliore è l’ascolto.

→ Leggi anche: Ascolto empatico. Consolare vuol dire essere presenti e non giudicare

Purtroppo, invece di ascoltare molti si limitano a parlare (troppo e a sproposito), andando a proferire sentenze ed elargendo consigli non richiesti senza sapere quali sono le ragioni del malessere dell’altro. Questo non è un aiuto, è una presa di potere: non si dimostra di volere aiutare l’altro ma si presume di sapere meglio dell’altro come deve condurre la sua vita e cosa deve fare per stare meglio, senza poi doversi prendere tutte le responsabilità del caso qualora le cose andassero male.

“Sappi quando è il momento di dissociarti. Se ascolti troppi consigli, potresti finire col fare gli errori degli altri.”
(Ann Landers)

‘Non è per farmi i fatti tuoi, però…’

Dare un consiglio non richiesto non è un atteggiamento molto rispettoso anche se può essere mosso in origine da una buona intenzione: quella di aiutare. Un buon consiglio si basa su una solida comprensione del sentire dell’altro, su una buona conoscenza della situazione che sta vivendo e delle sue diverse sfumature; un buon consiglio si basa prima di tutto sull’ascolto di ciò che comunica una persona; ma prima di tutto, un buon consiglio non è né un ordine, né una minaccia, ed è mosso da una richiesta intenzionale.

In una relazione interpersonale equilibrata, non si cerca di fare prevalere la propria opinione sul libero arbitrio dell’altro, anche se alle spalle abbiamo una solida esperienza. Non ci è mai dato sapere tutto dell’altro e le dinamiche di un problema possono contemplare molte sfumature. Il pericolo, per chi elargisce consigli a destra e a manca per reale altruismo, è quello di passare per una persona invadente e “so-tutto-io”.

Se hai tendenza a dire agli altri come devono vivere la loro vita “per il loro bene”, chiediti cosa hai vissuto nella tua vita che vorresti che gli altri non vivessero, perché questa tendenza a voler invadere il campo dell’altro rivela invece più cose sulle tue insicurezze e sulle tue paure, che su chi vorresti consigliare. In realtà, non è tanto quanto a lui ma a te stesso che dai questi consigli.

La comunicazione asimmetrica di chi si approfitta della tua vulnerabilità

Tuttavia, non sempre le persone che si profondono in consigli sono mosse da buone intenzioni. Può capitare di imbattersi in persone con delle ferite interiori talmente invadenti che più che dare consigli, affermano la loro autorità (o presunta superiorità) sugli altri. A loro non interessa ascoltarti, sapere cosa provi, come stai dentro; non ti danno uno spazio per esprimerti liberamente e quindi non possono darti un buon consiglio. A loro interessa affermare la loro posizione, dare fiato al loro ego, sentirsi forti.

Una persona con la sincera volontà di aiutare l’altro si mette al suo servizio e quindi eclissa il suo ego per mettersi in ascolto; una persona che parla, parla e non ascolta l’altro, non dà consigli: dà fiato alle proprie insicurezze che proietta poi sull’altro e disgrazia vuole che sia quel genere di persone a dare “ottimi” consigli che poi non segue mai. Ecco perché i consigli dati da queste persone sono quelli più nocivi: sono intrusivi ed approfittano di un tuo momento di debolezza per instaurare un rapporto asimmetrico con te, un rapporto di dominio.

A te, che stai vivendo un momento delicato, non serve questo rapporto di forza; ti sarà più utile un aiuto concreto che mille parole dette con buone intenzioni.

“Nulla è più comune di una persona pronta a dar consigli e nulla più raro di una pronta a fornire aiuto.”
(Voltaire)

Il silenzio a volte è la migliore soluzione

ascoltarsi

A volte, il consiglio migliore è quello che non si dà e l’aiuto migliore che si può dare a qualcuno è quello di stare assieme, in silenzio, e dargli la possibilità di esprimersi. Già questo sarà un aiuto prezioso perché sapere di essere ascoltato gli permetterà di aprirsi e fare mente locale su ciò che lo turba e questo gli darà la possibilità di fare emergere quel consiglio che solo lui poteva darsi da solo. Sicuramente, sarà pure l’unico consiglio che seguirà ed è giusto che sia così.

Ognuno deve potersi sentire libero di camminare sulla propria strada senza sentirsi imposto le scelte e decisioni degli altri.

“I migliori consiglieri, aiutanti ed amici non sono quelli che ci dicono come agire in certi casi specifici ma quelli che ci danno, tirandolo fuori da sé, l’ardente spirito e desiderio di agire bene lasciandoci scoprire qual è il nostro dovere.”
(Phillips Brooks)

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it





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