Curiosità

San Gimignano: La Città Medievale Che Incanta I Suoi Visitatori

Di Valeria Bonora - 12 Gennaio 2019

Il comune di San Gimignano, che grazie al Regio Decreto del 29 aprile 1936 è denominata città, si trova in provincia di Siena in Toscana ed è una città medievale con caratteristiche tali da farla dichiarare dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità nel 1990.

“…capolavoro del genio creativo umano, porta la testimonianza unica di una civiltà del passato e l’eccezionale esempio di un complesso architettonico e paesaggistico, testimonianza di importanti tappe della storia umana”.

La città di San Gimignano si trova su di una collina nella Val d’Elsa e proprio grazie a questa posizione sopraelevata che consentiva di tenere sotto facile controllo la vallata, fu scelta dagli etruschi come insediamento nel III secolo a.C.

 

Durante il Medioevo la città veniva attraversata da una delle direttrici della via Francigena, che Sigerico, arcivescovo di Canterbury, percorse tra il 990 e il 994 e che per lui rappresentò la XIX tappa (Mansio) del suo itinerario di ritorno da Roma verso l’Inghilterra. San Gimignano era un importante punto di riferimento per i numerosi commercianti, viandanti e sopratutto per i tanti fedeli che si recavano in pellegrinaggio a Roma e che necessitavano di ospitalità e, spesso, anche di assistenza.

 

Ci sono diverse storie che riguardano l’origine del nome, infatti San Gimignano fu il santo che salvò Modena dall’attacco di Attila, il re degli Unni, che nel 425 scese alla conquista della penisola italiana mettendo a fuoco e fiamme le città che incontrava; per evitare la distruzione gli abitanti di Modena invocarono San Gimignano, il quale avvolse la città da una fitta nebbia così che il re conquistatore non riuscì a vederla e proseguì verso il sud Italia.

 

Ma la città toscana deve il suo nome al santo perché nel 550, durante le guerre tra Goti e Bizantini, il santo apparì alle truppe d’invasione di Totila salvandola dalla distruzione, proprio come successe a Modena. Un’altra leggenda narra che il suo nome derivi da una reliquia del santo conservata nel Duomo a Santa Maria Assunta, reliquia che arrivò in Toscana per una malefatta di un chierichetto che per rubare l’anello alla salma del vescovo di Modena, gli strappò tutto il dito, e così spaventato corse via portandolo con se in Val d’Elsa.

Non si sa quale sia l’origine precisa ma il santo è sicuramente presente in questa città ricca di torri, chiese, antichi palazzi, vicoli pittoreschi, musei, gallerie d’arte e negozi di artigianato.

La storia delle Torri di San Gimignano

 

La città di San Gimignano fu coinvolta nel 1100 nella lotta tra guelfi e ghibellini proprio per la sua posizione rispetto a Firenze e Siena, nonostante tutto nel 1200 la città visse il suo periodo d’oro grazie soprattutto al commercio dei prodotti locali.

I guelfi e ghibellini si contesero la città per diversi anni, all’inizio e fino al 1255 era governata dai ghibellini, poi passò ai guelfi che ne distrussero le mura e nel 1260 i ghibellini la ripresero grazie alla Battaglia di Montaperti e ne ricostruirono ed ampliarono le sue mura.

Nel 1300 Dante Alighieri arrivò in città come ambasciatore dei guelfi e a metà secolo la peste debilitò così tanto la città che fu costretta a sottomettersi al potere di Firenze. In questo periodo San Gimignano visse il suo declino economico e politico ma non quello artistico che invece continuò a crescere grazie anche agli affreschi rinascimentali di Domenico Ghirlandaio nella Cappella di Santa Fina, situata all’interno del Duomo.

 

San Gimignano è famosa per le sue innumerevoli torri medievali tanto che viene soprannominata Manhattan del medioevo. Nel medioevo ce n’erano ben 72 una per ogni famiglia benestante che le fece costruire ad ostentazione della loro ricchezza e potenza, ne rimasero 25 nel 1580 ed oggi se ne possono contare solamente più 14.

 

La torre più antica è quella eretta all’inizio del XIII secolo chiamata la torre Rognosa, alta 51 metri, poi c’è la torre Grossa che è la più alta (54 metri) iniziata nel 1300 e e terminata 11 anni dopo, di seguito tutte le altre ancora intere:

Torri degli Ardinghelli in piazza della Cisterna, costruita dalla famiglia ghibellina più potente di San Gimignano, rivali dei Salvucci, di stampo guelfo; costruite nel XIII secolo di un’altezza di circa 52 metri, furono tagliate a causa della rivalità tra le famiglie e oggi risultano alte la metà.
Torri dei Salvucci anche chiamate le torri gemelle di San Gimignano, anche queste in origine erano alte circa 52 metri di altezza ma per volere delle autorità del borgo furono dimezzate.
• Torre dei Becci
• Torre Campatelli

 

Torre Chigi è una delle più belle, costruita nel 1280 dalla famiglia Useppi con la particolarità di avere l’ingresso al primo piano per evitare incursioni inaspettate durante la notte. Durante il giorno si calava una scala per permettere a chi ci abitava di scendere in strada.
Torre dei Cugnanesi che è parte del sistema difensivo della città, fu costruita nel XIII secolo ed è una delle torri più alte del borgo.
Torre del Diavolo che fa parte del Palazzo dei Cortesi, chiamata così perché si narra che il proprietario trovò, dopo essere tornato da un lungo viaggio, la torre più alta di quando era partito, un’opera diabolica quindi, inoltre l’architettura della torre le dona un aspetto sinistro ed esoterico e si distingue dalle altre per l’uso della pietra bianca calcarea.
• Torre Ficherelli
• Torre di Palazzo Pellari
• Casa-torre Pesciolini
• Campanile della Collegiata di San Gimignano
• Torre Pettini

San Gimignano e le Viole di Santa Fina

San Gimignano è famosa anche per le “viole di Santa Fina“, la santa patrona della città; la leggenda narra di una ragazza di nome Iosefina (Fina), nata nel 1238 da due nobili decaduti di San Gimignano, che mori giovanissima, 15enne, nel 1253. Fina abitava nel centro storico della città ma usciva di casa solamente per recarsi in chiesa.

 

La ragazza a 10 anni si ammalò di una grave malattia che ridusse la giovane a passare la sua vita in preghiera e in penitenza e gli ultimi cinque anni della sua vita stesa su di un letto fatto di assi di legno nella sua cantina per espiare le presunte colpe. Si dice che prima di morire Fina fu tentata dal Diavolo in persona, ma che pregando San Gregorio riuscì a resistergli. Dopo la morte della fanciulla le campane della chiesa cominciarono a suonare da sole e dei fiori iniziarono a fiorire sulle mura e sulle torri della città.

Il culto si diffuse subito anche per i molti miracoli avvenuti sulla tomba ed in suo onore fu costruito un ospedale. Nel 1457 il Consiglio del Popolo decise la realizzazione di una splendida cappella nella collegiata.

 

Oggi questi fiori, chiamati viole di Santa Fina, vengono utilizzati per i festeggiamenti in onore della Santa e si dice che se si prova a piantare questo fiore lontano da San Gimignano esso non sopravviva, inoltre ogni anno, il 12 marzo, qualsiasi sia il tempo, primaverile, gelido o ventoso, si ripete quel miracolo delle violette gialle che appaiono sulle antiche mura e torri di San Gimignano.

Articolo scritto da Valeria Bonoravaleria2174.wix.com





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