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Benessere

Fibromialgia: una malattia molto diffusa nelle donne ma spesso invisibile

Di Laura De Rosa - 8 Maggio 2018

Vi è mai capitato di provare dolori muscolari o articolari diffusi in tutto il corpo, accompagnati da affaticamento, ansia, depressione, mal di testa cronico, rigidità e disturbi del sonno frequenti? Ebbene, secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, sono sintomi di una vera e propria malattia chiamata Fibromialgia, che colpisce circa il 4% della popolazione, soprattutto donne dai 35 ai 55 anni.
Si tratta di una malattia reumatica ad eziologia sconosciuta, difficile da diagnosticare perché praticamente “invisibile”: non può infatti essere riconosciuta con i test medici e richiede, per poter essere trattata adeguatamente, molteplici cure sia tradizionali che complementari. Non bastano quindi i classici farmaci per trattarla ma anche attività fisica e terapie comportamentali.

Oggigiorno i metodi più utilizzati per individuarla, dopo aver escluso altre malattie muscolari, neurologiche o scheletriche, consistono in un’anamnesi per verificare che il dolore sia diffuso simmetricamente e che duri da almeno 3 mesi, e in una palpazione dei 18 tender points.

fibromialgia
In un paziente affetto da fibromialgia devono risultare dolorosi almeno 11 di questi punti che sono situati nel collo interiore, dietro le spalle, all’altezza del cervelletto, all’altezza dei gomiti, all’altezza delle ginocchia, ai lati in basso delle natiche, sopra le natiche. Altri metodi consistono nella valutazione mialgica e dolorometrica tramite la forma digitale tradizionale.
A complicare la diagnosi è la somiglianza di alcuni sintomi caratteristici della fibromialgia con quelli di altre patologie, che a volte si presentano in concomitanza: dalla sindrome di Sjögren alla Sclerosi multipla, da diverse sindromi neurologiche alle artriti, dalla malattia di Lyme alla miotonia congenita di Thomsen e via dicendo.
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Purtroppo questa malattia complica la vita di chi ne soffre causando repentini cambi d’umore e improvvisi dolori che possono protrarsi anche a lungo. Un sintomo diffuso è quello dei cosiddetti “aghi ardenti” che feriscono le articolazioni.

Ma se altre malattie socialmente riconosciute provocano compassione nelle persone circostanti, alla fibromialgia non viene attribuito il giusto valore, quasi non si trattasse di un vero disturbo ma piuttosto di una “paranoia” mentale. Un dolore “psicologico” che si aggiunge a quello fisico, facendo sentire incomprese e sole le persone che ne sono affette.

Qual è l’origine della fibromialgia? Le teorie sono diverse, c’è chi sostiene si tratti di un disturbo di natura psicologica, chi invece lo ritiene fisiologico. A quanto pare, stando ad alcuni studi in materia, le persone con fibriomialgia hanno più fibre nervose sensoriali nei vasi sanguigni rispetto alla media, quindi qualunque stimolo provoca dolori intensi.
E i fattori emotivi aumentano il disturbo, incidendo anche su eventuali sintomi depressivi. Quindi il problema dipenderebbe da un’alterazione dei neurotrasmettitori, accentuato dal fattore psicologico. La conferma dell’origine nel sistema nervoso centrale arriva anche dai farmaci, quelli che si rivelano più utili agiscono proprio su di esso.
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Si ritiene che la malattia fosse conosciuta fin dal 1800 con altri nomi, da Fibrosite a Panalgesia e in seguito Fibromyalgia. Il termine deriva dal latino fibra e dal greco myo, muscolo, unito ad algos, dolore.
Trattandosi di una malattia ancora in via di definizione, i consigli medici variano a seconda dell’individuo perché non esistono al momento terapie valide per tutti. Difatti anche i sintomi, come dicevamo, variano da persona a persona, includendo oltre a dolori muscolari e articolari, sensazione di fatica, ansia, difficoltà a concentrarsi, crampi, cefalea, disturbi digestivi, depressione.
I dolori generalmente sono localizzati, e più intensi, in prossimità dei punti focali detti tender points, che premuti provocano particolare dolore, diversi dai trigger points, in cui il dolore non è localizzato ma irradiato a una zona vicina.
Un rapporto del 2007 ha individuato alcuni sottotipi negli individui affetti da fibromialgia che richiedono, a seconda dei casi, farmaci e cure specifiche:

  • pazienti molto sensibili agli stimoli dolorosi ma senza condizioni psichiatriche associate
  • pazienti con sintomi psichiatrici e depressione accompagnata da dolore
  • pazienti con grossa depressione e sindrome fibromialgica concomitante
  • pazienti con fibromialgia causata da somatizzazione

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Può capitare nel corso degli anni di soffrire di riacutizzazioni dei sintomi durante il ciclo mestruale o in concomitanza con eventi molto stressanti e traumatici. A volte può essere stato proprio un trauma fisico o psicologico ad aver innescato il disturbo.
Sembrerebbe esserci anche un profilo caratteriale tipico di chi soffre di fibromialgia, ovvero una tendenza al perfezionismo, un’incapacità di regolare le energie e un eccessivo spirito di sacrificio.
Chi soffre o teme di soffrire di questa malattia deve rivolgersi a un reumatologo, il principale specialista di riferimento, ma eventualmente anche a psicologi, in modo da individuare molteplici trattamenti ad hoc. Alcuni medici consigliano di rilassarsi anche tramite pratiche alternative, per esempio lo Yoga. Non esistono infatti farmaci, al momento, specifici e quelli che vengono somministrati richiedono dosaggi bassi. E’ importante anche stare a riposo, specialmente se si è molto stanchi, fare stretching distendendo i muscoli, praticare regolare attività fisica purché non troppo intensa, ricorrere a eventuali terapie comportamentali per migliorare il rapporto con il proprio corpo e la malattia.

Laura De Rosa

mirabilinto.com

 





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