Anteprima
Psicologia

Coppia Infelice: Perché Scegliamo Sempre Le Persone Sbagliate

Di Sandra Saporito - 14 Marzo 2018

“Maria non l’aveva mai amato, e lui non aveva mai amato lei, ma lui stava cercando una moglie e lei stava cercando qualcosa da fare: insomma, sembravano ben assortiti almeno quanto la maggior parte delle coppie.”
— Jonathan Coe

Cos’è una coppia inconsapevole? È un unione infelice fatta di due persone che riflettono reciprocamente le nevrosi dell’altro. Molte persone vivono relazioni tossiche, disfunzionali, infelici con i loro partner e a nulla serve mettere un termine alla relazione perché, immancabilmente, la stessa dinamica si ripresenta, ma con un altro viso.

Perché scegliamo sempre le persone sbagliate? Siamo noi ad attirarle oppure, in maniera del tutta inconscia, le scegliamo? Cosa si nasconde dietro una relazione di coppia inconsapevole?

Le proiezioni: giochi di luce e d’ombra

 
L’inconscio gioca un ruolo preponderante nelle relazioni ed è impossibile opporsi a lui se non si fa un lavoro interiore profondo, ciò significa che se consciamente sappiamo che con certe persone, la probabilità di vivere una relazione tossica è alta, inconsciamente, non possiamo farne a meno; è il caso delle donne che si innamorano dei “belli e dannati”, abbonate al “tira e molla”, per esempio.

La scelta in una coppia inconsapevole ricade infatti sulla persona che in qualche modo fa da specchio alle nostre nevrosi. Tendiamo naturalmente a cercare ciò che ci fa sentire al sicuro e quindi a ciò che ci è familiare, per cui se siamo cresciuti con una ferita interiore, cercheremo automaticamente ciò che le fa eco. Soggettivamente, capiremo che c’è qualcosa che non va ma ci sarà sempre qualcosa più forte di noi a spingerci nelle braccia della persona sbagliata.

La coppia inconsapevole è un riflesso dell’infanzia

Inconsciamente, cerchiamo di ricreare un ideale che risponde a tutte le nostre aspettative, come nella tenera età in cui proiettavamo questo ideale, questa idea di perfezione, sui nostri genitori. È quindi facile capire quanto la nostra infanzia incide sulle nostre scelte se non raggiungiamo un livello di coscienza in grado di liberarci da essa. Soggettivamente, possiamo capire che i nostri genitori non erano perfetti ma inconsciamente, continuiamo a cercare uno stato di equilibrio – fasullo e senza fondamenta – che ci garantisce una certa sicurezza.

Se il comportamento dei nostri genitori ha risposto alle nostre attese durante la nostra più tenera infanzia, cercheremo naturalmente chi vi assomiglia: la figlia cercherà un uomo uguale al padre, e il figlio, una donna uguale alla madre; nel caso opposto invece, avremmo due possibilità: quella di affermare, consolidare, la posizione genitoriale in bilico, scegliendo una persona inferiore al genitore di riferimento – nel caso di una madre che ha riversato tutto il suo affetto sul figlio, quest’ultimo sceglierà una donna che non potrà competere con lei, affermando quindi la posizione materna come quel “ideale” di cui parlavamo prima –, la seconda opzione invece contempla una dinamica di compensazione che mira ad integrare le mancanze dell’ideale genitoriale di riferimento – una bambina con un padre sempre assente per questioni di lavoro tenderà a scegliere un uomo incapace di tenersi un impiego oppure un fannullone –.

Scegliamo chi ci evita il lavoro sporco

 

Ecco cosa dice in proposito Marie-Louise von Franz, psicoanalista svizzera e collaboratrice di C. G. Jung:

“Quando due individui si sposano, come mette in evidenza Jung, tendono a scegliere il tipo opposto, ottenendo anche qui che ogni partner sia, o creda di essere, libero dall’ingrato compito di affrontare la propria Funzione Inferiore. Questa è una delle grandi fortune e fonti di gioia dei primi periodi matrimoniali: improvvisamente tutto il peso legato alla funzione inferiore è scomparso, ciascuno dei due vive in unione felice con l’altro, e tutti i problemi sono risolti! Ma se uno dei partner muore, o se uno dei due sente la necessità di sviluppare la propria funzione inferiore anziché lasciare semplicemente che sia l’altro a occuparsi di certi settori dell’esistenza, cominciano i guai. La stessa cosa si riscontra anche nella scelta dell’analista.”

La funzione inferiore rappresenta una delle quattro funzioni psichiche – individuate da Jung– che abbiamo sviluppato di meno tra sensazione, intuizione, sentimento e pensiero. La funzione inferiore rappresenta quindi il nostro punto debole, l’aspetto meno sviluppato di noi che ci fa sentire tremendamente insicuri, è il nostro tasto dolente. Cercandolo nell’altro, pensiamo di integrarlo nella nostra vita senza doverlo sviluppare, usando il partner come stampella.

L’infelicità del passato condiziona la felicità del presente

Molto dipende quindi dal nostro rapporto con i nostri genitori. Se ci hanno reso felici, cercheremo chi vi assomiglia; se invece abbiamo sofferto per i loro comportamenti, cercheremo qualcuno che li compenserà. Capisci quindi che in tutto ciò c’è più un gioco di specchi che amore vero, ecco perché spesso si ricade negli stessi tranelli. Nella coppia inconsapevole, l’inconscio tiene saldamente i redini delle nostre scelte e non li cede. Ricaderemo quindi sempre nelle stesse dinamiche fino al momento in cui decideremo di togliere la polvere da sotto il tappetto.

Da coppia inconsapevole a consapevole: come voltare pagina?

 

Per sanare il presente e il proprio approccio alle relazioni, non esistono bacchette magiche: bisogna lavorare su di sé. Se ripetiamo sempre gli stessi errori e ci ritroviamo sempre imprigionati nelle stesse dinamiche, è molto probabile che al livello inconscio ci sia qualcosa da sistemare. Il primo passo è quindi quello di aprire gli occhi e rendersi conto che qualcosa non va, che viviamo una relazione di coppia inconsapevole, perché se manca questa presa di coscienza, non faremo altro che lamentarci di quanto la vita è ingiusta e noi, sfortunati in amore. Nessuno nasce sfortunato, ma sfortunato si può morire se si decide di non guardare in faccia le proprie debolezze e i nodi da sbrogliare.

Premessa fatta, una volta che avremo capito ed individuato lo schema ripetitivo, bisognerà scavare, andare in profondità per trovare la radice del problema. È solo a questo livello che si può lavorare in modo efficace ma questo richiede pazienza, sincerità ed una sincera voglia di migliorare perché non si tratta di un lavoro semplice ed indolore, anzi! Mettersi a nudo e riconoscere le proprie debolezze è proprio tutto ciò che vorremo evitare, però è questo processo che ci permette di vivere una relazione libera dai pesi del passato e dalle proiezioni nevrotiche che caratterizza la coppia inconsapevole.

“L’amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia.”
— Barbara Alberti

 

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it





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