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Rassegna Etica

Cosa ci insegna il colibrì

Di Laura De Rosa - 14 Febbraio 2018

Il colibrì oltre a essere un uccello bellissimo, è ritenuto un animale magico. Ne erano convinti, stando a un’antica leggenda, i Maya, che gli attribuivano potere curativo per via dell’amore che questo uccello trasmette alle persone che vi entrano in contatto. Ma in realtà le leggende che lo riguardano sono molteplici, numerosi popoli lo hanno infatti dipinto come animale di potere, in grado di aiutare le persone in difficoltà o come messaggero degli dei.
Si tratta dell’uccello più piccolo del mondo e a quanto pare ne esistono 334 specie, concentrate soprattutto in Sud America. I colibrì più piccoli fra tutti non superano una farfalla mentre il più grande, il Colibrì Gigante pesa 20g ed è lungo 21,5 cm. La caratteristica più distintiva di questo uccello è sicuramente il piumaggio dai colori iridescenti, più vivace nei maschi adulti, che permette ai colibrì di diventare invisibili per i predatori, visto che riescono a confondersi con i colori dei fiori. Il becco è diritto e ricurvo, la forma allungata gli permette di succhiare agevolmente il nettare dei fiori oppure di cibarsi di piccoli insetti. I colibrì sono molto utili per l’impollinazione perchè il nettare che rimane sul loro becco viene portato di fiore in fiore.
La leggenda Maya sui colibrì
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La leggenda attribuita ai Maya narra che gli dei crearono i vari animali dando loro un compito specifico, quando terminarono di assegnare i ruoli a ciascuno, si accorsero che mancava un messaggero in grado di trasportare pensieri e desideri da un posto all’altro. Essendo terminato il materiale per costruire un altro animale, gli dei si procurarono una pietra di giada scolpendoci una freccia simbolo del viaggio. Soffiarono forte nei due giorni a seguire e la freccia volò tramite il cielo trasformandosi in un uccello multicolore che prese il nome di colibrì. Dotato di piume molto fragili, questo uccello riusciva ad avvicinarsi ai fiori più delicati senza danneggiarli. Per assolvere al compito per cui era nato, iniziò a trasportare pensieri e desideri umani. Questi ultimi tuttavia, ammaliati dalla sua bellezza, vollero catturarlo ma gli dei, contrariati, dissero che chiunque avesse osato catturare un colibrì, sarebbe stato punito con la morte. Per questo si dice che è impossibile prendere un colibrì, troppo agile per l’uomo perché protetto dagli dei. Se vedete un colibrì nelle vicinanze, probabilmente qualcuno vi sta mandando pensieri di amore.
La simbologia del colibrì
La simbologia di questo uccello è molto ricca: gli Hopi per esempio lo ritenevano salvatore del genere umano, gli aztechi credevano fosse la reincarnazione dei guerrieri caduti in battaglia, il popolo Nazca gli dedicò un enorme disegno, la Pampa di Ingenio, in Perù. Nonostante sia molto piccolo, al colibrì è stato sempre riconosciuto il coraggio di un guerriero, in grado di difendere il proprio territorio grazie al suo becco e la sua simbologia ha a che fare proprio con il coraggio di difendere i propri ideali e le persone amate dagli attacchi dei nemici. Si dice sia utile invocarne l’aiuto in caso di difficoltà.
Ma il colibrì è anche simbolo di forza, perseveranza, resistenza visto che percorre molti chilometri in quanto uccello migratore, e di allegria e serenità. Il colibrì suscita infatti tenerezza e felicità. La simbologia di guarigione è dovuta al fatto che il colibrì sta a stretto contatto con le piante di cui è esperto conoscitore, sempre pronto a succhiare il nettare attraverso il suo becco e per questo ritenuto anche simbolo di fertilità. Le sue piume erano ritenute dei talismani capaci di portare gioia e salute.
La leggenda africana sui colibrì
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Un’antica leggenda africana narra che nella foresta dei grandi alberi un giorno scoppiò un incendio che si espanse verso il cielo e tutt’intorno. Gli animali fuggirono verso la cima della montagna innevata fatta eccezione per il colibrì che invece si diresse verso il lago. Raggiunta l’acqua il colibrì iniziò a riempire il becco d’acqua andando avanti e indietro, dal fiume all’incendio, per poi raggiungere nuovamente il lago e tornare indietro con altra acqua. Pur essendo così piccolo e apparentemente indifeso, il colibrì dimostrò un grande coraggio ma il leone, re della foresta, gli domandò: “Che pensi di fare con una goccia d’acqua?”. Il colibrì rispose:”Sono la goccia d’acqua che porto in dono”. Il leone rispose che non sarebbe mai riuscito a spegnere l’incendio con quella quantità minima di acqua ma il colibrì replicò: “Forse, ma faccio la mia parte”.
Cosa ci insegna il colibrì

Talmente piccolo e fragile che se non fosse per il piumaggio colorato, lo si noterebbe appena. Eppure nonostante le dimensioni ridotte, il colibrì è determinato e coraggioso, a dimostrazione che questa qualità non è esclusiva degli animali (e degli uomini) apparentemente più forti. Le apparenze ingannano anche nel mondo animale. Concetto ribadito nella leggenda africana che lo vede protagonista, in cui è l’unico che trova il coraggio di restare tra le fiamme, tentando, nel suo piccolo, di salvare la sua terra. La forza del leone, senza il coraggio, non serve a nulla. Una lezione importante per tutti noi: mai mollare, anche quando sembra impossibile.

Laura De Rosa

mirabilinto.com

 
 





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