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Caccia alle foche: strage di cuccioli di appena 3 mesi

Di Gaia Di Giovanni - 1 Ottobre 2014

 

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È una pratica talmente barbara che, pur condizionati dalla nostra innata crudeltà, abbiamo deciso fosse il caso di abolirla e, dopo proteste, provvedimenti e battaglie di ogni tipo, la caccia alle foche è stata vietata qualche anno fa dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti, e pure da Messico, Russia e Taiwan.

Ma alcuni ancora resistono, e in testa al commercio della pelliccia delle foche troviamo Canada, Groenlandia e Namibia.

Ignorando le migliaia di richieste da parte sia degli animalisti che dei paesi che mantengono ancora oggi un pizzico di buon senso, rifiutano di ammettere che questo mercato è ormai da tempo sprofondato in una grave crisi, e calcolando i guadagni, questi sono talmente bassi e insignificanti che migliaia di animali potrebbero essere risparmiati senza che l’economia dei tre produttori vada incontro al fallimento.

Quindi la caccia alle foche continua, è aperta tutto l’anno; i cacciatori attendono con trepidazione la primavera, periodo in cui le foche incinte partoriscono tutte nello stesso luogo.

Basta aspettare che i cuccioli crescano un po’, e dopo solo tre mesi dalla nascita la loro pelliccia è già morbida e pregiatissima; è questo il momento in cui comincia l’attacco al branco, come possiamo vedere in questo TERRIBILE video che vi consigliamo di NON vedere se siete molto sensibili http://www.youtube.com/watch?v=-w0e0qWoDq8

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Uomini armati di bastoni si lanciano sui cuccioli colpendoli violentemente sulla testa; ad alcune fracassano il cranio provocandone la morte quasi immediata, mentre molte sono ancora vive e lucidissime quando vengono trascinate via sanguinanti per essere scuoiate.

Alcune indagini avvenute anni fa hanno dimostrato che la maggior parte delle foche vengono scuoiate ancora vive dopo essere state picchiate, sopportano quindi una sofferenza e un’agonia inimmaginabili perché la morte si fa attendere anche troppo non risparmiando a questi animali nessun dolore.

Quando le pressioni dei paesi contrari a questa pratica sono diventate sempre più opprimenti, un gruppo di veterinari ha proposto un miglioramento del metodo di caccia, definendolo “più umano”, espressione ridicola riferita ad un’azione di questo genere visto che il senso di “umano” in questo caso è per loro “azione compassionevole e buona”.

Il metodo consiste nel controllare che il cranio sia stato davvero fracassato prima di procedere con lo scuoiamento.

Ma quando morte, dolore, sofferenze, mattanza e sterminio sono palpabili ed evidenti, come si può solo pensare che possa esserci qualcosa di buono e compassionevole?

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Le immagini sono talmente crudeli che fanno rabbrividire soprattutto perché non è qualcosa di necessario, ma semplicemente superfluo.

Come possiamo sopportare la vista di tutto quel sangue sparso sul ghiaccio? Cuccioli che cercano di fuggire terrorizzati e madri disperate prive di ogni mezzo per aiutare le loro creature.

Azioni come queste sono imperdonabili e tocca a noi, che abbiamo già fatto un passo avanti con la loro abolizione, firmare questa PETIZIONE e dimostrare la nostra vera umanità aiutando la PETA che chiede disperatamente al Canada di fermare tutto e rinunciare ad un guadagno ridicolo per salvare la vita di migliaia di foche.

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