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Rassegna Etica

Come Far Smettere i Capricci dei Bambini

Di Valeria Bonora - 18 Settembre 2017
I capricci sono compagni di vita di tutti i bambini, non c’è un’età specifica che possa dire “questa è l’età del capriccio”, alcuni bimbi vivono questa fase da piccolissimi, altri da più grandicelli, fatto sta che quando arriva i genitori si sentono frustrati difronte a questa aggressività in miniatura che scaturisce quasi sempre da qualcosa di banale e di poca importanza.
Non ci sono bambini che non li facciano, magari può variare l’intensità con la quale dimostrano le loro rimostranze, ma fanno parte dell’ABC dei bambini, alcuni manifestano il capriccio per ottenere ciò che vogliono, perché consci che l’insistenza alla fine può davvero sfiancare l’adulto, quindi si lasciano andare a scenate plateali magari in pubblico, a fare dispetti, c’è poi chi invece non vuole assolutamente fare quello che gli viene chiesto e quindi magari inizia a correre per tutta la casa urlando.
 
No, non lo voglio fare” oppure “lo voglio io“… quante volte lo avete sentito cari genitori? E non c’è amore che tenga quando cominciano i capricci l’orco nascosto in agguato dentro ognuno di noi cerca prepotentemente di uscire a ruggire le proprie ragioni, ma già lo sapete non è una soluzione proficua… anzi a volte l’aggressività peggiora il capriccio, ma non pensiate che il lassismo o l’ignorare siano la soluzione, anzi a volte peggiorano ancora maggiormente la situazione.
Ma allora cosa si può fare per non rischiare un esaurimento in piena regola? Cercare di far ragionare il piccolo essere umano che si ha difronte in preda ad una quasi crisi isterica è fuori discussione ma è possibile frenare di colpo il capriccio ponendo una semplice domanda: “E’ così importante per te questa cosa?
Sì, basta poco per calmare il bambino e farlo riflettere sul problema e analizzare il proprio comportamento; sarà la risposta alla domanda che banalizzerà il problema, perché nonostante siano bambini piccoli, loro sono perfettamente in grado di distinguere l’importanza e la gravità di qualcosa. Si può anche aggiungere alla domanda, per renderla magari più comprensibile al piccolo, una scala di valori per il problema, ad esempio “E’ un problema grande, piccolo o uno così così?“, il bambino sarà capace di dare la giusta importanza al problema e a cercarne una soluzione aiutato da un genitore o anche da solo.
Ecco che ora entra in gioco il ruolo del genitore, il quale, visto che ha posto la domanda, dovrà ascoltare la risposta, comprenderla e prenderla sul serio cercando di spiegare il livello di gravità dei problemi: quelli gravi sono quelli che non hanno soluzione, quelli “così così” sono quelli che richiedono una riflessione e infine quelli piccoli sono problemi che si possono risolvere subito. Inoltre cercare di far valutare al bambino l’importanza della cosa per cui fa il capriccio farà in modo che nel tempo riuscirà ad imparare a dare il giusto peso alle cose senza bisogno di arrabbiarsi o disperarsi.
capricci
E’ importante che il genitore che pone la domanda non accompagni le risposte ma che lasci riflettere il bambino da solo, in modo che trovi da se il valore di quello per cui si era arrabbiato, all’inizio non sarà facile ne per lui ne per il genitore che cercherà di sdrammatizzare, ma tenete sempre presente che un problema che per voi può essere insignificante, nel microcosmo di un bambino può essere visto come una montagna insormontabile, quindi ogni problema va affrontato con pazienza, senza sminuire e con serenità.
Quando il bambino avrà trovato il valore del capriccio bisognerà incoraggiarlo a trovarne anche una soluzione, in modo che l’ansia e la rabbia svaniscano lasciando spazio a serenità e gioia.
Cercare il dialogo con un bambino è un lavoro molto grande da parte di entrambi, genitori e figli, ma se si riesce ad instaurare un rapporto dove la disciplina e i dialogo sono alla portata di tutti, l’orco sopito in ogni genitore rimarrà in letargo per molto molto tempo e i bambini saranno sicuramente degli adulti più consapevoli di se e delle proprie emozioni.
Articolo scritto da Valeria Bonoravaleria2174.wix.com
Image from pixabay.com
 




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