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Serpente: un Animale Sospeso tra Bene e Male

Di Laura De Rosa - 31 Luglio 2017

Ho sempre amato i rettili, mi piacciono le lucertole… ma mi riuscirebbe difficile raccogliere un serpente e giocarci. Mi rendono nervoso. C’è qualcosa di profondamente radicato nella natura umana che reagisce con virulenza ai serpenti. Credo che il serpente incarni tutte le nostre paure. Hanno una pelle davvero splendida, probabilmente è per questo che sono tanto affascinanti.” Jim Morrison
Tutto (si dice) ebbe inizio quando Eva si fece convincere dal serpente a mangiare il frutto proibito, dannando il genere umano. In ambito religioso questo gesto viene interpretato negativamente e il serpente tentatore diventa figura diabolica, che induce l’uomo a disobbedire a Dio.
Nella Bibbia, com’è noto, il serpente è il nemico del Dio creatore, simbolo di astuzia che incoraggia il peccato. Questo accade nel Cristianesimo ma nello Gnosticismo cristiano, il significato si inverte e il serpente tentatore diventa simbolo della conoscenza, della Gnosi. In quest’ottica diametralmente opposta il serpente offre l’opportunità ad Adamo ed Eva di aprire gli occhi, di vedere davvero, disobbedendo a un Dio vendicativo e crudele.
Il Serpente diventa quindi elemento positivo che aiuta a raggiungere la salvezza. Esattamente l’inverso rispetto a quanto ci è stato insegnato. Non a caso l’Albero da cui viene raccolta la mela è chiamato Albero della Conoscenza.
 
Gli gnostici erano accomunati dall’idea che la conoscenza diretta della verità dell’esistenza fosse lo scopo supremo della vita umana. Difatti Gnosi significa conoscenza, un qualcosa che non può essere raggiunto con la ragione o con la scienza perché nasce dal cuore per intuizione. Ecco perché gli Gnostici non accettavano i dogmi in modo passivo ma ritenevano la fede frutto di un profondo processo di trasformazione interiore, pur non negando l’importanza di figure come Gesù e delle stesse leggi divine, che anzi erano considerate strumenti attraverso i quali accedere alla conoscenza del cuore, alla Gnosi che libera l’essere umano dal falso cosmo creato dalla mente.
Sebbene gli Gnostici concordino con le religioni ufficiali nel ritenere l’essere umano costretto a una vita di sofferenza dopo aver perso la sua originaria condizione di felicità, non attribuiscono questa caduta all’uomo (e al serpente tentatore) ma al creatore stesso, il cosiddetto Demiurgo, che secondo loro non è il vero dio. Gesù, invece, è ritenuto una figura molto importante che tuttavia non salva gli uomini dal peccato ma dall’ignoranza. Per gli Gnostici Gesù porta la Gnosi del Vero Dio, non attraverso la sua crocifissione ma con il suo insegnamento.
Detto questo è chiaro perché gli Gnostici siano stati ben presto accusati dalla Chiesa di eresia e a lungo perseguitati.

Il serpente nelle diverse culture

 
Se pensiamo a tante altre culture del mondo il serpente ha spesso una valenza positiva, legata proprio alla Conoscenza: in Egitto simboleggiava la saggezza e la conoscenza, nell’Induismo si parla di Kundalini, la divina energia cosmica che si trova alla base della colonna vertebrale sotto forma di serpente arrotolato su se stesso.
Il serpente piumato dell’America precolombiana era adorato perché ritenuto la divinità portatrice della conoscenza al genere umano. E che dire del caduceo, simbolo del sapere universale formato da due serpenti attorcigliati intorno a un bastone, che accompagna il Dio Mercurio.
Per i Sumeri il serpente custodiva i segreti e simboleggiava la conoscenza, nell’Antica Grecia era anche associato alla rinascita e alla rigenerazione. In Cina era considerato, e lo è tuttora, portatore di fortuna e anche il Buddismo lo considera una figura positiva, non a caso è proprio un serpente a proteggere il Buddha.
Il serpente a livello simbolico rimanda anche al ciclo continuo della vita, pensiamo all’Uroboro, il serpente che si morde la coda, che simboleggia l’eterno ritorno, ovvero la natura ciclica delle cose. L’Uroboro è anche simbolo gnostico dell’iniziazione e viene usato anche nell’occultismo.
Nella simbologia alchemica l’Uroburo simboleggia “un processo che avviene attraverso l’aumento della temperatura, l’evaporazione, il raffreddamento e la condensazione di un liquido, ciclo che serve alla raffinazione delle sostanze. Per questo motivo il serpente, che va a costituire un cerchio, è spesso raffigurato con due creature che collegano la bocca alla coda. La creatura superiore, segno della volatilità, è rappresentata come un drago alato, quella inferiore, senza ali, come espressione del fisso.” (da psicologiaalchemica.wordpress.com).
In Africa è la più antica imago-mundi ma è anche, nelle società matriarcali, signore delle donne e della fecondità.
Tuttavia al di là della valenza positiva, dall’antico Egitto all’antica Grecia, il serpente suscita anche timore perché gli si attribuisce la capacità di ricondurre il cosmo nel caos indifferenziato.
Come suggerisce Laura Ottonello nell’articolo “Il serpente” pubblicato su geagea.com “il serpente, riabilitato dalla sola funzione malefica tramandataci da una vecchia concezione, rappresenta il principio vitale stesso da cui deriva, come scrive Keyserling quel disagio della nostra civiltà di una coscienza unilaterale diurna giunta alla sicurezza di sè che ci porta a sotterrare le radici della vita originaria e quindi, in un certo senso, a negarla tout-court.”

Laura De Rosa

mirabilinto.com

 





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