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Rassegna Etica

Sangue Mestruale: Sacralità e Tabù

Di Laura De Rosa - 16 Gennaio 2017

Sacro. Puro. Impuro. Sporco. Le etichette attribuite al sangue mestruale sono tante, spesso contraddittorie. Persino in Occidente, dove vantiamo una presunta nonchalance nei confronti delle mestruazioni, l’argomento è ancora tabù. Basti pensare ad alcuni spot televisivi di assorbenti in cui il blu del flusso rimpiazza il rosso rimuovendolo. Può sembrare un dettaglio insignificante ma nelle pubblicità nulla è a caso. Per non parlare del gran numero di donne che tutt’oggi fatica a parlare di ciclo con naturalezza. Personalmente questo tabù mi sembra pura follia ma per quale ragione, mi chiedo, tanti popoli hanno attribuito al sangue mestruale qualità negative? E perché sebbene se ne parli sottovoce è un argomento tutt’altro che sottovalutato dalle religioni del mondo?
Le mestruazioni nelle diverse culture del mondo

mestruazioni

Foto: www.deabyday.tv


Ne “La saggia inquietudine: Il corpo nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam” di Stefanie Knauss si legge: “in quasi tutte le culture le mestruazioni rappresentano un fattore della vita femminile che viene trattato con particolare attenzione, positiva o negativa.” Sacralizzato o demonizzato a seconda delle culture il ciclo è comunque oggetto di interesse, oggi come ieri.
Nell’ebraismo, specifica la Knauss “il sangue mestruale presenta una particolare forza vitale che può avere un effetto potente, positivo o negativo, e quindi va trattato con attenzione e tenuto lontano dalle persone. Secondo un’interpretazione “benevola”, la donna durante le sue mestruazioni, che sono segno della sua fertilità e della sua creatività, fa parte della sfera del divino creatore, e come la sfera del divino è sacra e quindi proibita alle persone, anche la donna in questo periodo è tabù, non per la ripugnanza del sangue mestruale, ma perché sarebbe segno della momentanea appartenenza alla sfera del sacro. Secondo le fonti bibliche e rabbiniche, è però più probabile che la perdita del sangue significhi la morte, e per questo la donna è considerata impura durante le mestruazioni.”
Al di là dell’interpretazione benevola l’ebraismo è molto severo nei confronti del mestruo e la meticolosità con cui descrive, nei testi sacri, le modalità di contagio e purificazione dal sangue mestruale, mostrano che esso rappresenta una fonte di grande pericolo. L’Islam, in un tempo successivo, risentirà notevolmente dell’influenza della Torah ebraica sebbene le regole e i divieti del Corano rispetto all’impurità della donna mestruata risultino più semplificati delle leggi ebraiche e meno severi.
Il sangue mestruale simbolo di vita e morte
Secondo l’antropologa M. Douglas i concetti di puro e impuro all’interno di una determina cultura dipendono dalla sua organizzazione sociale ovvero dalla sua struttura di base, che ne influenza morale e valori con lo scopo di mantenere l’ordine interno. In quest’ottica è puro ciò che è ordinato e stabile, è impuro ciò che crea disordine nella società sfuggendo alle categorie prestabilite.
Sangue Mestruale
Tutto ciò che è al limite tra ordine e disordine, tutto ciò che si trova ai confini della società diventa quindi impuro perché potenzialmente pericoloso. A livello corporeo questi confini corrispondono alle vie di entrata ed uscita dell’organismo, che sono i punti più esposti ad eventuali contaminazioni ed attacchi. Ciò che proviene dal corpo, vedi sangue mestruale, è impuro perché ha superato i confini del corpo uscendone fuori.
C’è poi da considerare il fatto che la donna, durante il ciclo mestruale, viene considerata a metà, non definibile. In quel dato periodo non rientra nelle “categorie ordinate” citate dalla Douglas.
La donna mestruata è infatti ritenuta in bilico tra vita e morte.
Anche nell’Antico Testamento, dove “il mondo è suddiviso tra le categorie puro ed impuro” (Tesi di Laurea “Sangue Impuro” di Nermeen Hamza) “ciò che esula dalle categorie “ordinaterisulta impuro. Tuttavia le norme relative all’impurità sono concentrate sul corpo femminile, presentato come naturalmente “imperfetto”, periodicamente “aperto”, sanguinante, non “integro” e pertanto non definibile o “catalogabile”. Questo perché nella donna convivono le nozioni di vita e morte non ancora divise ma in uno stato caotico. “Rispetto questa situazione caotica unico rimedio è contenere “quel corpo”.”
Lo afferma anche l’antropologa Francoise Héritier: la donna è considerata portatrice di vita e morte perché se da un lato sa procreare, dall’altro perde il suo sangue che è sinonimo di vita. Ecco perché diverse culture del mondo praticherebbero l’astensione sessuale durante il mestruo, quasi una forma di rispetto nei confronti del bambino mai nato, travisata per vari motivi. Stando alle letture interpretative citate, si deduce che il sangue mestruale è percepito spesso in modo ambiguo poiché sfugge alle “categorie” di ordine, associato insieme alla vita e alla morte, quindi tanto potente quanto pericoloso. La paura che ne deriva ha probabilmente contribuito ad ammantarlo di negatività. Non è un caso che per purificarsi dal sangue/morte si ricorra all’immersione in acqua/vita, rituale di passaggio seguito dalla rinascita.
La simbologia del sangue
Per comprendere meglio l’argomento, è bene considerare anche la simbologia del sangue nelle diverse culture. Volendo generalizzare, si nota che ad esso viene attribuito sia valore magico, si pensi ai sacrifici rituali che lo vedevano protagonista in quanto intermediario tra mondo umano e divino, sia valore sacro, come nei rituali di guarigione, che valore vitale. Tuttavia il sangue è vita finché non esce fuori dal corpo divenendo, al contrario, perdita di forza vitale e quindi negativo.
Il sangue è perciò elemento ambiguo, associato al tempo stesso alla vita e alla morte, puro e impuro. Se da un lato il suo potere è immenso e magico, dall’altro questo potere lo rende pericoloso. Il sangue pertanto non appartiene, ricollegandoci a quanto detto prima, ad alcuna categoria, non è definibile in modo ordinato.
Sangue Mestruale
La donna mestruata diventa quindi magica, dotata di un potere misterioso che tuttavia può rivelarsi dannoso. Va quindi limitata, circoscritta. Nella nostra cultura sono evidenti i rimasugli di una tale concezione del mestruo ma per fortuna esistono culture che la pensano diversamente.
E’ il caso, riportato nella Tesi citata in precedenza, della “casta dei cosiddetti “Renouncers”, i “Vaishnava Bauls”, del Bengala” in cui “il sangue mestruale è deliberatamente rivalutato come elemento potente. Tramite una serie di cerimoniali di iniziazione, è possibile evadere da una concezione totalmente negativa del flusso mestruale, ritenuto contaminante nelle altre caste, per penetrare in una prospettiva di venerazione di questo. I membri di questa classe conferiscono al flusso mestruale, percepito come il fluido organico più potente, una forza rigenerante, vitale, carica di poteri procreativi, concetto non riscontrato nella quasi totalità delle culture, poiché in queste è lo sperma maschile a “permettere” la riproduzione.”
Non sono i soli a rivalutarne l’importanza, a quanto pare i Maori ritengono che le anime umane siano fatte di sangue mestruale e la Grande Dea Ninhursag della Mesopotamia avrebbe creato l’umanità a base di argilla e infuso preparato con il suo sangue vitale.

Laura De Rosa
yinyangtherapy.it





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