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Rassegna Etica

Rituali e usanze di Capodanno

Di Laura De Rosa - 29 Dicembre 2016

Il Capodanno, da capo d’anno, è il primo giorno dell’anno e secondo il calendario gregoriano cade il primo gennaio. Una festa all’insegna della superstizione che ogni paese celebra con rituali e gesti propiziatori il cui scopo è lasciarsi alle spalle “il vecchio” per proiettarsi nel nuovo con lo spirito giusto. Una sorta di decluttering di fine anno. E non solo. Basti pensare alle 13 notti sante comprese tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, periodo adatto per i cosiddetti rituali di ricapitolazione. Ognuno li rivisita a modo proprio associandoli all’astrologia o altre discipline ma il succo rimane lo stesso. Fare una ricapitolazione tramite scrittura, disegno, collage che favorisca il passaggio dal Natale, risveglio/rinascita, all’Epifania, rivelazione, rielaborando ciò che è stato e lasciandolo andare.

I rituali di Capodanno

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Il cenone con cotechino e lenticchie, le mutandine rosse, il bacio sotto al vischio fanno parte della nostra tradizione. Li definiamo “usanze” ma di fatto sono rituali dallo scopo propiziatorio. Partiamo dal pasto a base di lenticchie, legume simbolo di ricchezza in quanto simile, nella forma, ai soldi. Associato alla carne grassa e più nutriente del cotechino, assicura un anno di abbondanza. Perché? Nutrirsi di lenticchie è un’abitudine che diamo per scontata ma osservandola con attenzione, noteremo una certa somiglianza con la magia per similitudine. In quest’ultima, come suggerisce l’espressione, il simile produce il simile. E’ il caso dello stregone che per diventare più forte imita le gesta del leone. Considerando che le lenticchie hanno la forma delle monetine, mangiandole potremmo attirare ricchezza.

Passiamo al melograno di cui vanno mangiati 12 chicchi, uno ad uno, per ogni rintocco alla mezzanotte. La simbologia del frutto è duplice poiché il melograno è collegato sia alla vita che alla morte come si evince dalle diverse leggende che lo vedono protagonista. Anche laddove rappresenta la vita, quest’ultima per manifestarsi implica un sacrificio e quindi una morte. Il suo succo rosso è simile al sangue, a sua volta duplice. Nella leggenda di Persefone diventa ponte tra mondo dei vivi e dei morti, l’Ade, ed ecco di nuovo emergere il profondo legame tra queste due dimensioni apparentemente opposte e inconciliabili. A Capodanno fa da tramite tra il vecchio e il nuovo, simbolo di fedeltà, fecondità, devozione e prosperità di coppia.

Un altro rituale della nostra tradizione, oggigiorno praticato meno rispetto a un tempo, consiste nel gettare via le cose vecchie dalla finestra, per esempio piatti e altri oggetti ritenuti inutili. Lo scopo è eliminare il male accumulato nel corso dell’anno e disfarsi di ciò che risulterebbe ingombrante per l’anno nuovo.

I botti e i fuochi d’artificio oggi suscitano polemiche per le più svariate ragioni ma la loro origine si perde nella notte dei tempi ed è un’usanza transculturale tipica dei momenti di passaggio. Il rumore assordante si prefiggeva lo scopo di scacciare gli spiriti cattivi mentre il fuoco rischiarava il cammino dell’anno in arrivo bruciando al tempo stesso i residui inutili di quello passato. Fu con l’invenzione della polvere da sparo che fuoco e rumore divennero un tutt’uno. In passato il rituale era collettivo, oggi privatizzato.

Altro rito molto diffuso è il bacio sotto al vischio, pianta sacra ai Druidi che le attribuivano tra le altre cose poteri di guarigione. Anche i Celti amavano il vischio ritenendolo un ponte tra Terra e Cielo, si erano infatti accorti che i fulmini colpivano spesso le querce rivestite di vischio. Quest’ultimo pertanto aveva lo scopo di raccogliere i fulmini mettendo in comunicazione i due mondi. Cosa c’entra tutto questo con i baci propiziatori? Le bacche di vischio erano ritenute simbolo di fecondità poiché simili, nella loro consistenza e colore, allo sperma. Baciarsi sotto al ramo di vischio è quindi divenuto un rituale per propiziare l’amore di coppia.

Capodanno nel mondo

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Capodanno Cingalese: uno dei rituali celebrati da questa comunità in occasione del Capodanno è la curiosa “danza dei diavoli”. Secondo i cingalesi esistono degli esseri benevoli e malevoli intorno a noi, che devono essere pacificati per evitare conseguenze nefaste. Sebbene siano di natura diversa, mi ricordano un po’ i Jinn dell’Islam, geni di natura buona o cattiva invisibili ma capaci di dispensare ricchezza o dispiacere a seconda dell’indole. La danza dei diavoli è eseguita da sacerdoti danzatori che, attraverso una serie di gesti, esorcizzano il male.

Belgio: qui l’anno nuovo viene celebrato mangiando una zuppa di cipolle a chiusura del cenone, che aiuta a purificare l’organismo dopo le abbuffate delle feste. Un altro piccolo rituale propiziatorio consiste nel disporre sotto ai piatti una monetina o foglie di cavolo.

Estonia: la vigilia del nuovo anno in Estonia prevede ben 7 pasti. Si va dicendo che nasca dalla convinzione secondo cui mangiare 7 pasti in un solo giorno dia la forza di 7 uomini, ma considerato il valore fortemente simbolico di questo numero, è probabile che non sia stato scelto a caso.

Inghilterra: tra i rituali più diffusi si annoverano il “pescare con le mani della frutta secca che galleggia sul liquore infiammato, saltare all’interno di un cerchio di tredici candele rosse senza spegnerne nessuna, mangiare una mela sospesa ad un filo senza spegnere la candela all’altra estremità.” Curiosa tradizione quella del Tar Bar’l Festival, che si svolge nella contea di Northumberland. Alcuni uomini vestiti con abiti tradizionali girano per le strade con dei vassoi appoggiati sulla testa, realizzati con vecchi barili di whisky. Nei vassoi si usa inserire del catrame cui viene dato fuoco. Tutti i vassoi vengono poi scaricati in un falò propiziatorio.

Laura De Rosa

yinyangtherapy.it





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