Curiosità

Le piante sono intelligenti e dotate di coscienza

Di Redazione - 19 Settembre 2023

L’idea che le piante siano esseri viventi degni di rispetto ha preso piede solo negli ultimi anni grazie al diffondersi di una nuova sensibilità nei confronti dell’ambiente. Se la natura nel suo complesso viene tenuta in alta considerazione, le singole piante tendono a essere sottovalutate rispetto ad altri esseri probabilmente perché ci risulta impossibile comprenderle. Eppure non è affatto detto, per esempio, che una pianta soffra meno di un animale solo perché non piange e non urla. La sofferenza potrebbe non essere esclusiva degli esseri umani e animali, come numerosi esperimenti condotti sulle piante hanno tentato di provare nel corso del tempo. E così molte altre cose.

Le piante, assicurano numerosi ricercatori tra cui il famoso etnobotanico T. McKenna, sono intelligenti e dotate di coscienza sebbene prive di cervello. In effetti chi ci dice che un albero o un fiore non siano più evoluti di noi? Il loro stadio evolutivo potrebbe essere a tal punto sviluppato da garantirgli una vita in totale simbiosi con il mondo circostante, felici e appagati senza sforzi.

fiore di ortensia

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Secondo diverse ricerche, per esempio, le piante avrebbero memorie storiche di oltre 450 milioni di anni. Noi umani arriviamo a 200mila circa. Inoltre sarebbero anche in grado di influenzare le nostre emozioni. Si ritiene poi che esse vedano gli UV, gli infrarossi, i campi elettromagnetici e i pianeti celesti, che percepiscano pressione, freddo e caldo, e che riescano a captare le intenzioni umane.

Ci sono giorni in cui gli alberi sembrano più alti di tutte le ambiziose architetture umane.
E se ci posi lo sguardo, senti una protezione che arriva da milioni di anni fa.
(Fabrizio Caramagna)

In molti popoli tribali si attribuiscono ad alcune piante proprietà divine, tant’è che prima di essere utilizzate si usa chiedere il permesso allo spirito che le vive. E che dire delle tante leggende che vedono protagoniste le piante nel ruolo di protettrici dei mondi nascosti. Basti pensare ai miti del Nord Europa in cui folletti e altre creature dei boschi vivono in sinergia con il mondo naturale.

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Uno studio di Monica Gagliano dimostra che le piante ascoltano

A proposito della capacità dei vegetali di captare ciò che sentono e di esserne influenzati, uno studio pubblicato su BMC Ecology ha dimostrato che utilizzano segnali acustici per comunicare tra loro. L’ecologa Monica Gagliano ha affermato che grazie a questo sistema di comunicazione, associato alla capacità di sentire gli odori delle sostanze chimiche e di vedere la luce emessa dalle altre piante, riconoscono chi sono i loro vicini. Come ci sono arrivati? Osservando da vicino il comportamento di alcuni vegetali: il peperoncino accanto ad alcune piante come il basilico, crescevano più rapidamente e sane rispetto ad altre rimaste isolate. Quando le piante sono state avvolte in fogli di plastica nera per impedire lo scambio di radiazioni e segnali chimici, hanno comunque riconosciuto il basilico comportandosi nello stesso modo.

Le querce e i pini, e i loro fratelli della foresta, hanno visto sorgere e tramontare così tanti soli, e visto andare e venire così tante stagioni, e svanire nel silenzio così tante generazioni, che possiamo ben chiederci cosa sarebbe per noi “la storia degli alberi”, se questi avessero la lingua per narrarcela, oppure se le nostre orecchie fossero abbastanza sensibili da comprenderla
(Maud Van Buren)

Questo significa, a parere di chi ha condotto lo studio, che la pianta in questione ha utilizzato un altro sistema per captare i vicini e l’ipotesi più verosimile è quella di uno scambio di vibrazione sonora. C’è ancora da scoprire se la comunicazione sia intenzionale o meno, quali strutture sono coinvolte, se le piante siano capaci anche di ascoltarsi. D’altronde non possiamo escludere un’eventualità simile perché le vibrazioni potrebbero essere semplicemente non udibili dall’essere umano.

foglie di basilico

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Se la tesi di Gagliano risultasse vera a tutti gli effetti, potremmo ritrovarci a coltivare le piante ricorrendo a specifici suoni anziché a dannosi pesticidi. Scoperte come questa dimostrano che dovremmo sopravvalutarci meno prestando maggiore “ascolto” alla natura che forse, a dispetto delle apparenze, è davvero più evoluta dell’uomo.

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La musica delle piante e gli alberi antenne del pianeta

Una comunità particolarmente attenta al mondo vegetale è quella di Damanhur, che tra i suoi simboli annovera un fiore di tarassaco. Le piante, a Damanhur, sono considerate sacre, gli alberi ritenuti le antenne del pianeta. Secondo la comunità essi lanciano segnali nel cosmo sullo stato di salute della Terra in occasione dei Solstizi d’Estate mentre ricevono segnali di ritorno in occasione dei Solstizi invernali.

Oggi la comunità vanta un magnifico Tempio Bosco Sacro di alberi di castagni, pazientemente ripuliti e curati per farne un luogo magico in cui meditare, rilassarsi, entrare in connessione con la natura e i suoi spiriti. Altra curiosità riguarda la musica delle piante, che i ricercatori di Damanhur riuscirono a captare negli anni 70′ grazie a uno strumento apposito. Di lì nacquero i famosi Concerti delle Piante, in cui musicisti veri e propri si esibiscono accompagnati dagli alberi, che a dire dei damanhuriani sanno modulare le note, consapevoli della musica prodotta. Le apparecchiature utilizzate durante i concerti oggi sono disponibili anche per la vendita a privati, affinché la musica delle piante sia un’esperienza a portata di tutti.

Per me gli alberi sono sempre stati i predicatori più persuasivi. Li venero quando vivono in popoli e famiglie, in selve e boschi. E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche.
(Herman Hesse)

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Proviamo, allora, ad entrare in collegamento con le piante intorno a noi, osserviamole, annusiamole, cerchiamo di cogliere i loro silenziosi ma saggi insegnamenti di vita!





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