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Spiritualità

Il Viaggio dell'Eroe: la liberazione della Fanciulla e la scoperta del Tesoro

Di Laura De Rosa - 22 Novembre 2016

“Il viaggio dell’Eroe è fondamentalmente interiore, un viaggio verso profondità in cui oscure resistenze vengono vinte e resuscitano poteri a lungo dimenticati per essere messi a disposizione della trasfigurazione del mondo… il perigliosa viaggio non ha per scopo la conquista, ma la riconquista, non la scoperta ma la riscoperta. L’eroe è il simbolo di quell’immagine divina e redentrice che è nascosta dentro ognuno di noi e che aspetta solo di essere trovata e riportata in vitaJoseph Campbell

Le origini del “Viaggio dell’Eroe”

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Abbiamo già trattato del Viaggio dell’Eroe, rielaborazione del modello di Joseph Campbell “L’eroe dai mille volti”, che ha ispirato lo sceneggiatore statunitense Christopher Vogler, tanto da indurlo a concepire il famoso saggio, “The Writer’s Journey: Mythic Structure For Writers”, tradotto in italiano “Il viaggio dell’eroe”. Secondo Vogler la gente ha bisogno di miti che indichino la strada da percorrere. Il viaggio dell’eroe segue pertanto alcune fasi standard, strutture ripetitive, che si sviluppano in diverse varianti e che, a parere dell’autore, sono universali perché “le funzioni e i ruoli narrativi del suo modello sono archetipi.” Vogler si ispirò nella stesura del libro, concepito sia per analizzare i film che per gli scrittori, anche agli studi di Vladimir Propp sulle fiabe russe, alla teoria degli archetipi di Jung e al Ramo d’oro di Frazer.

Vogler individua 7 archetipi principali, intesi come personaggi funzione, basic figures, che sono: l’Eroe che compie il viaggio, il mentore che lo guida, il guardiano della soglia che mette alla prova l’eroe, il messaggero che può essere non solo un individuo in carne e ossa ma anche una circostanza, un oggetto che comunica l’inizio del cambiamento, il mutaforme che è l’archetipo instabile, l’amico-nemico, l’Ombra che è l’antagonista, l’imbroglione che confonde, fa dispetti ma ha una funzione anche positiva. Le tappe del viaggio dell’eroe secondo Volger sono le seguenti (ma c’è chi le ha rivisitate e le propone leggermente diverse): Mondo ordinario che viene lasciato dall’eroe per iniziare il viaggio. Richiamo all’avventura, Rifiuto del Richiamo (in alcuni casi), Incontro col mentore, Varco della prima soglia, quando l’eroe accetta la sfida. Ha poi inizio la seconda parte del viaggio, l’iniziazione che prevede: Prove, nemici, alleati, Avvicinamento alla caverna più recondita, Prova centrale, Ricompensa. Infine avviene il ritorno che si divide in: Via del Ritorno, Resurrezione, Ritorno con l’elisir.

Rivisitazioni del modello di Vogler

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Come premesso, il Viaggio dell’Eroe di Vogler ha ispirato numerose teorie che adottano il suo modello per aiutare le persone a ritrovare se stesse. Il viaggio è interessante perché, in effetti, ripropone un modello ben noto: in moltissime storie e miti l’eroe deve superare delle prove prima di ritrovare il “tesoro”. L’associazione culturale La città della Luce ripropone il Viaggio dell’Eroe al fine di raggiungere “ l’Autorealizzazione, l’Individuazione e l’Illuminazione”. Sul sito si legge: “ogni stadio della vita, ogni passaggio cruciale, è scandito dall’attivazione di precisi archetipi. Dalla nascita alla morte, dall’infanzia alla vecchiaia, dall’adolescenza alla maturità, ogni aspetto della nostra vita può essere portato alla consapevolezza, esplorato, vissuto e realizzato grazie al supporto dell’Approccio Fenomenologico e della Teoria degli Archetipi. I nostri momenti di cambiamento, di trasformazione interiore, di morte psicologica di una parte di noi, non sono altro che un passaggio dall’influenza di un archetipo ad un altro, e spesso coincidono con le fasi cruciali della vita (andare a vivere da soli, cambiare lavoro, sposarsi, ecc.)”, e prosegue, “…Gli Archetipi fondamentali sono 12, come i mesi dell’anno, come i Segni dello Zodiaco, come le fatiche di Ercole, come le Tribù di Israele, come gli Apostoli. Tutti gli Archetipi sono potenzialmente dentro di noi, ma solitamente si ha un particolare rapporto con due o tre di essi che risultano dominanti in noi e in questa nostra vita. Alla fine quello che conta è trovare l’armonia tra di essi. Il Viaggio dell’Eroe ci porta alla fine a trovare il Tesoro del nostro vero Sé.”

La liberazione della fanciulla e il tesoro

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Attenendoci a quanto riportato sul sito dell’associazione, premesso che si tratta pur sempre di teorie che per quanto valide non vanno prese per oro colato, scopriamo cosa aspetta il cosiddetto Eroe dopo aver sconfitto il Drago, simbolo dell’Ombra, insieme di ostacoli che impediscono di ritrovare se stessi, per esempio condizionamenti familiari inconsci, condizionamenti sociali, ma anche tentazioni, karma, conflitti e via dicendo. La lotta contro il Drago, di cui la Grande Madre rappresenta la manifestazione più terribile, se va a buon fine permette la liberazione della Fanciulla. In questo caso maschile e femminile interiori si incontrano mentre avviene, nel contempo, la separazione dell’immagine della Donna/Uomo Amata/o dall’immagine della madre. Quanti di noi scelgono partner condizionati dal modo in cui si è stati amati, o non amati, dalla figura materna? Attraverso il viaggio dell’Eroe, in teoria, questo condizionamento viene superato. L’eroe che intraprende il viaggio deve necessariamente affrontare alcuni demoni/paure perché il tesoro che lo aspetta, ovvero il recupero della propria autenticità e dei propri talenti, si trova proprio lì. Una volta trovato il tesoro, il passo successivo è riprendersi il Trono e il Regno, ovvero le redini della propria vita con tutta la responsabilità che ciò comporta.

Laura De Rosa

yinyangtherapy.it





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