Le parole hanno il potere di distruggere, di annientare e di allontanare ma possono essere usate anche per liberare, per costruire, per avvicinare. Oggi voglio parlare di questo secondo potere della parola.
Grazie a Igor Sibaldi, scrittore e saggista italiano, sono venuta a conoscenza della benedizione che erano soliti fare i genitori ebrei antichi ai figli. I padri e le madri ebree dovevano fare questa benedizione prima di morire e vi consiglio caldamente di farla anche voi ai vostri figli perchè, come dice anche Sibaldi, è un momento bellissimo, utilissimo ed emozionatissimo che può sanare vecchie ferite e aprire vie di comunicazione mai pensate.
Non serve che siate in punto di morte per fare questa benedizione ma aspettate che i vostri figli siano adolescenti o adulti, aspettate un momento di calma e di silenzio ed aprire il vostro cuore.
L’abitudine di benedire i propri figli si ritrova anche nella Genesi, nella storia di Isacco e dei suoi figli Esaù e Giacobbe. Gli Israeliti, come altri popoli antichi, erano convinti che la benedizione data sul letto di morte influisse sia sul destino sia sul carattere di chi la riceveva. E in un certo senso è proprio così perchè aprire il proprio cuore mediante parole così dense di significato e di emozione è un atto che sicuramente farà cambiare la persona che abbiamo di fronte, il suo sentire, il suo vivere.
Questa la benedizione ebraica secondo le parole di Sibaldi:
“Caro figliolo, devo dirti che per me è stata una gioia straordinaria il fatto di essere tua madre/tuo padre, una gioia enorme, talmente grande che mi ha fatto paura. E per questo tante volte non siamo andati d’accordo, proprio perché io avevo paura di questa immensa gioia. Tu sei stata una persona così luminosa e importante fin dal primo istante – e lo sarai sempre – che devi sapere che qualsiasi cosa ti capiti nella vita tu avrai la mia energia accanto a te, sempre. Se le cose andranno male io sarò lì per darti energia, se andranno bene io sarò lì per aumentare quell’energia.”
Dopo aver pronunciato queste parole liberate vostro figlio, lo lasciate libero di percorrere la sua strada senza sensi di colpa, senza trattenerlo. E nello stesso momento liberate voi stessi dal vostro ruolo genitoriale, ritornate ad essere solo voi stessi. Sarete sempre mamme o papà ma il vostro compito è compiuto, lo sarete in maniera più leggera, vi mostrerete come persone con la propria individualità e non con un ruolo da svolgere. Ed i vostri figli, conoscendo questa parte di voi, forse sconosciuta fino a quel momento, non potranno che gioirne e riconoscere i grandi doni che avete fatto loro: la vita prima e la libertà dopo.
Di seguito il video di Igor Sibaldi su questa benedizione speciale:
Elena Bernabè