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Ippoasi, la Fattoria della Pace: il rifugio per gli ex animali da reddito

Di Marco Grilli - 29 Giugno 2016

Ci trovi Ettore, un agnellino salvato mentre vagava in autostrada, che ora socializza con i cani e mostra il suo carattere forte e determinato alla vita. E pure Marta, una mucca dalle mammelle molto grandi e afflitta da una mastite cronica, simbolo dello sfruttamento degli allevamenti, che oggi può finalmente vivere serena e prendersi cura del suo piccolo. Che dire poi di Cara, una scrofa che viveva sola, malata e apatica nello zoo di Cavriglia (Ar), attualmente in buona forma fisica ed emotiva, fiduciosa in sé e nell’ambiente che la circonda.

Siamo nel cuore del Parco di San Rossore, a San Piero a Grado (Pi), e il luogo di cui vi stiamo parlando si chiama Ippoasi, Fattoria della Pace. Si tratta di un rifugio per animali domestici e di un polo per l’educazione ambientale e l’agricoltura sociale, dove in poco più di tre ettari vivono liberi, senza recinzioni e in armonia tra loro, un’ottantina di animali “ex-da reddito” (mucche, asini, cavalli, maiali, capre, galli, galline, conigli), salvati da un triste destino di sfruttamento e morte.

Il rifugio è gestito dall’associazione di volontariato “Fattoria della Pace, Ippoasi”, costituitasi nel luglio 2010 con l’obiettivo di divulgare e mettere in pratica i principi della non violenza, dell’antispecismo, della tutela dei diritti degli animali e del veganismo. Questa oasi è nata dall’evoluzione di un centro ippico in cui hanno lavorato per più di dieci anni i due fondatori, giunti a capire, grazie a esperienze e incontri, che quell’ambiente non era giusto nei confronti dei loro ospiti. Dopo aver superato notevoli difficoltà economiche e organizzative, il tempio dei cavalli da corsa è stato trasformato in un vero santuario per gli animali liberi, dove quest’ultimi non sono più considerati come merci, ma ritrovano la loro natura e dignità.

Tutti gli ospiti del rifugio, vittime di abbandono o provenienti da allevamenti intensivi, centri ippici, piccoli allevamenti e zoo, hanno alle loro spalle storie di sfruttamento e sofferenza. Dopo tante difficoltà, all’interno di Ippoasi riescono a soddisfare le loro esigenze specie-specifiche e a farsi apprezzare per quello che sono: non più carne da macello o schiavi del profitto, ma esseri senzienti titolari di diritti e dotati di una loro precisa individualità, capaci di arricchire noi “animali umani”. Tutto l’ambiente è strutturato in modo particolare, tanto che nulla è lasciato al caso. La dislocazione delle mangiatoie e delle vasche dell’acqua, ad esempio, è stata studiata per consentire agli animali di muoversi il più possibile, mentre di fronte alle stesse vasche sono stati posizionati dei sassi per mantenere in salute i piedi e le unghie degli ospiti dell’oasi.

“Il rifugio dà la possibilità di venire a trovare tutti gli animali ospitati, per ritrovare un contatto con la natura, sentirsi parte e non padroni di questo mondo e rispettare le esigenze di tutti”, afferma Christian Luciani, uno dei due fondatori di Ippoasi. Oltre a ospitare gli animali domestici da “ex-reddito” e a garantire il loro recupero psico-fisico, questo centro è infatti aperto al pubblico, chiamato qui ad affrontare un percorso di conoscenza ed esperienza relazionale, che mira a condurre a un maggior rispetto per gli animali e tutte le altre alterità. Grazie alla sapienza di accompagnatori adeguatamente formati e alla domesticità degli animali, l’esperienza può essere approfondita per far sì che ogni incontro diventi rapporto, relazione e addirittura terapia.

ippoasi

Negli ultimi anni è stato svolto anche un importante lavoro con le scuole, considerato fondamentale dall’associazione per promuovere il senso critico dei bambini ed educarli alla non violenza e al rispetto dei diritti degli animali. Tramite l’esperienza diretta i più giovani possono conoscere gli ospiti del rifugio per quello che sono veramente, con le loro esigenze, emozioni e peculiarità caratteriali. Una mucca è quindi una mucca e non un animale da spremere per produrre più latte possibile, come un maiale è un maiale e non una bestia da condurre al macello.

«Quello che i bambini (e gli adulti) possono apprendere ad Ippoasi è che la relazione con la natura non deve essere basata su un rapporto di dominio ma bensì sull’incontro, sul rispetto e sulla cura, questo infatti può portare i bambini fin da piccoli a riconsiderare la Terra e tutti i suoi abitanti come esseri da incontrare e rispettare, anche nelle diverse abilità specifiche, arrivando a immaginare di creare un’alleanza rispettosa con tutta la natura. Questa consapevolezza, ad Ippoasi la puoi respirare e porterà a maturare un approccio consapevole e responsabile dei bambini con la vita, segnando un primo passo verso un futuro atteggiamento di rispetto verso tutti gli esseri viventi», si legge sul sito dell’associazione. Le visita e i laboratori didattici risultano inoltre fondamentali per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sorte degli altri miliardi di animali che vivono al di fuori della sicurezza del rifugio, in condizioni di sfruttamento.

Da anni Ippoasi è impegnata nel sociale e apre le sue porte a persone con disabilità lieve o con un trascorso di tossicodipendenza e piccola criminalità, mediante progetti di volontariato costruiti ad hoc. L’associazione ha stipulato convenzioni con vari enti pisani, quali il Sert, il Tribunale e l’Uepe. «Riteniamo che il contatto con i valori di base di questo progetto, vissuti in prima persona e nella quotidianità, possano davvero dare un’opportunità a moltissimi individui, permettendo un reintegro degli stessi nella propria vita personale. Il rapporto con gli animali ospiti poi conclude il percorso individuale di ciascuno, ed è qui che sta la forza della pet therapy come la intendiamo noi: fra individui completamente liberi, alla pari!», sostengono i rappresentanti di Ippoasi.

La conduzione del rifugio rappresenta un impegno notevole in termini di tempo e denaro per l’associazione, che può essere sostenuta mediante le adozioni a distanza, il 5 per 1000, la tessera “Amic@ di Ippoasi”, le donazioni occasionali, l’acquisto di gadget e le varie attività di volontariato. D’altronde a Ippoasi c’è sempre molto lavoro da fare, dalla distribuzione del fieno, alle pulizie, fino alle piccole riparazioni e all’aiuto in cucina. Chi ama gli animali e condivide gli ideali dell’associazione può dunque mettersi in gioco e svolgere un po’ di sano volontariato, anche per un solo giorno. Riceverà vitto (rigorosamente vegan) e alloggio (se disponibile) in cambio di piccole mansioni giornaliere, per un’esperienza unica che consente di vivere a stretto contatto con gli ospiti del rifugio, imparando a conoscerli e apprezzarli. La fattoria è inoltre socia Wwoof (World Wide Opportunities on Organic Farms), e ospita periodicamente WWOOFers da ogni parte del mondo.

Promotrice di numerosi eventi (ci limitiamo a citare la “Festa di Liberazione…Animale” del 25 aprile), l’associazione partecipa a molti festival vegani su tutto il territorio nazionale (e non esclusivamente vegani a livello locale), per diffondere la cultura della non violenza e il rispetto verso tutti gli animali. In queste occasioni è possibile anche assaggiare le prelibatezze del gruppo “Animali in cucina”, impegnato sul fronte della divulgazione del veganesimo, un aspetto considerato importante quanto il volontariato. Chi è alla ricerca del benessere può invece sperimentare all’interno della fattoria il corso di hatha yoga, tenuto dall’insegnante Elena Cei e teso a sviluppare l’equilibrio interiore e la flessibilità del corpo.

Va inoltre ricordato che la Fattoria della Pace è socia del Desat (Distretto di Economia solidale Al(tro) Tirreno) di Pisa e promuove la Rete dei Santuari di Animali liberi in Italia, nata alla fine del 2014. In primo luogo, l’associazione e gli altri soggetti coinvolti in questo network si battono affinché questi luoghi di accoglienza per animali ex da reddito ottengano un loro status giuridico e regole differenti da quelle degli allevamenti, a cui ancora oggi sono equiparati nonostante le enormi differenze.

Tornando alle buone notizie, di recente Ippoasi ha inaugurato un nuovo progetto, il Rifugio della Bubi, che sorge a La Sassa (Pi) su un terreno donato da due amici dell’associazione, Franca e Claus. La Fattoria della Pace è più attiva che mai e attraverso un suo video rilancia un messaggio di speranza per un futuro migliore: «Ringraziamo la pazienza e la disponibilità di tutti gli animali ospitati, gli ambasciatori di Ippoasi, che ci ricordano ogni giorno quanto è grande il valore della vita e quanto sia importante rispettare quella di tutti gli esseri del pianeta. Attraverso l’incontro tra i visitatori e gli animali ospitati tentiamo di generare un cambiamento, facendoli conoscere per quello che realmente sono e non per come vengono comunemente usati. Perché siamo fermamente convinti che promuovere il rispetto di ogni forma di vita sia l’unica strada che potrà portare a un futuro di pace e di felicità…per tutti appunto! Ognuno di noi gioca un grandissimo ruolo in tutto questo processo. Bisogna solo avere il coraggio di prenderne coscienza».

Marco Grilli





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