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Psicologia

Legge di attrazione: attrai ciò che desideri davvero

Di Redazione - 21 Aprile 2016

Legge di attrazione o legge di risonanza: se ne sente parlare continuamente, non solo in ambito new age, perché anche nella scienza ufficiale spopolano le ricerche tese a dimostrare che il pensiero influenza la realtà e che, consapevoli o meno, attiriamo ciò che siamo e pensiamo. Ovviamente questo non significa che tutto dipende da noi perché interagiamo continuamente con altre persone, esseri viventi e non (sempre che qualcosa non sia vivente), che a loro volta influenzano il mondo circostante.

Questo aspetto, spesso sottovalutato, è importante da considerare perché non tutto è realizzabile, specialmente i desideri che interferiscono con il libero arbitrio altrui. Un esempio: se penso sempre che avrò una relazione con un ragazzo che mi rifiuta, non è affatto detto che il pensiero costante e continuativo mi aiuti a esaudire il desiderio. Difatti c’è di mezzo la sua volontà, che potrebbe non corrispondere alla mia. Detto questo, è inutile scoraggiarsi perché il pensiero può davvero modificare la realtà ma con alcuni “limiti”, altrimenti finiremmo nel caos totale. Ma torniamo all’argomento principale, la legge di risonanza, conosciuta anche col nome di legge di attrazione e cerchiamo di capire cos’è.

Cos’è e come funziona la legge di risonanza

due mani che si toccano

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© Pexels

Come spiegato nel video, “La Legge di risonanza” di TheWitons, essa parte dal presupposto che tutto è energia nell’universo (inclusa la materia e quindi anche noi esseri umani) a diverse frequenze di vibrazione e che questa energia risponde a specifiche leggi dell’universo. La transizione di frequenza vibrazionale dell’energia di un corpo non avviene in modo casuale, ma seguendo queste Leggi Universali, fra cui quella di risonanza. Ogni frequenza vibrazionale si alza o si abbassa e la combinazione di questa polarità crea le infinite manifestazioni del reale. Basti pensare al concetto di Yin e Yang, forze opposte ma complementari che insieme formano il Tao.

Quando si emana una transizione vibrazionale, a regolarla intervengono subito queste leggi universali che influenzano l’andamento della transizione stessa. Un po’ come nel principio di causa ed effetto. Capendo come questa energia opera, è quindi possibile capire come creare la nostra realtà, come influenzarla. Noi stessi siamo campi di energia e, secondo tale legge, siamo in grado di ricevere e assorbire solo l’Energia che siamo in grado di trasmettere. Ecco spiegato perché le cose/persone/eventi circostanti sono specchio di noi stessi.

A dimostrazione di ciò il fisico olandese Christian Jungersen, disponendo a fianco due pendoli, notò che essi tendono a sincronizzare le proprie oscillazioni assumendo progressivamente lo stesso ritmo. E così avviene con i diapason: se ne accostiamo due l’uno all’altro con suoni di uguale altezza e se ne attiva uno, “l’aria messa in vibrazione comunica impulsi ritmici anche all’altro, che entra in vibrazione a sua volta. Questo processo è chiamato eccitazione per risonanza.” Ciò significa che “ciò che viene trasmesso si propaga nello spazio innescando la medesima vibrazione in sistemi risonanti”. Quindi ciò che trasmetto è ciò che ricevo. Ma allora perché non tutti i pensieri e desideri si realizzano?

Perché non tutti i desideri si realizzano

A emanare energia non sono solo i pensieri coscienti ma anche quelli inconsci, che possono sabotare i primi senza che ce ne accorgiamo. Difatti creano risonanza i nostri pensieri, ma anche le emozioni, le convinzioni acquisite, il nostro modo di agire e via dicendo. Se questi aspetti sono in contraddizione tra loro, quindi se penso che voglio avere successo e denaro ma di fatto non mi sento di meritarlo, il pensiero e la convinzione inconscia creano confusione perché in contraddizione. Alcune di queste credenze sono cristallizzate dentro di noi, a tal punto da diventare comandi che si manifestano nella realtà quotidiana con il pronome “io”, difficili da superare o sciogliere quanto più sono radicate, come ci spiega lo stesso video di TheWitons.

Per riuscirci è necessario “investire un’energia superiore a quella imbrigliata nella convinzione”. Si intuisce quindi come il mondo esterno sia una sorta di specchio del mondo interno. Il problema è che “gran parte dei desideri che abbiamo non scaturiscono dalla nostra anima ma derivano dal desiderio di appagamento dei nostri comandi interiori, che sono meccanismi automatici accidentali. La legge di risonanza non distingue e non giudica, quindi tutto e ogni cosa è a noi potenzialmente accessibile. L’inconveniente è che la risposta è già attiva nella comunicazione.”

Come distinguere i falsi desideri da quelli autentici

I falsi desideri ci allontanano dai nostri obiettivi autentici, gli unici che possono renderci felici e soddisfatti. Individuarli non è semplice ma un primo passo consiste nel considerare tutto ciò che ci accade, incluse persone e cose circostanti, come uno specchio in grado di mostrarci parti di noi stessi che, altrimenti, non potremmo vedere.

Pensiamo per esempio a un evento banale come un lavandino otturato. Normalmente ci infuriamo e pensiamo che la causa sia puramente fisica, ma se ragioniamo nell’ottica della legge di risonanza, quel lavandino otturato potrebbe simboleggiare/indicare un blocco reale o emotivo nella nostra vita. Dovremmo quindi chiederci: dov’è o qual è il blocco in me stessa o in quale ambito agisce senza che io ne sia consapevole? L’osservazione del mondo esterno è infatti il miglior modo per conoscerci nel profondo e per individuare eventuali blocchi, discordanze fra ciò che crediamo di essere e ciò che siamo realmente. Osservandoci intorno senza giudicare, troviamo informazioni utilissime sul nostro conto. E’ d’altronde la logica del lato oscuro o ombra di Jung, ovvero delle caratteristiche di noi stessi che rinneghiamo e che puntualmente proiettiamo sugli altri. In realtà questo è un primo passo nell’individuazione dei falsi desideri perché anche la meditazione è fondamentale per acquietare la mente e l’ego, così come altri esercizi mirati. Il cammino che porta alla conoscenza (autentica) di se stessi non è automatico, richiede tempo e volontà, ma chi ben comincia è a metà dell’opera.





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