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Spiritualità

Enneagramma: la mappa dell'anima che rivela 9 tipologie psicologiche

Di Redazione - 24 Marzo 2016

In ogni filosofia, corrente di pensiero o spirituale, i simboli assumono una valenza importantissima perché ne vengono manifestati sotto forma di immagine i concetti e le peculiarità intrinseche su cui l’individuo è portato ad interrogarsi, sviluppando un proprio punto di vista più che capendone le strutture teoriche. Un simbolo al giorno d’oggi conosciuto ma che ancora mantiene intatta la sua aura di mistero è quello dell’Enneagramma, figura geometrica di matrice probabilmente persiana, utilizzato nei percorsi iniziatici dai maestri Sufi. “Ennea” significa nove e “grammos”, significa segno, punto, figura. Questo simbolo costituisce la sintesi di svariate tradizioni filosofiche, spirituali e religiose.

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L’Enneagramma è un simbolo geometrico che si struttura a partire da due leggi numeriche fondamentali, quella del 3 e del 7. Il tre ha valore unificante in ogni cultura, espressione esemplare del ritorno del multiplo all’uno. Non indica un estremo, un aut-aut: costituisce la possibilità di una terza via in cui l’integrazione e la riconciliazione fra opposti sia fattibile. Esprime la vita generata al mondo dall’unione fra uomo e donna, poli contrastanti quanto complementari, la vita che è in grado di auto-rinnovarsi. Il sette, altro numero sacro, rappresenta l’equilibrio perfetto, il compimento non sterile ma che racchiude in sé ogni possibilità. Per fare un esempio, in natura gli insiemi di base, fisici, organici o psichici risultano composti da sette elementi: il cambiamento si realizza in sette passi. Il sette è l’espressione privilegiata dell’unione psicosomatica, della mediazione fra gli uomini e dio.

La circonferenza viene così suddivisa in 9 sezioni identiche da linee interne che vanno a formare ulteriori forme geometriche che appaiono come triangoli aperti su un vertice. Solamente il triangolo all’interno risulta effettivamente chiuso, ed i suoi vertici sono i punti 3, 6 e 9, considerando che i punti della circonferenza sono numerati in senso orario da 1 a 9. Gli altri punti da collegare sono 1-4-2-8-5-7 in questa specifica successione, perché dividendo il numero 1 per il 7 il risultato è proprio 0,142857 periodico, che guida l’unione dei punti stessi.

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Fra gli studiosi di questo simbolo spicca la figura di Georges Ivanovic Gurdjieff (1872 – 1949), filosofo, scrittore e mistico di origine armena, il quale approfondì l’interpretazione dell’Enneagramma riconducendo ad esso dinamiche psicologiche ed esoteriche. Come unione del 3 e del 7, come unione di circonferenza e triangoli, questo simbolo si carica di un forte significato esoterico che nasconde (o interpreta) le leggi della creazione dell’universo: lo stesso Gurdjieff considerava l’Enneagramma come “il moto perpetuo e la pietra filosofale degli alchimisti”. Dopo 8 anni a contatto con il maestro, fu poi Pëtr Dem’janovič Uspenskij a renderlo pubblico nella sua opera “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”: inizialmente era consentita solo la divulgazione orale della conoscenza, gelosamente custodita poiché estremamente potente per descrivere l’ordine cosmico e i processi creativi.

Georges Ivanovic Gurdjieff

Negli anni ’50 in Cile, invece, l’antropologo boliviano Oscar Ichazo elaborò la teoria delle 9 tipologie psicologiche di natura divina che sono state poi sviluppate in modelli di carattere dal suo allievo Claudio Naranjo. In quanto espressione dell’universo “umano”, questo simbolo magico è stato utilizzato in campo psicologico poiché si propone come metafora della conoscenza e consapevolezza dell’individuo nei confronti di se stesso, dell’ambiente circostante, delle relazioni interpersonali che instaura. In quanto individui abbiamo pregi e difetti, luci ed ombre che è necessario abbracciare per arrivare ad una visione autentica di ciò che siamo.

Il presupposto è che imporre il proprio punto di vista sugli altri, innalzandolo a verità, è il primo errore dell’uomo. Ogni cosa è relativa, da ogni situazione si può imparare per evolversi. Ognuno dei 9 vertici dell’Enneagramma identifica quindi un punto di vista da integrare per osservare la realtà, passando dall’essere irredento, immaturo a redento, maturo. In questo senso, il simbolo geometrico diventa una “mappa” delle nove personalità tipo individuate, le quali danno evidenza delle attitudini principali della persona a partire dalle rigidità e da quegli aspetti “negativi” che si mettono in atto nei primi anni di vita in risposta alla dimensione di crescita, che possono essere visti come i sette peccati capitali più menzogna e paura.

I nove Enneatipi si dividono in tre nuclei principali: la personalità 8, 9 e 1 appartiene al centro viscerale e ha come energia dominante la rabbia; sono personalità istintuali, quegli individui che affrontano le situazioni “di pancia” in modo molto impulsivo, spesso vivendo anche troppo intensamente i concetti di giustizia e potere. Le personalità 2, 3 e 4, invece fanno riferimento al cuore ed hanno come problematica principale la vergogna, cosicché si manifestano molto solidali, altruisti, ma anche estremamente sensibili (o fragili) a causa del giudizio degli altri. Colui che rientra nel gruppo cerebrale con i numeri 5, 6, 7 è una persona molto riflessiva che ha come tallone d’Achille la paura; è strettamente legata al pensiero razionale, al senso dell’ordine e del dovere. Questi individui privilegiano una condizione di vita spesso isolata, in difficoltà a rapportarsi con chi li circonda. Per scoprire a quale Enneatipo si appartiene sono disponibili test – anche online – ma è ovviamente preferibile affidarsi ad esperti che possano approfondire la vastità dell’argomento e indirizzare lungo la sua complessità.

Come punto di partenza per un’autoanalisi, ecco quali sono i 9 tipi di personalità che sono stati individuati:

1. perfezionista-lavoratore
2. donatore-benevolo
3. organizzatore-motivatore
4. artista-romantico-tragico
5. saggio-pensatore
6. scettico-leale
7. spensierato-sognatore
8. capo-intraprendente
9. mediatore-conciliatore

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Ognuno di essi, in base ai punti/numeri con cui si unisce, avrà evidenza della predisposizione attitudinale di comportamento in reazione ad una situazione positiva o negativa. Gli Enneatipi non sono da considerarsi come strutture fisse ma bensì entità in evoluzione, che proprio per il concetto di unione e vita dati dalla combinazione del 3 e del 7, custodiscono in se stessi le sfumature di comportamento che sono trasversali alle altre personalità. Essendo il cambiamento l’unica certezza dell’uomo, anche l’appartenenza ad un Enneatipo piuttosto che ad un altro può variare nel tempo. Tuttavia, riconoscere i propri tratti caratteriali predominanti premette di porsi in modo molto più attento e consapevole nei confronti delle situazioni che la vita inevitabilmente porta ad affrontare.

L’Enneagramma si propone quindi come metodo di esplorazione di sé, in quanto osservare gli schemi dell’ego permette di aprirsi alla trasformazione, toccare la propria reale essenza e poter giungere ad una piena responsabilità di pensiero e azione; superando ogni differenza dottrinale riconduce ad un livello di umanità comune e visibilmente connesso fra noi stessi e la dimensione che viviamo. L’informazione che entra nello spazio della coscienza agisce in essa innalzandola ad apertura. Quando l’individuo percepisce la verità, per quanto scomodo possa essere ritrovarsi faccia a faccia con il proprio lato oscuro, ha davvero l’occasione di migliorare la propria esistenza e finalmente di abbandonare le sovrastrutture dall’identità potenziale in favore della libertà dell’essere autentico.

Chiara Pasin





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