Psicologia

Il momento della nascita: come influenza la nostra vita

Di Redazione - 30 Settembre 2022

Che i 9 mesi di gestazione siano importanti per lo sviluppo psicofisico dei nascituri è ormai un dato di fatto, ma che dire del momento della nascita?

Secondo la psicologia transpersonale il cosiddetto trauma della nascita è determinante nello sviluppo del bambino. Saremmo infatti capaci di memorizzarlo e di riviverne alcuni aspetti emotivi nel corso della vita. A trattare esaurientemente l’argomento è stato tra i primi lo psichiatra ceco Stanislav Grof, che ha concepito un metodo, la Respirazione Olotropica, in grado di riportare alla memoria i ricordi rimossi relativi sia al momento della nascita che ad altre situazioni perinatali. Il metodo in questione assomiglia molto al Rebirthing Traspersonale utilizzato nell’ambito della psicologia Transpersonale.

Grof, specializzatosi nello studio degli stati alterati di coscienza, da lui definiti “olotropici”, ha approfondito il tema delle esperienze perinatali, relative alla vita intrauterina, al parto e alla nascita vera e propria, esplorandone i risvolti psicologici a livello individuale. A suo parere queste esperienze sarebbero la causa di numerosi disturbi, memorie e vissuti. L’uomo tenderebbe infatti ad avere difficoltà nell’accettare/assimilare psicologicamente sia il trauma della nascita che la paura della morte, come suggerisce l’autore in “The Adventures of Self-Discovery”.

Grof ha individuato, a tal proposito, i cosiddetti sistemi COEX, Sistemi di Esperienza Condensata, somiglianti ai “complessi psicologici” di Jung, stratificazioni di ricordi risalenti a periodi diversi della propria vita, caricati emotivamente. Ciò significa che ogni sistema COEX include ricordi simili dal punto di vista emotivo, relativi per esempio all’abbandono, al rifiuto, alla vergogna e così via. Nella struttura a strati di questi sistemi sarebbero inclusi anche ricordi del passato perinatale, oltre a quelli di tipo collettivo archetipico, mitologico, spirituale, transpersonale, filogenetico.

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Le 4 Matrici di Stanislav Grof

Grof ha individuato 4 matrici/fasi principali dell’esperienza perinatale.

1- La MPB I, Unione originaria con la madre, ovvero la fase intrauterina in cui madre e feto vivono in simbiosi. Un periodo molto positivo purché non interferiscano influenze nocive dovute, per esempio, al consumo di alcol, alimentazione scorretta, farmaci o altro genere di sostanze tossiche. Questa fase è associata ad immagini della natura incontaminata, sensazioni di libertà, unità cosmica, capacità di trascendere tempo e spazio o provare amore universale. Gli aspetti negativi si manifestano con immagini di acqua o terra contaminate, deserti senza vita e, nei casi di pericolo di aborto, catastrofi apocalittiche.

2- La seconda matrice individuata da Grof è l’MPB II, Nessuna via di scampo, relativa alla prima fase clinica del parto. In questo periodo il feto ha perso l’equilibrio originario ed è sottoposto a contrazioni uterine sebbene l’utero non sia ancora dilatato. Le contrazioni bloccano l’afflusso di sangue e di ossigeno, così come di cibo e calore. Per questo il feto tende a ricordare questo periodo con ansia, come sottoposto a continuo pericolo di morte. Le immagini negative associate sono mostri famelici, avvelenamento, possessione demoniaca, paura di essere risucchiati in una spirale tridimensionale che aspira ogni cosa, discesa agli inferi o perdita all’interno di grotte e labirinti. Quindi situazioni pericolose senza possibilità di scampo. Per superare queste paure l’unica soluzione consiste nell’accettare il timore, lasciarsi quindi risucchiare dalle paure e arrendersi ad esse, in modo da sprigionare i loro effetti liberatori.

3- La terza matrice è l’MPB III, Lotta di morte-rinascita: in questa fase il feto è sottoposto a pressione meccanica e senso di soffocamento, l’afflusso di sangue al feto è ridotto a causa delle contrazioni. Le immagini spesso associate a questa fase sono scene di guerra, correlate alla concentrazione di energia, eccitazione sessuale, dovuta alla capacità di trasformare le sofferenze insopportabili in stimolazioni erotiche, eruzioni di vulcani, terremoti e altri eventi catastrofici associati alle scariche energetiche, avventure pericolose. A livello mitologico la fase MPB III è associata al Purgatorio e alle grandi imprese degli eroi, ma anche a rituali sacrificali particolarmente cruenti. La differenza rispetto alla seconda matrice sta nel fatto che il soggetto qui è attivo, combatte, lotta, si sposta anziché essere vittima “senza via d’uscita” delle forze malvagie.

4- La quarta matrice è l’MPB IV, l’esperienza di morte e rinascita, che corrisponde alla fase del parto. Qui la sofferenza raggiunge il massimo grado finché non si allenta totalmente. In questo momento il neonato si separa dalla madre, esperienza che può essere memorizzata tramite ricordi non solo di tipo psicologico. A livello simbolico il parto viene percepito come una morte-rinascita. Non a caso, capita spesso di temere il peggio prima di trasformarsi completamente o di liberarsi totalmente, l’istinto ci induce infatti a resistere per timore dello sconosciuto, di ciò che verrà, percependolo come un evento distruttivo. In tal senso la nascita è una liberazione dall’ego poiché associata a una perdita dei punti di riferimento, tipica delle fasi di profonda metamorfosi che, in realtà, avvengono più volte nel corso della vita. Le dinamiche emotive/psicologiche che ci hanno accompagnato durante il parto a quanto pare si ripresentano nei momenti esistenziali di morte-rinascita, ovvero nei momenti di passaggio importanti. In tale ottica, un parto difficile potrebbe comportare maggiore difficoltà, ansia, timore a gestire questi passaggi esistenziali. Ma se si consente loro di fare il proprio corso, si ha la possibilità di percepire la vita in modo nuovo, decisamente più sereno. Le immagini associate sono quelle delle dee distruttrici come Kali e Shiva, ma anche degli eroi morti e risorti come Gesù. I ricordi si collegano a incidenti, malattie e situazioni difficili che si sono però concluse in modo positivo.

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In definitiva queste 4 fasi svolgerebbero, secondo Grof, un ruolo formativo nello sviluppo psichico e spirituale delle persone e in tale ottica le crisi esistenziali dell’individuo sarebbero strettamente correlate alla sfera perinatale. Rivivendo tali esperienze attraverso la respirazione olotropica, sarebbe possibile guarire la ferita originaria, in modo da affacciarsi alla vita con un atteggiamento nuovo e più ottimista. Ovviamente non tutti concordano con il pensiero di Grof: è il caso del saggista e filosofo statunitense K. Wilber, che pur condividendo l’importanza delle 4 matrici, sostiene che non sia indispensabile, ai fini evolutivi, rivivere il trauma della nascita biologica. In alcuni casi basterebbe praticare il cosiddetto Rebirthing Transpersonale, che attraverso la respirazione favorisce la liberazione/riattivazione dell’energia vitale e il percorso evolutivo stesso: “La respirazione è la funzione sacra per eccellenza ed è per questo che i mistici danno una così grande importanza al respiro.”

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L’importanza del parto naturale a livello psicologico

mano di neonato

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© Pixabay

L’ostetrico e ginecologo francese Frédérik Leboyer è convinto che le condizioni di nascita possano influenzare l’intero percorso esistenziale, ragion per cui propone misure tese a creare una situazione il più possibile rilassata per le partorienti, evitando elementi disturbanti quali rumori intensi, luci fastidiose, temperature eccessive. Leboyer sostiene inoltre l’importanza del contatto madre-figlio subito dopo il parto, onde evitare conseguenze spiacevoli a livello psicologico (inspiegabile senso di abbandono, rifiuto ecc.) e di procedere al taglio del cordone quando il bambino inizia a respirare da solo. Una visione, la sua, in sintonia con i tempi naturali, che andrebbero il più possibile rispettati

Sull’argomento si è soffermato anche il medico Michel Odent, secondo il quale tutto il periodo perinatale, compreso fra concepimento e primo anno di vita, ha un’importanza fondamentale a livello di sviluppo psicofisico dell’individuo. In tale ottica egli si dichiara un convinto sostenitore del parto naturale.

Contrario a un’estrema medicalizzazione e all’eccessivo monitoraggio durante il parto anche Willi Maurer, formatore specializzato in lavoro emotivo e corporeo, convinto che ogni madre, in questa fase delicata, abbia il diritto di poter entrare in contatto con se stessa, imparando ad ascoltare il proprio corpo, i ritmi naturali della nascita, senza forzature esterne, come il sempre più diffuso parto cesareo, ormai adottato anche in situazioni di bassa emergenza. Tutto questo, spiega Maurer, ha ripercussioni sulla psiche del bambino che, poco prima della nascita, è particolarmente sensibile. Ogni segnale circostante è per lui una preziosa informazione sul da farsi ma anche una potenziale minaccia. Quando il bambino percepisce un ambiente avverso sente di poter contare solo su se stesso e questo “abbandono” può comportare conseguenze spiacevoli a 360 gradi: per esempio disturbi fisici ricorrenti oppure atteggiamenti di un certo tipo che si manifestano nel corso della crescita.

Per concludere quindi, ben vengano tutte le attenzioni possibili alla mamma e al futuro nascituro, ma proviamo a pensare anche che nasciamo in quel determinato modo perché abbiamo una missione da compiere in questa vita che non potrebbe svelarsi se non attraverso quella determinata nascita… Tutto è questione di prospettiva, basta scambiare la causa con l’effetto e ogni teoria può saltare in aria! Leggiamo, informiamoci e riflettiamo, ma poi cerchiamo di seguire sempre l’unico maestro da seguire, il nostro cuore!





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