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Pidocchi: ecco come combatterli

Di Valeria Bonora - 10 Settembre 2012

Comincia la scuola e cominciano i problemi con questi parassiti fastidiosi che a differenza di quello che la filosofia popolare acclama, non sono dovuti a sporcizia o ad una scarsa igiene personale, anzi spesso e volentieri è proprio il contrario: i capelli più colpiti sono quelli lavati di frequente. Senza contare poi che i pidocchi non “saltano” di testa in testa come popolarmente creduto ma il contagio avviene direttamente o tramite oggetti infestati.

I pidocchi sono dei piccoli parassiti bianco-grigiastri che si insediano nel cuoio capelluto nutrendosi del sangue della persona, colpiscono prevalentemente i bambini tra gli 8 e 11 anni, ma non disdegnano i loro famigliari. Questi parassiti possono sopravvivere fino a 30 giorni sulla testa di un uomo, le uova più di 2 settimane e sugli oggetti posso arrivare a sopravvivere fino a 3 giorni.

Secondo il dermatologo milanese Fabio Rinaldi, presidente IHRF (International Hair Research Foundation) e docente presso la Sorbona di Parigi, le strutture scolastiche della nostra Penisola lascerebbero a desiderare dal punto di vista igienico-sanitario e spiega che “Pidocchi e zecche sono un fatto ricorrente, un problema che si ripresenta puntuale ogni anno nelle aule, così come l’impetigine. Il miglior rimedio è senz’altro la prevenzione, intesa anche, oltre che come pulizia personale, con una maggior cura ed igienizzazione degli ambienti. E, in questo senso, i tagli decisi dal governo purtroppo non aiutano.”


Secondo la Fondazione IHRF, infatti, con i tagli ai budget scolastici e ai sistemi di controllo igienici gli episodi di zecche e pidocchi potrebbero persino aumentare del 30% rispetto agli anni precedenti. Senza contare il sovraffollamento delle aule, che rischiano di aumentare a livello esponenziale le probabilità di contagio, nonché la diffusione di malattie esantematiche, dermatiti e patologie che possono colpire il cuoio capelluto.
Per rilevare i pidocchi, è necessario esaminare con attenzione il cuoio capelluto, utilizzando guanti monouso in un ambiente molto luminoso. Una lente di ingrandimento può aiutare. Dividete parte dei capelli in piccole sezioni, cercando qualche movimento dei pidocchi o la presenza delle uova. La maggior parte dei luoghi in cui si possono comunemente trovare le uova sono le orecchie e il collo. La terapia è raccomandata anche se si trova un solo uovo.
I sintomi più comuni sono:

  • Intenso prurito del cuoio capelluto;
  • Rossore in alcune zone del cuoio capelluto, collo e spalle;
  • Croste o lividi;
  • Presenza di piccoli pallini bianchi (le uova) alla base di ogni capello.

I consigli sono:

  • Applicare sui capelli il prodotto indicato dal pediatra (in genere è a base di piretrine naturali che sono degli esteri che si estraggono dal piretro, ricavato dai fiori di alcune specie di Chrisantemum, sotto forma di crema, mousse o di gel) da lasciare in posa per 10 minuti
  • Eliminare tutte le uova rimaste a mano o con un pettine a denti fitti
  • Ripetere il trattamento dopo 1 settimana
  • Non serve il taglio dei capelli

La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ha recentemente diffuso delle “istruzioni” volte all’abbattimento di questi parassiti, potete scaricare il documento in formato .pdf cliccando QUI.

Una volta scoperta la pediculosi ecco cosa bisogna fare con gli oggetti in casa:
1) Lavare a una temperatura superiore a 60°C indumenti, lenzuola, cuscini. Pettini, spazzole e fermagli debbono restare immersi per 1 ora in acqua molto calda e detersivo.
2) Conservare per 2 settimane in sacchetti di plastica gli oggetti che non possono essere lavati in acqua o a secco, per esempio giocattoli e peluche.
Sono di­sponibili sul mercato anche rimedi erboristici naturali a base di scorza di salice. È buona norma anche evitare l’uso del phon sui capelli a tempe­rature troppo alte, per evitare di creare un ambiente secco, gradito dai pidocchi.

Dopo 10 giorni di trattamento con­trollate accuratamente cuoio ca­pelluto e capelli del vostro bambino prima di mandarlo di nuovo a scuola per accertarsi che non ci sia più nemmeno un pidocchio o una lendine. Un’accortezza… Se vi accorgete che vostro figlio ha i pidocchi avvisate subito la scuola e tenete a casa il bambino per non favorire la diffusione del parassita.
 





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