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Consigli Montessori: come sviluppare la fiducia, l'autostima e l'autonomia nel bambino

Di Manuela Griso - 27 Ottobre 2015

Negli anni di lavoro al nido e durante questi mesi nella mia ludoteca ho avuto modo di osservare genitori e bambini di ogni genere. La difficoltà più grossa che noto nei genitori è quella di lasciar provare il bambino. Lasciarlo libero di sperimentare, di sbagliare e di autocorreggersi, nel rispetto dell’ambiente.

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Si vedono genitori che si sostituiscono ai bambini alla prima difficoltà, o che lasciano i bambini a loro stessi (giustamente loro mischiano tutto, fanno caos e buttano tutto a terra) per poi sgridarli dicendo che non ci si comporta così ecc ecc, ma poi non li aiutano nemmeno a riordinare. Alla luce di questi comportamenti, quando vedo invece genitori che collaborano con i figli, che giocano, che spiegano loro l’importanza del portare a termine un lavoro (e questo comporta anche il riordino) ma che li lasciano sperimentare (nel rispetto dell’ambiente quindi bloccando alcune azioni od utilizzi impropri del materiale spiegandone il motivo) sbagliare, in assoluto silenzio e rispetto, resto quasi esterrefatta. A tal proposito vi propongo un video che ho girato nella mia ludoteca ad un papà e alla sua bimba, che gentilmente mi hanno concesso di pubblicare e con l’occasione ringrazio dunque papà Giorgio e la piccola Olivia.

Come potete osservare voi stessi, il papà non interviene mai sulla figlia, la lascia provare e riprovare, le dà fiducia quando la richiede, la invita a tentare. Questo atteggiamento permetterà ad Olivia di autocorreggersi e ciò svilupperà la sua capacità di giudizio e aumenterà la sua autonomia e autostima.
Non interrompere il bambino quando lavora anche se è in difficoltà, non sostituirsi a lui e non offrirgli una soluzione, ma permettergli di fare i suoi tentativi, di applicare le sue ipotesi e di verificarle, è fondamentale per passargli un messaggio di fiducia. Fiducia nelle sue capacità psichiche e manuali.

Il materiale presente nel video non si utilizzerebbe così, ma Giorgio ha trovato un uso diverso, pur sempre rispettoso, degli incastri, così da adattarlo alle capacità di sua figlia Olivia, 2 anni, ed io ho potuto solo ammirare in silenzio una tale delicatezza e la concentrazione con cui entrambi si sono dedicati al lavoro. Nella semplicità di questo gesto c’è un che di straordinario. Olivia è uscita di lì con un tassello in più nello sviluppo di un organo psichico.
Questo video dimostra come l’adulto può essere un aiuto invece che un ostacolo al lavoro del bambino nella costruzione dell’uomo o della donna che sarà.

E non è la prima volta che assisto a scene di questo tipo con Giorgio e Olivia… È proprio un tipico approccio di papà Giorgio quello di lasciar tentare Olivia. Vedi quando lei provava ad aprire una molletta, o quando era concentrata in un travaso e nel riordino dello stesso una volta terminato il lavoro, o quel giorno in cui con coni, cerchi, bastoni e palle Giorgio chiese ad Olivia di catalogarli per colore: uno spettacolo straordinario.

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Questi esempi ci dimostrano le enormi capacità dei bambini che spesso vengono da noi sottovalutati, per fretta o per poca peculiarità nel vedere gli altri in difficoltà senza intervenire. Molto spesso sento dire dai genitori che non insistono con i bambini per farli riordinare perché loro ci mettono meno tempo e lo fanno meglio quindi tanto vale; oppure che non li lasciano allacciarsi le scarpe perché “vedo che non ci riesce e ci mette troppo, poi si innervosisce “.

È chiaramente vero che noi ci impiegheremmo la metà del tempo nel compiere queste attività al posto loro, ma facciamo perdere loro occasioni importanti… L’una per imparare che la fine di un lavoro arriva quando tutto è in ordine (condizione fondamentale per mantenere un ordine interno oltre che esterno e per avere la certezza di ritrovare ciò che si è lasciato sempre al suo posto, senza contare il fatto che tra qualche anno non saremo più così tolleranti quando lasceranno le loro cose sparse per casa), e nell’altra la possibilità di esercitare la manualità fine, di superare una loro difficoltà aumentando così autostima e fiducia nelle proprie capacità e non ultimo la capacità di concentrazione. Quindi quando siamo tentati di sostituirci a loro, dobbiamo chiederci se lo facciamo per noi o per loro. Dobbiamo interrogarci su ciò che si va a perdere… Che possibilità tolgo a mio figlio?

Child successfully ties shoes - closeup on feet and hands

La capacità di farsi da parte (ma non di abbandonare il campo), osservando ed essendo pronti ad infondere sicurezza e fiducia, non è un compito semplice, tuttavia è necessario. “Aiutami a fare da solo”, un concetto fondamentale non solo nel metodo Montessori, ma proprio nella vita di ognuno. Avere la certezza che qualcuno sia lì “per ” e “con ” noi ci permette di superare ostacoli e limiti che credevamo insormontabili.

Vivere Montessori vi augura di saper attendere i tempi dei bambini, di osservare le loro difficoltà essendo certi che le supereranno e di non confondere il non intervenire con il menefreghismo. Un lavoro di assistenza silenziosa e fiduciosa, di supporto incondizionato, di contenimento affettuoso e di spiegazioni comprensive è il compito di noi genitori, perciò… All’opera ragazzi! Buona avventura!

Manuela Griso Educatrice





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