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"Ciao Robin" un saluto a Robin Williams

Di Valeria Bonora - 12 Agosto 2014

Robin Williams

❝Ciao Robin. Ciao uomo che hai saputo regalare tanti sorrisi, tante lacrime e tante emozioni attraverso le tue straordinarie interpretazioni, i tuoi personaggi che prendevano vita al di là delle sceneggiature, al di là delle battute.

Ciao Robin. Ciao uomo divertente, profondo e solitario.

Ciao Robin.❞

Robin Williams era nato a Chicago, nell’Illinois, il 21 luglio 1951, 63 anni appena compiuti, una vita piena e intensa nonostante fosse un solitario e amante dello sport già da piccolo. Diplomato alla famosa scuola di teatro la Juilliard School di New York, comincia la sua carriera come mimo, e successivamente come attore teatrale.

Il suo ingresso in televisione lo fa arrivando su un uovo da Ork, dove interpreta il simpaticissimo alieno Mork nell’omonima serie Mork & Mindy, spin off di Happy Days.

Il suo buffo modo di muoversi, le sue battute, il suo saluto “Na-no Na-no” hanno fatto di lui un personaggio, uno di quelli di cui il pubblico si innamora subito e così è stato, dalla serie televisiva è passato al cinema.

Nel primo film di successo interpreta il suo primo ruolo da protagonista vestendo i panni di Braccio di ferro, in seguito si trova a lavorare con Glenn Close in “il mondo secondo Garp” e poi venne il film che lo consacrò a stella di Hollywood nel 1987: Good Morning, Vietnam di Barry Levinson.

❝Goooood Morning Vietnaaaaam! Ehi, non è una prova questa, questo è rock-n-roll!❞

Good Morning Vietnam

La sua grande peculiarità era l’improvvisazione, infatti quando diede la voce al Genio di Aladdin della Disney, quasi tutti i dialoghi che lo coinvolgevano erano improvvisati. Nella sua carriera però non possiamo dimenticare il film per il quale verrà ricordato come rivoluzionario, capace di dare vita anche a personaggi seri ed emozionanti… L’attimo fuggente di Peter Weir.

La più bella storia scolastica mai raccontata, lui un professore rivoluzionario che adotta metodi definiti fuori dagli schemi per insegnare a cogliere l’attimo ai suoi studenti di un liceo “vecchio stile”. Carpe Diem, è diventata forse la parola in latino più usata dai tempi in cui il latino era lingua di uso comune.

E’ stato capace di insegnare a cogliere quell’attimo, l’attimo che sfugge dalle nostre mani:

«Cogli l’attimo. Cogli la rosa quando è il momento. […] Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza, un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli, pieni di ormoni, come voi, invincibili, come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi, i loro occhi sono pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora, sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi. Ascoltateli. Sentite? Carpe… Sentito? Carpe… Carpe diem… Cogliete l’attimo, ragazzi… rendete straordinaria la vostra vita…»

Robin Williams

E’ stato il suo modo di recitare a far vivere il professor John Keating, il professore che si fece chiamare “O capitano, mio capitano“, il professore che salì in cattedra, ma lo fece nel vero senso della parola, ergendosi ritto in piedi davanti alla sua classe di alunni per

“[…] ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.”

E poi ancora ci ha regalato emozioni con la straordinaria interpretazione ne “La leggenda del re pescatore” o con il ruolo del cresciuto Peter Pan in Hook – Capitan Uncino” dove il suo dialogo con Rufio ancora adesso è capace di strappare un sorriso anche ai più musoni:

Rufio: Non ce la fai? E mangiati il fegato, vecchia rugosa palla di grasso grinzosa.
Peter: Tu sei un giovanotto piuttosto maleducato.
Rufio: e tu un verme mangialumache.
Trilly: Dai Rufio, vuoi fare di meglio?
Peter: Ma che fai? Lo incoraggi?
Rufio: Già chiappe basse, fammi vedere che sai fare.
Testa vuota, pancia piena, barattolo di vomito.
Tutti: BANGERANG RUFIO!
Peter: Tu sei un pessimo esempio per questi ragazzi, lo sai vero?
Peter: Non sei nemmeno a liverllo 4° elementare.
Rufio: Succhia ombelico emorroidale.
Peter: Forse da 5° come vocabolario.
Rufio: Foruncolo pieno di pus, annusatore di escrementi di puzza di pollo.
Tutti: BANGERANG RUFIO!
Peter: Qui c’è qualcuno che ha la bocca piena di schifezze lo sapevate?
Rufio: E tu sei un monumento al peto. Sei un sacco pieno di bava foderato di budella di topo e di vomito di gatto, una crosta infetta purulenta di un brufolo spalmate su una fetta di cerume. Sei un doppio hamburger di vermi di una settimana, con le croste per contorno!
Tutti: Bleaaaaaaah!
Peter: Professore supplente di chimica!
Un ragazzo: Avanti Rufio, rispondi a tono!
Rufio: Macaco!
Peter: Vicebidello!
Rufio: Bagonghi!
Peter: Barbiere di prigione!
Rufio: Cocco di mamma!
Peter: Ginecologo astigmatico!
Rufio: Alla tua faccia naso a borraccia!
Peter: Al tuo di dietro testa di vetro!
Rufio: Cacca fiacca di vacca sporco ultraporco!
Peter: Sputo brodoso e appiccicoso di un lebbroso caccoloso!
Tutti: BANGERANG PETER!
Rufio: Tu! Uomo! STUPIDO STUPIDO UOMO!
Peter: Rufio se sono sono un hamburger di vermi, perchè non vieni a mangiarmi, eh? Testa di zebra ricoperta di melma, coltivabrufoli e cervello di paramecio, masticatore del tuo proprio moccio che soffre di invidia per Peter Pan!
Don’t Ask: Che cos’è un cervello di paramecio?
Peter: Te lo spiego io cos’è un paramecio! Eccolo, quello è un paramecio [ indica Rufio ]. Un essere unicellulare che non ha cervello e non sa volare!
Non metterti con me bello, io faccio l’avvocato!

Poi ci sono ancora ruoli divertenti in Mrs. Doubtfire, Jumanji, Flubber – Un professore tra le nuvole, e ruoli più impegnati come in Patch Adams e L’uomo bicentenario, Jakob il bugiardo, Insomnia, One Hour Photo e Jack.
La sua carriera era ricca e straordinaria, ma nonostante tutto, nonostante i suoi tre figli, le sue tre mogli, i suoi amici famosi, la sua vita era velata da un’ombra, quella della depressione che sembra sia la stessa ombra che lo portò sulla strada dell’alcool e della cocaina.
Ma noi vogliamo ricordarlo sempre così, sorridente, capace di far vivere emozioni vere attraverso lo schermo. Ciao Robin.
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